TPO (I)
[ INCOLTO ]
[Incolto] è un "ambiente
sensibile" che si dichiara disponibile ad essere svelato,
ma vi si oppone. Sensibile al linguaggio della prossimità dei
corpi, richiede al visitatore di variare il proprio punto di vista
per far agire il sistema e interagire con le immagini, i suoni;
nel mentre si stabiliscono le regole di questa relazione, qualcosa
può essere portato a chiarezza. Paradosso dell'incontro,
in bilico tra definizione e illeggibilità, le forze cercano
una modulazione.
progetto/project compagnia TPO
ideazione/concept Elsa Mersi
performer Anna Balducci - Piero Leccese -
ISOLE COMPRESE (I)
XXL.EPS EXTENDED PEEP-SHOW
Una cabina. Un vetro. Una poltrona per uno spettatore. Tre performers
. 5 minuti. Tre donne. Da scegliere. Inghiottiti dallo spazio.
Dalla vagina. Dalla morte. In apparenza. Nella verità. Estasi.
Disperazione. Follia. Reclusione. Sensazione di pericolo.
Lo spettatore entra.
Entro. Sto per morire. Vedo quello che vede un essere agonizzante.
Si capisce la morte nel sentire la vita come un’agonia prolungata
in cui queste s’intrecciano. “Ognuno porta in sé non
solo la propria vita, ma anche la propria morte.”
La performer entra.
Sta per morire. Violata, si appresta a violare. Come tu entri in
me, io entro in te.
IDEA: Alessandro Fantechi Cesare Torricelli
Direzione Artistica/artistic direction: Elena Turchi
CUOCOLO/BOSETTI
PRIVATE EYE
IRAA THEATRE (MELBOURNE, AUSTRALIA)
Uno e’ tanto più autentico quanto più e’ vicino
a quello che ha sognato di essere.
Agosto 2004, Perth, Renato C. chiede ad un investigatore privato
di seguire e filmare sua moglie Roberta B. Da quel materiale, illecito
e intimo nasce ora Private Eye, presentato nelle stanze di un Hotel
per uno spettatore alla volta.
Un viaggio dai confini incerti, fra i sentimenti che proviamo e
quelli che ci rappresentiamo, fra quello che pensiamo di essere
e quello che siamo costretti ad essere. Illusione, rappresentazione,
finzione si sovrappongono e infine diventano una cosa sola con
quello che è.
Private Eye e’ uno spettacolo sulla costruzione di una identità fittizia,
ma non per questo meno vera. Abbiamo scelto per questo progetto
il luogo Hotel perché l’hotel è un luogo di
passaggio, e’ un posto dove ci si ferma in modo precario
durante un viaggio, dà l’idea della precarietà dell’esistenza,
del muoversi, cosi come il tema e il centro di “Private Eye” è basato
sulla mobilità dell’identità’, del viaggio
attraverso le possibili persone che siamo o potremmo essere.
Regia/direction: Renato Cuocolo
Con/with Roberta Bosetti, Renato Cuocolo