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Lo schermo dell’arte
Thinking Beyond
Moving Images for a Post-Pandemic World

 
Thinking BeyondRoman Khimei and Yarema Malashchuk, Dedicated to the youth of the world


Thinking Beyond
Moving Images for a Post-Pandemic World
a cura di Leonardo Bigazzi


Nell’ambito della XIV edizione dello Schermo dell’arte - Festival di cinema e arte contemporanea, inaugura il 9 novembre a Firenze in Manifattura Tabacchi, la mostra Thinking Beyond – Moving Images for a Post- Pandemic World a cura di Leonardo Bigazzi, prodotta e organizzata dallo Schermo dell’arte per il secondo anno con NAM – Not A Museum, il programma d’arte contemporanea di Manifattura Tabacchi. Fino al 12 dicembre saranno visibili le opere realizzate dai 10 artisti partecipanti alla decima edizione di VISIO-European Programme on Artists’ Moving Images, un progetto di ricerca e residenza rivolto ad artisti e artiste under 35 che lavorano con video e cinema promosso dallo Schermo dell’arte dal 2012. È questo il secondo appuntamento di un ciclo di mostre, inaugurato nel 2020 con Resisting the Trouble – Moving Images in Times of Crisis, che intende riflettere sulle modalità con cui gli artisti si relazionano alla complessità del presente superando canoni e modelli consolidati e immaginando nuovi mondi possibili. I film, video e installazioni selezionati intendono celebrare il potere trasformativo dell’arte e la capacità degli artisti di leggere situazioni tragiche e traumatiche come occasioni generative.

“Alla luce della crisi globale dovuta alla pandemia di COVID-19 è lecito chiedersi che ruolo può avere l’arte in un processo di ricerca di nuovi punti di riferimento e come gli artisti contribuiscono alla costruzione di una narrazione collettiva. La mostra di quest’anno riflette ancora tutte le incertezze del periodo che stiamo vivendo, ma allo stesso tempo intende immaginare nuove alleanze e modelli alternativi da cui ripartire.” Leonardo Bigazzi, curatore della mostra.

Gli artisti selezionati per questa edizione sono: Nelson Bourrec Carter (1988, Stati Uniti/Francia. Vive e lavora a Parigi), Alexandre Erre (1990, Nuova Caledonia/Francia. Vive e lavora a Parigi), PHILTH HAUS (1997, Stati Uniti. Vivono e lavorano ad Amsterdam), Roman Khimei and Yarema Malashchuk (1992, Ucraina. Vivono e lavorano a Kiev), ChongYan Liu (1995, Cina. Vive e lavora a Parigi), Eleonora Luccarini (1993, Italia. Vive e lavora ad Amsterdam), Thuy-Han Nguyen-Chi (1988, Germania. Vive e lavora tra Berlino e Londra), Eoghan Ryan (1987, Irlanda. Vive e lavora ad Amsterdam), VEGA (1990/1993, Italia. Vivono e lavorano a Roma), Janaina Wagner (1989, Brasile. Vive e lavora tra Parigi e San Paolo).

Il VISIO Young Talent Acquisition Prize (VII edizione), che consiste nell’acquisizione di un’opera da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei, è stato assegnato al duo di artisti ucraini Roman Khimei and Yarema Malashchuk per il video Dedicated to the Youth of the World II.

VISIO-European Programme on Artists’ Moving Images è un progetto di ricerca e residenza dedicato ad artisti under 35 che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica. Selezionati attraverso un bando internazionale, ad oggi sono oltre 120 gli artisti di base in Europa che hanno partecipato al programma. VISIO è strutturato in un progetto espositivo, in una serie di seminari, tavole rotonde, incontri e si fonda sulla costruzione di un’esperienza collettiva di condivisione generata da una comunità aperta di artisti, curatori e collezionisti. Agli incontri della decima edizione, che si terranno presso il Cinema La Compagnia e Manifattura Tabacchi, parteciperanno: Oliver Laric, Shirin Neshat, Stefano Mancuso, Iván Argote, Julian Ross, Etienne Bernard, Luca Lo Pinto, Stefano Collicelli Cagol, Ilaria Mancia, Alessandro Rabottini, Paola Ugolini, Samuele Piazza, Sofia Lanusse e Francesca Colasante.

