Carlo Guaita    
 Carlo Guaita, Senza titolo (Lastre), 2011,  inchiostri su alluminio, cm 40x30  
Carlo Guaita  
Dove stiamo  
 
   
 

 

DOVE STIAMO 
     

 

C’è un residuo, un resto, una scoria, un sedimento non dilavato, che nel suo essere nulla,
essere insignificante in quanto non materia preesistente a tutto, non vista e non toccata,
e nemmeno essere un qualche “risultato”; in questa insignificanza esso tiene in sé tutti i processi.
Mostra tutto quello che è successo, tutto quello che non è stato proprio nel suo non aver partecipato a un risultato; non essendo stato pensato per un risultato; essendo sorto già fuori da una logica produzionante. E’ una traccia.
L’unica cosa (non cosa) che si può praticare, dire o fare proprio perché è impraticabile e indicibile.
Lì c’è la vera sospensione.
Il non prima e il non dopo. Presuppone principalmente l’uso visivo del non vedere,
più che del vedere (forse un vedere-non?...), dell’elaborazione e elencazione delle assenze;
assenze che non sono la mera mancanza, la quale non esiste semplicemente e immediatamente.
E’ la sua genesi che conta, è un lungo lavoro che avviene all’intorno e che non è eliminabile,
abbreviabile: richiede una sorta di dissipazione temporale,
un tempo di attesa e un tempo d’avvenimento, procedere recedere,
il segnare e cancellare, aggiungere e togliere. Mai l’una cosa in sé né l’altra,
ma la pellicola infinitesimale nel loro mezzo (spazio proveniente dal tempo e tempo generato dallo spazio).
Tutto questo lascia un residuo, un resto, una scoria…

 
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