Frank O. Gehry    
  Shanghai Art Museum 2006 Biennale: HyperDesign
Gianfranco Maraniello
The 6th Shanghai Biennale 2006
 
   

 

Appunti di Viaggio

The 6th Shanghai Biennale 2006



E' la prima volta che parlo della Biennale di Shanghai in Italia - Non mi è mai capitato di farlo prima neanche alla miriade di giornalisti di tutto il mondo che si sono interessati a questo fenomeno e, a questa esperienza che da questo punto di vista è stata davvero straordinaria e inquietante.
Inquietante - e c'è un motivo, perchè in questo momento basta evocare la parola Cina - e pensiamo poi alla città che più di tutte lascia immaginare un' idea di prospettiva futura di Cina - e quindi Shanghai... Certo! La Cina...
Basta questo marchio, basta questo brand per suscitare notevole attenzione.

 

Bene quando si tratta di Shanghai, quando si è chiamati a lavorare ad un progetto come questo,
- Hyper Design - tutte le categorie, l'intrecciarsi di dinamiche e di pratiche che finiscono per condizionare la stessa pratica artistica devono quanto meno essere messe in discussione.
E poi cosa sta avvenendo in questo continente asiatico che tutti i reportage ne parlano e non solo le riviste legate all'arte, per raccontare l'esplosione dell'arte cinese, i risultati clamorosi delle aste? E non solo dei dati dell'economia cinese!!! Impressionanti.
E poi che cosa è la Cina in pratica?

Faccio appello alla conferenza che ho fatto nella scorsa stagione al Museo Pecci di Prato:
"L'esperienza della Cina" Il mio intervento era successiva a quello di Hou Hanrou, uno dei curatori orientali più alla 'page' - Curatore internazionale di mostre spettacolari. Lo abbiamo anche visto alla Biennale di Venezia in varie edizioni.
Hanrou esordì dicendo: Io non credo che esistano artisti cinesi, ci sono solo artisti internazionali, l'arte non ha confine geografico -
Sto sintetizzando, tuttavia in queste parole è facile capire i processi di globalizzazione - E l'arte veramente è uno di quei territori in cui la globalizzazione ha mostrato i suoi lati più facili, meno problematici.
Nel senso che ha creato una sorta di apparente democrazia, la possibilità di accesso a tutte le scene emergenti, la capacità di creare un nuovo linguaggio che è l'aggiornamento dell'arte contemporanea attraverso un sistema satellitare di istituzioni, di Biennali, un circuito d'arte - alla quale pratica fa riferimento anche la Biennale di Shanghai.

 

E poi ho avuto la fortuna di arrivare a Shanghai in un momento cui questo tipo di sensibilità e di attenzione era particolarmente rilevante, perché il fenomeno dell'arte cinese faceva sì che il ministro della cutura si occupasse di un progetto di esplorazione, di attenzione alla scena mediatica, di notevole portata.
Voi dovete immaginare che i maggiori quotidiani e settimanali, e la televisioni di tutta l'area dei paesi europei ed extraeuropei ed in parte americani, sono intervenuti in maniera massiccia a intervistarci, a cercare di capire, a fare domande, ad interrogarci sul senso di questa Biennale. E già succede qualcosa di profondamente diverso da ciò che accade quando si opera in un contesto europeo. Io non ho mai assistito, in vita mia, ad una tale attenzione e intelligenza e profondità delle domande relative ad un processo così complesso...

C'è stata come una continua interrogazione di senso a partire dal titolo stesso della Biennale per arrivare ad una sempre maggiore profondità attraverso un approccio analitico rispetto a qualsiasi contenuto proponessi.
C'era una volontà ed un desiderio di capire, di analisi, di superare barriere, di non cercare la notizia o lo scandalo o un titolo, di non preoccuparsi di avere un linguaggio superficiale.
Questo è stato come vi ho detto qualcosa di affascinante.
Così come affascinante è stata alla fine di una operazione molto complessa che vorrei raccontare - la soddisfazione pazzesca di dimenticare nello stesso giorno in cui si è aperta la mostra tutto l'intrecciarsi di dinamiche e di pratiche che finiscono per condizionare la pratica artistica: il rapporto tra gli operatori dell'arte - il sistema delle gallerie - il sistema delle professionalità - i vari interlocutori che sono alla base del nostro modo di fare quotidianamente il nostro lavoro... Ed un pubblico straordinario, se volete, non così scontato e non di professionisti o addetti ai lavori...

 

XVI Biennale di Carrara
Shanghai Art Museum 2006 Biennale: HyperDesign


A parte i numeri che sono impressionanti! Aver avuto più di cinquemila visitatori in media al giorno, che nel week end si aggiravano intorno alle ottomila presenze.
E' la mostra più visitata che sia mai stata fatta in Cina.

E questo è veramente straordinario e mi ha stupito anche perchè quello che...

Tanto per cominciare il modo in cui sono stato chiamato a lavorare a Shanghai.
Il mio incontro con gli interlocutori della Biennale di Shanghai, il comitato accademico e gli organizzatori che non è stato assolutamente un fatto straordinario. Anzi!
Un giorno ricevo una email - e questo per dire dei nuovi processi di comunicazione -
un banale contatto, una esplorazione. Ovviamente conoscevo la persona, ma in realtà mai personalmente incontrata fino ad allora. Una persona con cui ero stato in contatto, un curatore cinese che fa parte del comitato accademico della Biennale di Shanghai che mi ha posto alcune domande molto generiche, che ci ha portato ad una conversazione che mi ha incuriosito.
Non ho avuto altro motivo che la curiosità di cominciare a replicare su alcuni temi che poneva: i miei interessi - il rapporto tra arte e design - l' influenza dell'arte sulla vita quotidiana - sulla capacità di plasmare le categorie dell'intuitivo attraverso l'arte.
Non ho fatto altro che corrispondere - Iniziare una corrispondenza via email.

Ad un certo punto... mi è arrivato un invito ad andare a Shanghai, senza precisare ancora quale era l'obbiettivo. Sono arrivato a Shanghai - Ho avuto un incontro con il comitato accademico. E dopo otto giorni mi è stato detto: noi stiamo organizzando la Biennale di Shanghai, ci farebbe piacere averti parte curatoriale.

Immaginate dopo tutta questa dinamica... Io non ho mai curato una Biennale di arte - Ho avuto varie esperienze curatoriali e non credo poi che siano queste le dinamiche abituali - Certo funziona anche in qualche altro modo!
Però mi è stato offerto questo progetto che ho accettato perchè c'è stata fin da subito una condivisione di interessi basata esclusivamente sul piano teorico - speculativo.
Non stupisce!.. quando si visita la Cina. Non stupisce perchè la cultura letteraria fondata sui libri, quindi basata su uno studio, è parte fondante del campo magnetico straordinario e sempre attuale - e quanto sia preponderante nella formazione.

Io ho visitato la città di Shanghai e sono rimasto affascinato dalle sue librerie. Potete immaginare dei grandi magazzini, edifici a più piani che ospitano queste grandi librerie - E questo lascia supporre che ci sia una enorme diffusione almeno nelle città della Cina, di una importante editoria. 
[ continua ]


space
 
       
    Shanghai Art Museum 2006 Biennale website
  2007 © Artext