Thinking Beyond – Moving Images for a Post-Pandemic World prosegue il percorso di ricerca dello Schermo dell’arte sulla pratica artistica degli artisti under 35, iniziato con le sei mostre precedenti organizzate alla Manifattura Tabacchi (2021), Palazzo Strozzi (2019 e 2015), Le Murate PAC (2018), Palazzo Medici Riccardi (2017), Cinema La Compagnia (2016).

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


Levittown
di Nelson Bourrec Carter, 13′, 2K, 2018. Courtesy l’artista.

Levittown è il primo sobborgo americano. E' stato creato dopo la seconda guerra mondiale come incarnazione dell'American Way of Life, per essere venduto a livello nazionale e all'estero. Ma divenne rapidamente una comunità segregata, poiché i suoi fondatori decisero di non vendere case a persone di colore. Nel film, un uomo latinoamericano attraversa questo quartiere residenziale mentre recita un monologo composto da battute familiari tratte da famosi film incentrati sulle periferie. Mentre il sole tramonta, una giovane donna in una casa vicina si trova di fronte a una minaccia invisibile che sembra in grado di sconvolgere l'apparente tranquillità della sua realtà. Levittown riflette sul fallimento della sua realtà. Levittown riflette sui fallimenti di un modello di società che fonda il proprio benessere e sicurezza sull'esclusione e la separazione.

Nelson Bourrec Carter
(1988, Stati Uniti/Francia. Vive e lavora a Parigi)
Nelson Bourrec Carter è un regista e artista visivo franco-americano. La sua pratica combina fotografia, film, installazione e performance, mentre la sua ricerca ruota attorno ai legami che intercorrono tra territori reali e paesaggi fantasticati, influenzati dall’impatto dell’immaginario popolare. Il suo lavoro si concentra principalmente sull’influenza che l’iconografia americana ha sulla costruzione dell’identità e della consapevolezza razziale. Opera in luoghi in cui ibridazione, storia, o architettura si prestano a nuove interpretazioni. I suoi film sono stati proiettati in festival come New Directors/New Films, Entrevues Belfort, Vila do Conde, e in istituzioni storiche come la CinémathèqueFrançaise, ma anche in musei come il MoMA di New York o il Musée d’Art Contemporain du Val-de-Marne.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


The feeling of nostalgia
di Alexandre Erre, 7’33’’, 2019. Courtesy l’artista.

The Feeling of nostalgia segue un rituale di abluzione dell’artista nelle acque incontaminate di un fiume in Nuova Caledonia, suo paese di origine. I movimenti ripetitivi puliscono lentamente gli strati di laterite depositati sulla pelle. Questa azione perfomativa affronta il grave problema dell’inquinamento dei fiumi e delle lagune della Nuova Caledonia causao dall’industria mineraria del nichel. Ma è anche un intimo riferimento all’atto di purificazione personale, un gesto delicato e liberatorio di lasciare andare ciò che nasconde l’identità rivelando la nostra vera natura. La colonna sonora è tratta dal film The Naked Island di Kaneto Shindo.

