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The Luxembourg Pavilion
Andrea Mancini and Every Island
A Comparative Dialogue Act

 
A Comparative Dialogue ActAndrea Mancini & Every Island, A Comparative Dialogue Act, Exhibition view Luxembourg Pavilion 2024, © Delfino Sisto Legnani, Dsl Studio.


The Luxembourg Pavilion
Andrea Mancini and Every Island
A Comparative Dialogue Act
Curatrice Joel Valabrega



* Presentazione del progetto

A Comparative Dialogue Act mette in discussione la radicata nozione di autorialità artistica individuale presentando una serie di opere in cui gli artisti rinunciano al proprio ego in favore di una profonda esplorazione della creatività collettiva attraverso il suono.

Un programma di residenze d’artista previsto per tutta la durata della Biennale Arte 2024 trasformerà il padiglione del Lussemburgo in uno spazio produttivo in cui ogni singola esplorazione contribuirà a un corpus condiviso.

Questa esposizione esplora il potenziale trasformativo del suono come mezzo per stimolare la connessione e la comprensione. L’intento è di trascendere i limiti definiti da specifiche visioni su ciò che il suono è in grado di generare negli atti dell’interpretazione, della distorsione e dell’appropriazione.

A Comparative Dialogue ActAndrea Mancini & Every Island, A Comparative Dialogue Act, Exhibition view Luxembourg Pavilion 2024, © Delfino Sisto Legnani, Dsl Studio.


Il suono come mezzo

Il titolo A Comparative Dialogue Act riassume la natura di questo progetto sperimentale – un’esplorazione dei diversi linguaggi sonori e una contemplazione del dialogo oltre il visivo, nel mondo immersivo del suono come strumento di negoziazione.

Quattro artisti sono invitati a esplorare gli elementi che definiscono le proprie rispettive metodologie e pratiche artistiche. All’inizio della Biennale viene chiesto a ogni artista di creare una libreria di suoni che rappresenti il suo specifico approccio. Ciascuna delle librerie diverrà parte dello spazio del Padiglione, che si trasformerà così in un unico strumento condiviso. Nel corso dei sei mesi della Biennale Arte 2024, ogni artista usufruirà di questa libreria, utilizzandola per creare un paesaggio sonoro. Lo scopo è stimolare la collaborazione e la comunità attraverso la comprensione e l’interpretazione di ciò che è stato reso disponibile dagli altri e permettere, in contropartita, di utilizzare le reciproche librerie per la creazione di specifiche opere e performance.

Il corpus dei lavori, ossia le librerie e le produzioni svolte durante la residenza d’artista, sarà costantemente assorbito e reintegrato – mettendo in discussione le nozioni di autorialità e appropriazione delle opere; ogni contributo sarà condiviso, per alimentare un dialogo tra l’artista presente in un momento specifico e quelli che lo hanno preceduto, o che lo seguiranno all’interno dello spazio.

A Comparative Dialogue Act Biting, 2024, by Selin Davasse, A Comparative Dialogue Act, Biennale Arte 2024, © Riccardo Banfi, 2024


Ogni artista eseguirà una serie di performance. La performance è parte del lavoro artistico collettivo e rappresenta il momento in cui ciascun artista presenta al pubblico il proprio contributo. Sebbene gli artisti non si incontrino mai fisicamente, le loro ricerche si intrecciano in un processo ciclico di sintesi, rivelato attraverso l’interferenza, la comprensione e la fiducia.

