Filosofia della fotografia Comunicazioni
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A quale esigenza risponda il volume nell’intenzione dei curatori
emerge dal titolo: Filosofia della fotografia.
Con l’espressione “filosofia
della fotografia” vorremmo sottolineare come la fotografia
costituisca ancora oggi una questione fondamentale a livello conoscitivo,
estetico, etico, politico e dunque filosofico per l’uomo
contemporaneo. Nella vita quotidiana siamo spinti a confrontarci
con una serie di questioni connesse al nostro sguardo, che e
inscindibile dai dispositivi ottici, anzi, e sempre più di frequente
integrato in essi, nella misura in cui vi siamo connessi in modo
sempre più intenso e diffuso.
L’avvento del digitale ha indubbiamente
segnato un cambiamento significativo all’interno della
produzione di immagini, ma sia che si intenda porre l’immagine
digitale in discontinuità con l’immagine analogica sia che si propenda
per un rapporto di derivazione riteniamo che la fotografia
costituisca comunque un passaggio imprescindibile per chiunque
si interroghi sul senso delle immagini, sulla funzione dello sguardo
e sulla genealogia dell’osservatore contemporaneo.
Comprendere
la fotografia e le sue immagini significa muovere dal presupposto
che il dispositivo che le genera non può essere inteso come mero
strumento che si va ad aggiungere a un generico armamentario
tecnico in continua “evoluzione”, in grado di rendere possibili visioni
più precise, automaticamente finalizzabili a nuove scoperte.
Al contrario, concepire la logica di funzionamento di un dispositivo
significa considerarlo un vero e proprio “organo” attraverso
cui cercare conferme sensibili alle intuizioni teoriche che le hanno
precedute.
L’“ottica interiore dipende da quella esteriore, e non
viceversa”, scriveva Ernst Junger, parafrasando Goethe, a proposito
della nascita della fotografia. Un determinato “stile conoscitivo”
dominante all’interno di una cultura prende forma dotandosi
anche di “organi ottici” come la macchina fotografica, mediante
cui si articola un’espressivita visuale in cui e decifrabile il modo di
dare senso al proprio ambiente nel suo complesso.
Andrea Abati Piazza dell'Immaginario, 2014
all photographers slide show
Se consideriamo morfologicamente il dispositivo fotografico in
quanto nuovo organo ottico di una civiltà, allora ci disponiamo a
prenderlo sul serio, a considerarlo un insieme articolato di saperi
e pratiche di vita che rendono lo sguardo fotografico irriducibile
all’universo visuale che lo ha preceduto. In questo senso, le
immagini fotografiche non sono semplicemente immagini che si
aggiungono ai quadri, agli affreschi, alle stampe ecc., ma devono
essere soprattutto considerate monadi in cui è leggibile, sul piano
estetico, il modo di vivere complessivo dell’uomo contemporaneo.
Detto in altri termini, un dispositivo come la macchina fotografica
porta con se una serie di relazioni, di saperi e di tecniche
di oggettivazione da cui derivano inedite procedure di individualizzazione,
il che si traduce sul piano visuale in un osservare e un
essere osservati specifici.
Dunque, fare filosofia della fotografia significa partire dalle caratteristiche
proprie dell’osservatore contemporaneo, che è indissolubilmente
legato attraverso molteplici pratiche al dispositivo
fotografico, per arrivare ad affrontare una serie di questioni radicali
che vanno ben al di la dell’interesse specialistico dello studioso
di estetica, di storia dell’arte o di fotografia. Una di tali questioni
riguarda da vicino tutti noi che viviamo nella “società dello
spettacolo” ed è relativa alla liberta dell’osservatore nell’universo
delle immagini fotografiche.
Jonathan Crary ha giustamente sottolineato,
nel suo libro Le tecniche dell’osservatore. Visione e modernità
nel xix secolo (1990), che il termine latino observare mette in
luce come nell’azione del guardare sia implicitamente contenuto
un “adeguarsi”, un “conformarsi” a regole e a norme più o meno
esplicite, sicché l’“osservatore è soprattutto un individuo che compie
tale azione all’interno di una serie di possibilita, un soggetto che
è dunque inquadrato in un sistema di convenzioni e limitazioni”.
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Biblioteca delle Oblate : Filosofia della fotografia
a cura di Carlo Fei e Quinto Alto,
Relatori: Maurizio Guerri, Andrea Mecacci, Marco Signorini, Giorgio Barrera, George Tatge, Francesco Gnot,
Paolo Meoni, Andrea Abati , Nicola Cioni, Giacomo Costa, Alessandro Mencarelli, Bärbel Reinhard,
Daniela Tartaglia, liana Grueff , Mauro Magrini.
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