SOTTOSQUADRI
…presi dei ferri arrugginiti e iniziai a “scarnificarli “ a togliere tutta la ruggine che li ricopriva fino a farli brillare nuovamente.
Poi li rimisi in studio nella stessa posizione in cui li avevo trovati la prima volta.
avevo ottenuto una forma astratta tramite una forma reale e avevo creato un fantasma.
Di lì a poco nacquero altre stelle… (Stella : Slitta)
Il lavoro è solo rispetto all’artista / Il lavoro è solo, rispetto all’artista
Partire dall’oggetto e non dal soggetto è l’unica strada possibile: vedere per poi dare un nome.
Ciò che mi entusiasma è la naturalezza con cui nascono certe visioni. Dentro di me c’è spesso il ricordo del momento in cui mi è venuto in mente un lavoro.
La danza è fondamentalmente una gara con la musica.
Ho sempre pensato all’arte come un modo per affezionarsi a tutte le realtà del mondo senza aver paura di trascurare niente.
I quadri scuri con vetro sono i miei preferiti perché mi ci posso specchiare.
Penso che un buon lavoro debba avere un solo e unico modo di essere realizzato e mille modi poi per essere letto dagli altri rimanendo sempre se stesso.
Ho sempre considerato la tecnica dell’incisione molto vicina alla scultura, grazie ai passaggi fisici che la regolano e ai materiali utilizzati, l’imprimitura come un bassorilievo. L’incisione è fatta di volumi e di sottosquadri tangibili.
Il primo tagliere che ho stampato è quello che apparteneva a mia nonna ed aveva un affossamento centrale dovuto alla mezzaluna.
Questo sottosquadro, si è rivelato in stampa un bagliore nel foglio, tanto da trovare una sua funzione in quello che poteva assomigliare ad un paesaggio romantico.
Da qui, decisi di chiamare questa serie di lavori “Sturm und drang”.
Il tagliere registra la bellezza della manualità umana inconsapevole e spontanea,
Penso a quanti taglieri possono esistere nel mondo e agli infiniti stili grafici che possano avere, tuttavia io li ho stampati solo undici, quelli a me più vicini, questo perché per me è più bello immaginarli tutti. (Sturm und drang)
…Un giorno pensai che ogni pittura, una volta finita, è infinitamente an plain air e che l’essere an plain air è fondamentalmente una condizione e non una scelta. (An plain air: le colline del Ricavo 1964)
Le luci psichedeliche riflettevano su quella vecchia pittura su tavola, dilatandola nello spazio. (An plain air: le colline del Ricavo 1964)
|