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Personne et les autres

 
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ARTEXT : La Biennale di Venezia
56 Esposizione Internazionale d'Art
e

Giardini di Castello - Belgio

 

Personne et les autres

 

Il Padiglione del Belgio alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia presenterà il lavoro dell'artista belga Vincent Meessen (Baltimora, 1971, vive a Bruxelles) insieme alle opere di altri artisti internazionali : Vincent Meessen and Guests, Mathieu K. Abonnenc, Sammy Baloji, James Beckett, Elisabetta Benassi, Patrick Bernier & Olive Martin, Tamar Guimarães and Kasper Akhøj, Maryam Jafri, Adam Pendleton. Il suo progetto intitolato Personne et les autres, spezza la tradizione della rappresentanza belga a Venezia, sinora costituita dalla presentazione di opere di uno o al massimo due artisti. Quindi il progetto dell'artista selezionato per rappresentare il Belgio alla Biennale Arte 2015 sfida le nozioni tradizionali della rappresentanza nazionale allontanandosi dal concetto tradizionale di una mostra in assolo per aprirsi ed esprimere posizioni e voci molteplici.

Il titolo della mostra, Personne et les autres, che potrebbe tradursi con 'Nessuno e gli altri', è preso a prestito da un volume andato perso di André Frankin, critico d'arte belga affiliato al gruppo del Lettrismo dei Situazionisti internazionali. Questa mostra trae spunto dalla storia del Padiglione belga e dal contesto internazionale della Biennale (che derivano entrambi dalle esposizioni coloniali ed internazionali) per poi andare ad esplorare le conseguenze del groviglio storico, politico, artistico e culturale risultato dai reciproci influssi tra Africa ed Europa ai tempi della modernità coloniale e successivamente ad essa. Il padiglione belga fu il primo padiglione straniero costruito nei Giardini di Venezia, sotto il regno di Leopoldo II; percio 'Il lavoro e la ricerca artistica di Meessen non hanno mai smesso di indagare e di interrogarsi sulla storia e le conseguenze della modernità coloniale'.

Attraverso micro-storie sconosciute o ignorate, la mostra rivela versioni alternative o 'contaminate' da una modernità risultata dai numerosi intrecci sorti dal colonialismo, e riporta alla luce storie emerse dalle gerarchie coloniali o in reazione a queste. Il progetto mira ad intuire profondamente le diverse forme sia artistiche che culturali o intellettuali scaturite da questi scambi.

Personne et les autres mette quindi in crisi l'idea eurocentrica della modernità attraverso un esame condiviso dei lasciti avanguardisti, marcati da un'impollinazione incrociata, artistica ed intellettuale, tra Europa ed Africa. Attraverso il lavoro degli artisti, la mostra traccia un percorso nel tempo ricollegando la critica della modernità coloniale a movimenti quali Dada, CoBrA ed il movimento Situazionista internazionale (1957---1972), l'ultimo dei movimenti rivoluzionari dell'avanguardia internazionale, che indisse la propria ultima conferenza nel 1969 proprio a Venezia, nonché all'emancipazione Nera, al pan---africanismo, ai movimenti per l'indipendenza dell'Africa, ed al movimento 'Global 68' (propaggine meno conosciuta del maggio 68 nel Sud globale).

Al centro del concetto fondamentale della mostra, la nuova opera audiovisiva di Vincent Meessen, che riscopre il ruolo d'intellettuali congolesi praticamente sconosciuti che però ebbero un ruolo preminente in seno al movimento Situazionista internazionale : l'artista trae spunto da un documento totalmente inedito ed inatteso, le parole di un canto di protesta firmato da un ex situazionista, Joseph M'Belolo Ya M'Piku; scritto in lingua kikongo nel maggio 68, questo canto rivela attività totalmente sconosciute della storia del movimento. Insieme all'autore, Meessen lavora sulla canzone e ne re---interpreta il testo sotto forma di opera filmica e musicale : una rumba, registrata a Kinshasa nel locale notturno Un Deux Trois, fondato nel 1974 dal leggendario musicista congolese Franco Luambo, capobanda della famosa orchestra OK Jazz.

 James Beckett James Beckett Park Life: Lions and Tigers Shot Dead after Zoo Escape, 2012 Workshop cupboard doors, framed newspaper clipping on pole Dimensions variable


Vincent Meessen

[..] my project Personne et les autres challenges the notion of national representation by opening up the Pavilion to include multiple viewpoints. I developed the exhibition concept in close collaboration with curator Katerina Gregos and we invited ten other artists from four continents, all of whose work has explored the question of colonial modernity. For the first time, the Belgian Pavilion also features artists from Africa. Personne et les autres explores the consequences of political, historical, cultural and artistic interactions between Europe and Africa during the time of colonial modernity, and after. Probing unknown or overlooked micro-histories, the exhibition reveals alternative forms of modernity generated by colonial encounters and the aftermath of African independence.

I am really interested in the idea of 'collective intelligence', as I call it. Choosing not to have a solo exhibition in the Belgian Pavilion might seem rather unconventional, but in fact a large part of my practice is based on collaboration. Also in my 'para-curatorial' activities, I often invite artists with similar concerns to collaborate on projects. So my exhibition project for the Belgian Pavilion is very much in line with my practice to date, which has always involved a dialogue with others and the creation of a shared space of artistic exchange.

The Belgian Pavilion as I conceive it, is not a space of national nor communitarian representation. It restages a kind of internationalism that has structured the last century, and that is said to be swept away in 1989. Officially, I represent only one part of the country (the French-speaking part that is now called the Federation Wallonia-Brussels), as the two main linguistic communities of Belgium alternately 'inherit' the Pavillion. The funny thing is that my work is actually better known in the (Dutch-speaking) north of the country. But my proposal for the Belgian Pavilion - that opens it up to artists from other countries and continents - is precisely seeking to get out of this communitarian logic, and clearly rejects the deadly tendency to identify only with one's own community. We are all the other to someone. Difference is the basis of all creation.

Although the exhibition is very much anchored in the past, it re-considers history with a view to making a link with present-day issues through visual art. Both myself and the artists in the exhibition share a concern for history: in particular the rewriting and re-contextualising of deliberately marginalised histories. We bring them into the present to be viewed alongside contemporary concerns, offering an alternative understanding into how the past can impact the present.

 

Curatori : Katerina Gregos
Commissioner: Wallonia-Brussels Federation and Wallonia-Brussels International.

 

Web site: http://www.mondriaanfonds.nl/en/venice-biennale//

 

 

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