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Sigalit Landau

 
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ARTEXT : La Biennale di Venezia
55 Esposizione Internazionale d'Art
e

Giardini di Castello -  Israele

 

The WORKSHOP
Gilad Ratman

 

The Workshop è ispirato ad un viaggio sotterraneo fittizio intrapreso da una piccola comunità di persone da Israele a Venezia. Il loro viaggio epico comincia nelle caverne israeliane, il gruppo s'insinua attraverso pericolosi varchi sotterranei prima di irrompere nel pavimento del padiglione israeliano. Al loro arrivo, i viaggiatori trasformano il padiglione in un workshop, scolpendo il proprio corpo nell'argilla che hanno portato da Israele

La presentazione di Gilad Ratman riflette sulla struttura della Biennale come un modello utopistico che rappresenta la connettività delle nazioni. Mentre la realtà politica contemporanea nel mondo intero funziona secondo il concetto dello stato-nazione e secondo il sistema del capitalismo globale, The Workshop presenta uno scenario in cui il movimento attraverso i confini nazionali si svolge sotto terra in una rete nascosta: libero, sconosciuto e invisibile.

La narrazione di Ratman si manifesta in una presentazione non lineare di video, installazioni, rumori e in un intervento fisico nella struttura del padiglione. Le specificità del sito di The Workshop - i video e i suoni - offrono allo spettatore una riflessione su un evento successo in quel luogo particolare. In questo modo, l'opera crea una storia che è simultaneamente immaginaria e vera.

Rappresentandosi attraverso i busti d'argilla, che sono accompagnati dalle registrazioni di voci gutturali, l'evento suggerisce un ritorno alla fase prelinguistica della prima società umana. Come un tema ricorrente nella sua opera, Ratman esplora la tensione fra lo schema universale del comportamento umano da un lato e le divisioni di lingua, di nazionalità o di governo dall'altro.

The Workshop's concerns are, in many ways, close to those of Che Che the Gorgeous, Alligatoriver, and other of Ratman's works. He once again introduces a group of people, numbering about thirty a community of non-actors, including some of his closest friends (who appear in other of his works as well). As he himself has said, it was important to him to take this voyage with his community of friends. It was even more important, however, that the group look like a community. Clearly, there is no hierarchy at work in this group, which appears to operate in an organic way. Ratman quotes sociological and behavioral theories that study the pre-social behavior of humans in terms of both language and social structures. It has been suggested that groups of as many as thirty people can communicate with limited language, and without hierarchy or leadership. In the essay by Pioter Shmugliakov that appears in this catalogue, Shmugliakov, who appears in most of Ratman's works, expresses the joy that spread among Ratman's friends when he was selected to represent Israel at the Venice Biennale; they knew he would take them along. %is community is the fundamental starting point of Ratman's works. But, as Shmugliakov shows, this choice is not only social, but aesthetic as well a choice by virtue of which the work of art becomes universal.

 

Curatori : Sergio Edelsztein
Artisti : Gilad Ratman

 

Web site http://www.biennale.org/

 

 

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