A Comparative Dialogue Act si serve del suono come strumento per esplorare diverse prospettive sull’identità e sulla ricerca artistica. La collaborazione inedita tra quattro artisti emergenti, di diversa provenienza, riunisce la musicista e performer spagnola Bella Báguena, l’artista transdisciplinare francese Célin Jiang, l’artista turca Selin Davasse e l’artista svedese Stina Fors, suggerendo quattro approcci, diversi e tra loro incrociati, alle molteplici modalità di incontro tra identità, performance e suono. Esplorando gli ambiti dell’identità di genere, Báguena intreccia tra loro i suoni ispirati dall’intuizione, dalla motivazione e da un panorama di influenze che spaziano dalla cultura pop alle esperienze personali. Jiang adotta un approccio de-colonialista e cyber-femminista, miscelando arti, tecnologie e umanità digitali per stimolare la contemplazione dell’identità nel contesto dell’estetica trans-culturale. Davasse crea performance basate sulla ricerca, riconvertendo tecniche letterarie e performative per giungere a concepire passati e presenti alternativi, e futuri speculativi. E infine Fors, che lavorando attraverso coreografie, performance, percussioni e voci, esplora le profondità di un ‘corpo sonoro’, sprigionando una voce potente in bilico tra la forza letale e il richiamo della seduzione, per mettere in mostra le complessità del sé. Riunendo le opere di questi artisti, A Comparative Dialogue Act offre un fertile composto di queste voci singolari dando vita a un’elusiva opera d’arte sonora che si propone di ampliare i confini della produzione artistica contemporanea.

Durante le performance, gli artisti possono manipolare e mescolare l’insieme dei suoni a loro piacimento, integrandovi al contempo nuovo materiale, anche dal vivo. La sequenza di brani finale sarà registrata in un vinile che verrà pubblicato al termine della Biennale Arte 2024.

Lo spazio sarà costantemente accessibile al pubblico: l’installazione del padiglione è pensata per favorire momenti di appropriazione e performance, lsenza fissare confini tra l’artista e i visitatori che, al contrario, coabiteranno.

A Comparative Dialogue Act Andrea Mancini & Every Island, A Comparative Dialogue Act, Exhibition view Luxembourg Pavilion 2024, © Delfino Sisto Legnani, Dsl Studio.


Descrizione fisica del padiglione

Il padiglione è concepito come un’infrastruttura per la trasmissione del suono. La tecnologia viene utilizzata per svolgere un esperimento locale che esplora la diffusione della conoscenza e la progettualità aperta. La nozione di apertura non è in questo caso legata all’assenza di limiti ma, piuttosto, all’appropriazione ‘dell’altro’ e al suo contributo a scenari collettivi e indeterminati. L’infrastruttura del padiglione è costituita da quattro elementi: quattro pareti, la pavimentazione, il soffitto e un sipario. Le quattro pareti, o ‘muri sonori’, sono l’elemento centrale e rappresentano il sistema sonoro stesso. Posizionate su ruote, esse consentono all’artista di interagirvi e di lavorarvi sistemandole e risistemandole nello spazio. Ogni carrello sostiene una lastra di vetro: il suono è trasmesso attraverso una di queste lastre mediante un trasduttore, un altoparlante che genera il suono facendo vibrare una superficie rigida. L’artista decide in che modo utilizzare le pareti sonore durante il periodo di residenza. Queste pareti servono da strumenti durante la performance e, quando nessun artista è presente, per riprodurre la libreria di suoni registrati e i brani realizzati. Le quattro pareti sonore possono essere in sintonia, ripetendo in loop una precedente performance, ma anche in reciproca interferenza. Ognuno di questi momenti di confronto o interferenza tra i lavori di diversi artisti è definito ‘dialogo’. La pavimentazione, realizzata con piastrelle per pavimenti flottanti, funge da superficie vibrante sintonizzata con le pareti. Le piastrelle sono fissate a una rete di bass shaker, un tipo di trasduttore che trasmette le basse frequenze al suolo. Il controsoffitto ospita un’installazione luminosa e i terminali elettrici centrali dell’installazione, mentre un sipario divide acusticamente il padiglione dal resto delle Sale d’Armi.

In linea con la nozione di appropriazione continua che darà forma al contenuto del padiglione, l’infrastruttura viene modificata anche fisicamente. Sul rivestimento metallico della pavimentazione sono incisi simboli e testi che fungono da racconto cronologico del padiglione stesso, nonché da colophon e descrizione dell’opera. Essi mostrano la sequenza delle appropriazioni, come un palinsesto che permette al pubblico di orientarsi tra i momenti di performance e i momenti di dialogo.