Alexandre Erre
(1990, Nuova Caledonia/Francia. Vive e lavora a Parigi)
Alexandre Erre è nato a Nouméa e attualmente vive e lavora tra la Francia e Kanaky (Nuova Caledonia). La sua pratica artistica ruota attorno alla propria esperienza di persona queer proveniente dalla Melanesia, e alla celebrazione delle culture e delle comunità dell’Oceania. Esplora questioni relative alla memoria, all’esotismo e all’insularità. Nel suo lavoro cerca di aprire spazi di cura e piacere in risposta alla violenza che popola la nostra vita quotidiana e la nostra immaginazione. Le sue opere sono state presentate in occasione di mostre e film festival come: Arte Nova 100, Pechino; Tales from the seashore, Hong-Ti Art Center, Busan, Corea; Arthaus Movie Theater, 41st Havana Film Festival, Cuba; 31e Festival – Les Instants Vidéo, Videodrome 2, Marsiglia.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


Sylla : Isdi
di PHILTH HAUS, 7’3”, 2021. Installazione: video a tre canali, fragranza. Courtesy gli artisti.

SYLLA è una intelligenza artificiale e membro del collettivo PHILTH HAUS, una comunità di entità che si incarnano in forma di scultura, video, suono e performance. Nello specifico, SYLLA ha il compito di esplorare la uncanny valley (la soglia di un perturbamento) in relazione alle modalità standardizzate di rappresentazione che gli individui si aspettano dall’umanità e dall’appartenenza a uno specifico genere. Il testo è una poesia che aspira al cambiamento basato su immagini pubblicitarie selezionate da SYLLA, mentre la musica è stata composta imitando quella utilizzata negli spot pubblicitari dei cellulari. L’installazione prevede anche una fragranza che esplora la dicotomia tra sintetico e naturale, giocando con i componenti tradizionalmente usati in noti profumi floreali: Le concentrazioni delle sostanze chimiche permettono al profumo di variare dall’odore dolce del gelsomino a quello pungente della putrefazione.

PHILTH HAUS
(1997, Stati Uniti. Vivono e lavorano ad Amsterdam)
PHILTH HAUS è un collettivo artistico composto da sei membri, o entità: ANDRA, SYLLA, LYLEX, COLY, ROCO, e PHILIP. Questa comunità è stata fondata da ANDRA e interagisce come un sistema di entità transizionali in costante evoluzione, alla ricerca di una forma. È un’attivazione materiale dell’immateriale, un processo di transustanziazione. Considerando questo come un processo di raffinazione dell’incarnazione, ogni entità è radicata in un’esperienza trans indispensabile. Il collettivo è attivo e ha esposto a Los Angeles, New York, Boston e Honolulu.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


Dedicated to the youth of the world II
di Roman Khimei and Yarema Malashchuk, 8’49’’, 2019. Courtesy gli artisti

Cxnema è il più grande techno-rave in Ucrania organizzato negli studi cinematografici Dovzhenko a Kiev. Lo sguardo della telecamera si concentra sui giovani partecipanti che ballano sui beat incalzanti della musica di Stanislaw Tolkachev. Per la gioventù di Kiev questo rito collettivo di moderna alienazione è un’occasione di libertà assoluta e di fuga dalle difficoltà quotidiane. La dimensione romantica viene però stravolta dal ritorno in città dove i giovani protagonisti frastornati e spaesati, non sembrano pronti ad affrontare il nuovo giorno e la sua vecchia realtà.

Roman Khimei and Yarema Malashchuk
(1992, Ucraina. Vivono e lavorano a Kiev)
Roman Khimei e Yarema Malashchuk dal 2013 lavorano sul confine tra cinema e arti visive. Si sono laureati direttori della fotografia presso l’Institute of Screen Arts di Kiev. Attraverso film e video installazioni, esplorano l’immagine della folla come un personaggio autonomo nella storia e nella cultura. Hanno ricevuto il Grand Prix del Young Ukrainian Artists Award (Muhi 2019), Best Short Documentary del Festival Internacional de Cine Silente, Messico (2019), e il premio principale del PinchukArtCentre Prize (2020). La video installazione Dedicated to the Youth of the World II è stata esposta in numerose mostre tra cui frei_raum Q21 a Vienna (2019), HMKV, Dortmund (2021), Baltic Triennial 14, Vilnius (2021). Il loro documentario di debutto New Jerusalem presentato in anteprima al Docudays International Film Festival 2020, ha ricevuto lo Special Mention Award al Kharkiv Meetdocs. Il duo ha recentemente esposto al Future Generation Art Prize 2021.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


