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kinkaleri
  “ CONTEMPORANEA 07 Festival ”

ALVEARE C-ARTE
percorsi performativi/performative events

 

KINKALERI
ALCUNI GIORNI SONO MIGLIORI DI ALTRI

La diseducazione. Senza progresso. Senza soggetto; parlo di uomo, di individuo come soggetto. Una forma del desiderio che si fa largo tra mille risposte giuste, la forma sbagliata, l’esercizio dell’errore come pratica continua al non capire, stupito come una mosca battente alla finestra. Vivere da postumi.
Ma alcuni giorni sono migliori di altri e se penso ad un titolo di repertorio penso a Romeo e Giulietta, come un testo pieno di romantico ardore, un volersi morti a tutti i costi, ché morti per morti non esiste paragone tra le tue braccia. Ma la mia visita oculistica prevede comunque un settaggio alla visione considerandola su sfondo bianco tra il bianco. Se c’è una cosa che so fare da ospite è diventare fantasma. Una lirica leggera, da idioti.

progetto e produzione/ Kinkaleri

 

FANNY&ALEXANDER
HELIOGABALUS

Le lingue impossibili “parlate” nello spettacolo sono liberamente tratte o ispirate ad alcune lingue impossibili letterarie e/o storiche: la tiptostenografia dell’uomo Tommy (“Nuove rivelazioni della psiche umana. L’uomo di Mannheim”
di Tommaso Landolfi), il Solresol di Jean François Sudre, il linguaggio poetico per balbuzienti della letteratura potenziale (i versi eco della “Poétique curieuse” di Brunet). Il medaglione acustico finale, “Aga magéra difùra”, è un omaggio alla bellissima, dannata lingua di Y. del “Dialogo dei massimi sistemi”, di Tommaso Landolfi. Che presenta elementi costitutivi diversi. Per la sala si muoveva un’umanità varia. Uno spettacolo vario. Vivo, imprevedibile e mutevole: Il loro è un linguaggio - e stupefacente, che non si limita alle mani o ai battiti, ma si esprime con il tremolio di tutto il corpo. (MARRONE). Numeroso e solo: - e solitari i tre attori si muovono dentro una solitudine che appare obbligata, sono nostri specchi minoritari e accaniti, ma condannati. (FOFI). Variegato e colorato (nero, rosso o bianco). Classificazione merceol. del commercio di opere (librarie): il mercato del - ristagna: l’opera è venduta solo in fascicoli autonomi. Dallo spettacolo Heliogabalus: terzo pezzo, terza parte, terzo fanciullo.

ideazione/creation: Luigi de Angelis e Chiara Lagani

 

TEATRINO CLANDESTINO
INOPPORTUNA PER LA PROFONDITÀ

Questa commissione è un’importante opportunità. Un luogo che non è un teatro, una durata e un contesto definiti precisamente, dei compagni e le nostre opere.
Nello spettacolo “l’alba di un torturatore” ci occupammo di aggiungere al precedente “fantasma dentro la macchina” (opera che documentava per mezzo di un’intervista ad Adriano Zamperini intorno all’esperimento di psicologia sociale di Stanley Milgram la maledetta capacità di troppe persone di obbedire all’autorità) la poesia che mancava, i nostri versi di stordimento e spaesamento davanti agli accadimenti che danno ragione ai risultati del celebre esperimento. Era una poesia attrezzata come chi perlustra una grotta profonda e che non sapeva quali parole adoperare per decifrare quei risultati che neanche poteva concepire come esistenti. Solo incitava ancora una volta alla ribellione.
In pochi ma veramente in pochi hanno visto quella discesa in quella grotta. Lo spettacolo non ha girato! Quella nostra poesia, comunque, scenderà ancora in grotta a cercare e a meravigliarsi delle forme e dei risultati.

Di/by: Fiorenza Menni, Pietro Babina

 

MOTUS
JUNKSPACE

Prossimi alla fine della fine della fine ce ne andiamo via da qui, via da qui, via… In cerca ovunque ma via da dove vegeti viviamo, congiunti nella sedazione, nell’assopimento da comfort diffuso e senza odore.
Siamo in attesa tutti in questo spazio continuo, tenuto insieme dall’aria condizionata, che nell’illusione del promiscuo ancor più divide e taglia… e i frammenti di questa povera umanità controllata sono ricomposti solo nella stanza della security!
Ah, ah! che catastrofisti siamo! Ancora ce n’è di tempo da vivere, il mondo ha la pelle dura, non muore, si trasforma, si allunga, si riconverte, si riassembla, si ripristina, si rinnova, si riprogetta, si ricicla… metà dell’umanità inquina per produrre, l’altra metà per consumare: si è trovato un certo equilibrio oramai. Dunque perché disperare. In questo spazio X succederà prima o poi qualcosa.
Intanto cominciamo a camminare.

Performancenumerica/numericalperformance
Con/with: Silvia Calderoni, Alexandre Rossi, Sergio Policicchio al basso
Video: Motus&Francesco Borghesi (p-bart.com)
Fonica/sound: Roberto Pozzi
Produzione/production: Xsmall


 
 
  LUOGHI : Teatro Metastasio - Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci - Taetro Fabbricone - Galleria Fornello - Officina Giovani - Teatro Magnolfi - Impianto sportivo polifunzionale Montemurlo -
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