A Comparative Dialogue ActAndrea Mancini & Every Island, A Comparative Dialogue Act, Exhibition view Luxembourg Pavilion 2024, © Delfino Sisto Legnani, Dsl Studio.


Concept dell’identità visiva

“L’identità visiva ha avuto origine da un processo collaborativo nel quale abbiamo progettato un alfabeto idiosincrasico collettivo basato sugli scritti di tutte le parti coinvolte nel padiglione, compresi gli artisti e la curatrice. Il carattere tipografico è stato quindi ottimizzato per fornire istruzioni a una macchina CNC e convertire i tratti umani in indicazioni numeriche destinate alla fresatrice. Questo processo ha facilitato la produzione di tutti i materiali grafici necessari, dal poster alla pavimentazione stessa del padiglione” (Lorenzo Mason).

Pubblicazione

L’esposizione sarà accompagnata da una pubblicazione e da un vinile. La pubblicazione fungerà da prequel e comprenderà un’introduzione di Bettina Steinbrügge, direttrice di Mudam Luxembourg, un saggio commissionato allo scrittore e musicista Dan Fox e un resoconto curatoriale di Joel Valabrega, unitamente a un ampio contributo visivo degli artisti incaricati. Il disco sarà distribuito al termine della Biennale, come sequel, e conterrà i risultati delle attività svolte nel Padiglione nel corso dei sei mesi. Nel loro insieme, andranno a formare una traccia fisica, tangibile, di A Comparative Dialogue Act. Questi materiali saranno pubblicati dal Mudam Luxembourg – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean, e progettati da Lorenzo Mason.

A Comparative Dialogue Act Luxembourg Pavilion, A Comparative Dialogue Act © Alessandro Simonetti


* Nota
Il Padiglione del Lussemburgo, intitolato A Comparative Dialogue Act, è una collaborazione tra l'artista italo- lussemburghese Andrea Mancini e Every Island. Il Padiglione è stato progettato come un’infrastruttura per la trasmissione del suono, uno spazio di produzione condiviso che sfida il concetto radicato di autorialità artistica individuale. Per tutta la durata della Biennale, il padiglione ospiterà quattro artisti ospiti che produrranno e presenteranno nuove performance sonore, ampliando così la definizione di opera d'arte collettiva. Célin Jiang sarà il secondo artista residente nel Padiglione dopo Selin Davasse.

Programma artistico Una collaborazione senza precedenti tra quattro artisti emergenti provenienti da contesti diversi, A Comparative Dialogue Act riunisce la musicista e performer spagnola Bella Báguena, l'artista transdisciplinare francese Célin Jiang, l'artista performativa nata ad Ankara Selin Davasse e l'artista svedese Stina Fors per presentare quattro approcci intersecanti alla i molteplici modi in cui identità, performance e suono possono incontrarsi. Il legame che definisce le loro pratiche artistiche è la scelta del suono come mezzo. Gli artisti non si incroceranno mai fisicamente durante le rispettive residenze: hanno condiviso una raccolta dei loro suoni prima dell'apertura del padiglione come base per il loro lavoro e ne lasceranno uno ciascuno dopo il loro passaggio. Pertanto, attingendo contemporaneamente a una libreria sonora esistente e formandone a sua volta una nuova, ogni artista produce un paesaggio sonoro, una sintesi del proprio lavoro e delle tracce lasciate dai suoi colleghi.

Il progetto riunisce queste opere e fornisce il palcoscenico per un’ampia composizione di queste voci singolari, convergendo in un’unica opera d’arte sonora che mira a ampliare i confini della produzione artistica collettiva.

A Comparative Dialogue Act Biting, 2024, by Selin Davasse, A Comparative Dialogue Act, Biennale Arte 2024, © Riccardo Banfi, 2024


 

A Comparative Dialogue Act
Andrea Mancini e Every Island
Curatrice Joel Valabrega, Mudam Luxembourg – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean
Padiglione del Lussemburgo alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
@ 2024 Artext

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