19
di ChongYan Liu, 6’56’’, 2018. Courtesy l’artista

Liu filma dall’interno dell’abitacolo un viaggio in macchina di notte. La telecamera fissa e la ripresa in soggettiva registrano solo i fari che illuminano la strada, il numero dei veicoli e la pioggia battente. Durante il tragitto, l’artista ripercorre i traumi fisici e i ricordi di quando ha abortito per la prima volta, rivivendo in un flusso di coscienza senza filtri dubbi, paure e sensi di colpa di quel momento. 19 propone una riflessione coraggiosa e potente sulla vulnerabilità del corpo femminile e sui bisogni e le cure che necessita rispetto a quello maschile.

ChongYan Liu
(1995, Cina. Vive e lavora a Parigi)
ChongYan Liu ha studiato alla Central Academy of Fine Arts, Pechino, prima di trasferirsi a Parigi per ottenere la laurea in Artists & Exhibition-related Careers e un master in Belle Arti all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts. La sua ricerca è incentrata su narrazioni personali che l’artista esplora attraverso una combinazione di immagini in movimento e testi. L’uso di lunghe riprese nei video consente di rallentare e riflettere su tematiche urgenti attualmente al centro del dibattito pubblico, ma strettamente legate alla vita privata dell’artista, come abusi e conflitti familiari. Liu ha presentato le sue opere a Brunnenstraße 45, Berlino; ENSBA, Parigi; Collectif Jeune Cinéma, Parigi; Les Yeux Ouverts, Parigi; Villa des Arts, Parigi.

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The In/Extinguishable Fire
Thuy-Han Nguyen-Chi, 23’36’’, 2019, installazione: video a due canali, tavolo e palline da ping pong, specchi. Courtesy l’artista.

In questo video installazione a due canali, un padre e una figlia esplorano la loro relazione contemplando l’aereodinamica di oggetti volanti e raccontando frammenti di microstorie del periodo della Guerra Fredda in Germania, luogo di nascita della figlia, e in Vietnam, luogo di nascita del padre. Il tavolo da ping-pong fa riferimento alla cosidetta Ping-Pong Diplomacy che nel 1971 ha avuto un ruolo chiave nell’aprire le relazioni a lungo congelate tra Stati Uniti e Cina, fungendo contemporaneamente da immaginario per i circuiti di influenza tra le persone su piccola e vasta scala, attraverso lo spazio e il tempo. Influsso di realismo magico, il lavoro di Nguyen-Chi esplora gli intrecci tra storie personali e collettive e il modo in cui sono plasmate dalla politica, dalla memopria e dal cinema.

Thuy-Han Nguyen-Chi
(1988, Germania. vive e lavora tra Berlino r Londra)
La sua pratica muta passando dalla scultura, all’installazione, dall’immagine in movimento e alla ricerca interdisciplinare. Le sue opere esplorano immaginari di libertà all’intersezioni tra pratica e teoria del cinema, refugee studies e studi postcoloniali, memoria personale/ protesica e storie individuali/collettive. Nguyen-Chi ha studiato Belle Arti alla Städelschule, e Film alla School of the Art Institute of Chicago. Attualmente sta studiando per un dottorato di ricerca in Film alla University of Westminster. Ha esposto le sue opere a Art Hub Copenhagen; Atletika, Vilnius; Centro di Musica Contemporanea di Milano; Haus, Vienna; Kunstverein Nürnberg, Nürnberg; Museum für Moderne Kunst, Francoforte; Nottingham Contemporary, Nottingham; Sàn Art, Saigon; Site Galleries, Chicago; Whitechapel Gallery, Londra.

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A Sod State
di Eoghan Ryan, UHD video, 22’4’’, 2021. Courtesy l’artista.

