L’Ambasciata d’Italia e l’Italian Trade Commission, in collaborazione con la Facoltà di Arte, Chulalongkorn University, Accademia Bella Arti Firenze, Bangkok Art And Culture Centre, l’associazione culturale Blanco, sono lieti di presentare, Springs in white, a cura di Vittoria Biasi e Neung Lahopon.
La mostra, già presentata nello spazio della Lalit Kala Akademy di New Delhi, in India e presso il Rabindranath Tagore Centre di Calcutta, nell’edizione tailandese focalizza il progetto sul tema del bianco come viaggio, incontro, luce, rito. Le opere degli artisti italiani Pippa Bacca, Matteo Basilé, Carlo Bernardini, Enrico Castellani, Casaluce-Geiger, Fabrizio Corneli, Franco Ionda, Rita Mele, Cristiana Palandri, Dino Pedriali Drago, Paolo Radi, Angelo Savelli, In Albis, testimoniano una ricerca linguistica attorno ad un’idea di bianco, di rito quale filo di congiunzione tra la cultura orientale e occidentale.
Su questo comune terreno le opere Per Grazia ricevuta di Matteo Basilé, la documentazione fotografica del viaggio di Pippa Bacca, vestita in abito da sposa, l’installazione In Albis , la danza rituale di liberazione oltre la costrizione sociale in La tarantula di Casaluce-Geiger Incontrano momenti del pensiero buddhista. Amrit Chusuwan mette in scena le deviazioni del vedere per far riflettere sull’oltre l’apparenza, Vichai Sithiratn propone un’installazione sulla centralità del bianco come emanazione di buoni pensieri nel mondo, gli studenti della Chulalongkorn Universty sospendono sui fili bianchi mille pagine affidando al tempo i loro desideri.
Fabrizio Corneli con l’installazione, Dreaming women, posta lungo la parete della scalinata elicoidale, pone in relazione la luce naturale con quella artificiale, proponendone la declinazione. Cristiana Palandri accosta la documentazione della performance in cui raggiunge la liberazione dalle sovrastrutture alle opere testimonianza della conquista del bianco. Franco Ionda, Dino Pedriali immergono nella luce la visione della realtà umana tra un sentimento di accettazione e di invocazione. Carlo Bernrdini, Rita Mele, Paolo Radi documentano la svolgimento del percorso tra il bianco e la luce introdotto negli anni ’60 e presente in mostra con le opere di Enrico Castellani, Angelo Savelli.
Gli artisti Thai Sujin Wattanawongchai, Surachai Ekphalakorn, Jakkrit Karaket, Noppadon Chotasiri, Jirapat Pitpreecha, Krasin Inswang, Bencharong Kowapitaktat interpretano il progetto raggiungendo simbologie e linguaggi del bianco.
L’esposizione Primavere del Bianco nascono da un concetto di rito, proprio delle culture orientali su cui stato possibile costruire dialogo, uno straordinario viaggio linguistico e un incontro tra le identità dei tempi, dei linguaggi, delle culture.
Focus
* Cristiana Palandri
Unidentified object è la terza ed ultima azione, dopo Bound ed Oversight, che chiude un ciclo che ho iniziato nel 2007. La prima performance (Bound) è una scultura che racchiude un corpo umano , mentre nella seconda (Oversight) sono io che trasformavo il corpo dell’altra persona che performava con me in un essere ibrido attraverso l’uso di alcune mie sculture che univo ad essa,mentre in questa terza, costruirò sul mio corpo un ipotetica seconda pelle , una sorta di protesi spontanea avvalendomi di alcuni materiali ricorrenti nella mia ricerca, come capelli e piume, che costituiscono notoriamente la parte residuale e persistente del corpo umano-animale, e introducendo, stavolta, il recupero di oggetti spezzati e abbandonati, che in questo caso caratterizzano l’ambiente della città in cui ho realizzato la performance. Con questi materiali eterogenei mi coprirò interamente, bloccando il mio corpo attraverso queste protesi ingombranti che accecheranno il mio movimento fino all’ immobilità. Quindi, quest’azione che nel corso del suo sviluppo raggiungerà la completa stasi, diventerà concrezione di materiali dove il corpo che è sepolto in essi è serrato dal suo stesso agire. Così come in Bound, anche in Unidentified object, l’uomo diventa l’organo interno, in questo caso, della sua stessa costruzione che riattiva e ricompone casualmente ciò che, nonostante la dispersione, è atto a durare al di là della sua esistenza.
Bangkok 2009
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