KINKALERI
ALCUNI GIORNI SONO MIGLIORI DI ALTRI
La diseducazione.
Senza progresso. Senza soggetto; parlo di uomo, di individuo come
soggetto. Una forma del desiderio che si fa largo tra mille risposte
giuste, la forma sbagliata, l’esercizio dell’errore
come pratica continua al non capire, stupito come una mosca battente
alla finestra. Vivere da postumi.
Ma alcuni giorni sono migliori di altri e se penso ad un titolo
di repertorio penso a Romeo e Giulietta, come un testo pieno di
romantico ardore, un volersi morti a tutti i costi, ché morti
per morti non esiste paragone tra le tue braccia. Ma la mia visita
oculistica prevede comunque un settaggio alla visione considerandola
su sfondo bianco tra il bianco. Se c’è una cosa che
so fare da ospite è diventare fantasma. Una lirica leggera,
da idioti.
progetto e produzione/ Kinkaleri
FANNY&ALEXANDER
HELIOGABALUS
Le lingue impossibili “parlate” nello spettacolo sono
liberamente tratte o ispirate ad alcune lingue impossibili letterarie
e/o storiche: la tiptostenografia dell’uomo Tommy (“Nuove
rivelazioni della psiche umana. L’uomo di Mannheim”
di Tommaso Landolfi), il Solresol di Jean François Sudre,
il linguaggio poetico per balbuzienti della letteratura potenziale
(i versi eco della “Poétique curieuse” di Brunet).
Il medaglione acustico finale, “Aga magéra difùra”, è un
omaggio alla bellissima, dannata lingua di Y. del “Dialogo
dei massimi sistemi”, di Tommaso Landolfi. Che presenta elementi
costitutivi diversi. Per la sala si muoveva un’umanità varia.
Uno spettacolo vario. Vivo, imprevedibile e mutevole: Il loro è un
linguaggio - e stupefacente, che non si limita alle mani o ai battiti,
ma si esprime con il tremolio di tutto il corpo. (MARRONE). Numeroso
e solo: - e solitari i tre attori si muovono dentro una solitudine
che appare obbligata, sono nostri specchi minoritari e accaniti,
ma condannati. (FOFI). Variegato e colorato (nero, rosso o bianco).
Classificazione merceol. del commercio di opere (librarie): il
mercato del - ristagna: l’opera è venduta solo in
fascicoli autonomi. Dallo spettacolo Heliogabalus: terzo pezzo,
terza parte, terzo fanciullo.
ideazione/creation: Luigi de Angelis e Chiara Lagani
TEATRINO CLANDESTINO
INOPPORTUNA PER LA PROFONDITÀ
Questa commissione è un’importante opportunità.
Un luogo che non è un teatro, una durata e un contesto definiti
precisamente, dei compagni e le nostre opere.
Nello spettacolo “l’alba di un torturatore” ci
occupammo di aggiungere al precedente “fantasma dentro la
macchina” (opera che documentava per mezzo di un’intervista
ad Adriano Zamperini intorno all’esperimento di psicologia
sociale di Stanley Milgram la maledetta capacità di troppe
persone di obbedire all’autorità) la poesia che mancava,
i nostri versi di stordimento e spaesamento davanti agli accadimenti
che danno ragione ai risultati del celebre esperimento. Era una
poesia attrezzata come chi perlustra una grotta profonda e che
non sapeva quali parole adoperare per decifrare quei risultati
che neanche poteva concepire come esistenti. Solo incitava ancora
una volta alla ribellione.
In pochi ma veramente in pochi hanno visto quella discesa in quella
grotta. Lo spettacolo non ha girato! Quella nostra poesia, comunque,
scenderà ancora in grotta a cercare e a meravigliarsi delle
forme e dei risultati.
Di/by: Fiorenza Menni, Pietro Babina
MOTUS
JUNKSPACE
Prossimi alla fine della fine della fine ce ne andiamo via da qui,
via da qui, via… In cerca ovunque ma via da dove vegeti
viviamo, congiunti nella sedazione, nell’assopimento da comfort
diffuso e senza odore.
Siamo in attesa tutti in questo spazio continuo, tenuto insieme
dall’aria condizionata, che nell’illusione del promiscuo
ancor più divide e taglia… e i frammenti di questa
povera umanità controllata sono ricomposti solo nella stanza
della security!
Ah, ah! che catastrofisti siamo! Ancora ce n’è di
tempo da vivere, il mondo ha la pelle dura, non muore, si trasforma,
si allunga, si riconverte, si riassembla, si ripristina, si rinnova,
si riprogetta, si ricicla… metà dell’umanità inquina
per produrre, l’altra metà per consumare: si è trovato
un certo equilibrio oramai. Dunque perché disperare. In
questo spazio X succederà prima o poi qualcosa.
Intanto cominciamo a camminare.
Performancenumerica/numericalperformance
Con/with: Silvia Calderoni, Alexandre Rossi, Sergio
Policicchio al basso
Video: Motus&Francesco Borghesi (p-bart.com)
Fonica/sound: Roberto Pozzi
Produzione/production: Xsmall