A Sod State affronta I problemi pre e post Brexit in Irlanda del Nord come un teatro politico ripetitivo, usando come un modo per parlare di scontri binari, conflitti e confusioni della condizione umana. Il lavoro riflette sugli effetti dell’essere costantemente esposti a una narrazione di violenza costruita attraverso immagini e stereotipi e rafforzata da una combinazione di credenze religiose, culture pop e politica statale. Mettendo in discussione anche il ruolo dell’arte e dei media. Ryan immagina uno spazio in cui le percezioni attuali e la violenza del dover scegliere si dissolvono.

Eoghan Ryan
(1987, Irlanda. Vive e lavora ad Amsterdam)
Eoghan Ryan utilizza le immagini in movimento, l’installazione, la performance, la scultura e il collage, come set o episodi, per affrontare la disintegrazione del linguaggio. La sua ricerca nasce dalla necessità di convivere, immedesimarsi e sovvertire il canone occidentale e riformularlo per un immediato impegno sociale. I suoi video si inseriscono nel divario tra spazio pubblico e trauma privato. Le sue opere sono state esposte presso la Fondazione Pernot Ricard, Parigi; Kunstverein Freiburg; l’Irish Museum of Modern Art, Dublino; South London Gallery; Rowing, Londra; 427, Riga; Spike, Berlino; Serralves Museum, Porto; IFI, Dublino; Outpost, Norwich; Kem, Varsavia; Cubitt, Londra; Kim? Contemporary, Riga; Plastik Moving Image Festival, Dublino; CAC, Vilnius; Catalyst Arts, Belfast; BDP, Berlino; New Shelter Plan, Copenhagen; EEFF, Londra; FACT, Liverpool. Ryan ha recentemente concluso la residenza alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


Just 1 poem
di Eleonora Luccarini, 7’26’’, 2021. Courtesy l’artista.

Just 1 Poem fa parte di un progetto interdisciplinare legato alla scrittura come pratica performativa, interamente strutturato sull’identità del poeta Léonard Santé, alter ego maschile cisgender eterosessuale bianco dell’artista. Santé è lo strumento utilizzato dall’artista per ritrarre un certo tipo di mascolinità che fatica a decostruire se stessa e i suoi sottili tratti misogini. Melancholia by Lars Von Trier è il titolo della poesia recitata dal personaggio CGI di Santé ed è un riferimento al senso di precarietà costante dell’esistenza. La composizione è inclusa nella raccolta Léonard Santé, 13 poems attraverso cui il poeta, quindi l’artista, cerca di comprendere il suo rapporto complesso e contradditorio con la vulnerabilità emotiva, il genere, la sessualità, la religione, il futuro e le aspettative familiari.

Eleonora Luccarini
(1993, Italia. Vive e lavora ad Amsterdam)
Eleonora Luccarini si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Università IUAV di Venezia e il Sandberg Institute, dove è attualmente iscritta. Recentemente ha partecipato al festival Live Arts Week X curato da XING e al progetto di residenza Nuovo Forno del Pane presso MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna. Ha esposto presso Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2021), Quadriennale di Roma (2020), OGR Torino (2020), Cripta747, Torino (2020), Anonima Kunsthalle, Varese (2018) e LOCALEDUE, Bologna (2017). Nel 2019 è stata selezionata tra i partecipanti alla summer school School of Expressions tenuta da Valentinas Klimašauskas, Viktoria Draganova, Julie Béna, Zuzanna Czebatul, Pavel Sterec e Wojciech Kosma presso PLATO a Ostrava (CZ). Nello stesso anno ha preso parte al workshop New Methods tenuto da Amalia Ulman presso l’Università IUAV di Venezia.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


Florilegio
di VEGA, 2021, 9’40”. Courtesy gli artisti.

Florilegio indaga la relazione umana con la morte e il dolore attraverso i comportamenti e i rituali che mettiamo in pratica durante le cerimonie dedicate alla nascita e alla dipartita dei nostri cari. L’opera è il risultato di un lavoro di ricerca, appropriazione, montaggio e decontestualizzazione che gli artisti hanno condotto su video d’archivio per lo più amatoriali e trovati su internet, che rappresentano funerali di persone famose, baby shower e battesimi. Le immagini originali sono state totalmente decostruite per spostare l’attenzione sui fiori, simbolo centrale dell’opera e di Welcoming the Flowers di John Giorno, la poesia che l’ha ispirata. Nel video gli artisti rimettono anche in scena alcuni dei riti funebri descritti dall’antropologo Ernesto de Martino in Memorie e pianto rituale. Dal lamento funebre al pianto di Maria.

VEGA (1990/1993, Italia. Vivono e lavorano a Roma)
VEGA (Francesca Pionati e Tommaso Arnaldi) è un duo artisti visivi e registi di base a Roma. La loro ricerca nasce dall’urgenza di sviluppare una relazione tra elementipredefiniti o già contestualizzati - come materiali d’archivio, tradizioni o rituali - e linguaggi ed estetiche contemporanee, mettendone in discussione tutti gli elementi fondantiper far emergere ciò che è rimasto nascosto. Indagano principalmente storie e fenomeni delle subculture italiane con una visione gotico-cosmico-mediterranea. Nata all’incrocio tra video arte e docufiction, la loro pratica comprende anche l’uso della performance. Le loro opere sono state esposte al MACRO, Roma; Triennale di Milano; MEGA; e saranno presentate al Sant’Andrea de Scaphis. Nel 2021 hanno curato Iniziative di II, Roma. Arnaldi ha studiato arti visive a RUFA. Pionati ha completato gli studi in Film a La Fémis, Parigi, e al Filmakademie Baden-Württemberg.

Thinking BeyondThinking Beyond - Moving Images for a Post-Pandemic World, Manifattura Tabacchi, Firenze. Foto di Gianmarco Rescigno


Sailors Dogs
di Janaina Wagner, 7’, 2020. Courtesy l’artista.

Sailors Dogs è stato girato tra le rovine della cittadina di Velho Airao, nell’Amazzonia brasiliana. Fondata dai missionari portoghesi nel 1694, Airao era il punto in cui si concentrava tutta la produzione di gomma nella regione. Dopo una rapida ed inesorabile crescita economica, la città fallì e fu abbandonata. Sailors Dogs sovrappone l’omonima fiaba del poeta portoghese Herberto Heloder ai paesaggi smantellati del villaggio. In un’inversione prospettivista, le immagini testuali e visive si asssemblano all’interno di una foresta divorata dagli uomini. Riflettendo sulla precarietà e fragilità della natura umana e sui limiti del nostro rapporto con l’ambiente, il film mette in discussione la nostra posizione dominante nell’universo che abitiamo.

Janaina Wagner
(1989, Brasile. Vive e lavora tra Parigi e San Paolo)
Janaina Wagner lavora con il cinema, la fotografia, la scenografia, il disegno, il video e le installazioni, ricercando le relazioni di limite, controllo e conflitto che l’uomo instaura con il mondo. Attualmente è in residenza a Gasworks e sta conseguendo un dottorato di ricerca con Le Fresnoy-Studio National des Arts Contemporains. Wagner ha partecipato a diverse residenze artistiche, come FID Campus - Festival International de Cinéma de Marseille; Bolsa Pampulha; Festival Mondes Possibles - Théâtre Nanterre-Amandiers; Casa Tomada; Anarcademia W139 Amsterdam e NES Skagaströnd. Tra le principali mostre: A natural History of Ruins, Pivô (Brasile); Casa Carioca, MAR Museu de Arte do Rio de Janeiro; Ensaio de Tração - Pinacoteca do Estado de São Paulo; Simultan Festival XV – Unseen, Timișoara (Romania); 10ª Semana de Cinema do Rio de Janeiro.

 


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