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La rassegna come
sottolinea lo stesso autore nella sottostante nota, nasce a seguito
di una casuale performance vissuta a Parigi nel lontano 1973:
“…Ho scoperto Bellmer a Parigi nel 1973, acquistando
una sua piccola monografia in francese all’Artcurial, una formidabile
libreria e galleria d’arte ubicata in quegli anni in Avenue
Matignon ai Champs Elysées. Da allora l’ammirazione
per questo artista, sia per l’opera che per la vita tormentata,
non è mai venuta meno. Bellmer è un disegnatore prodigioso,
anche se il suo incipit lo vede scultore: nel 1933, a Berlino, costruì “La
poupée” (“Die Puppe”), una scultura surreale
in legno policromo a grandezza naturale, raffigurante appunto una
bambola.
Quest’opera non era altro che un gioco per adulti – adulteri? –,
uno strumento di liberazione dai complessi e, nello stesso tempo,
di protesta contro l’avanzare del nazismo.
Attraverso tutta la sua opera, egli è stato l’interprete
per eccellenza dei sogni erotici dell’intera umanità.
In pratica con il suo lavoro non fa che visualizzare le teorie psicoanalitiche
di Sigmund Freud. Quando i surrealisti parigini, città in
cui si era da qualche tempo trasferito, si accorsero di lui, lo
accolsero con piacere nel loro gruppo.
Da sempre considero Bellmer il maestro indiscusso dell’erotismo
surreale e, come discente – tenendomi beninteso a debita
suddistanza –,
sento di avere in comune con lui, almeno in queste mie “Lettere
da Citera”, una apprezzabile valenza erotica, dal momento
che le opere di questo ciclo tendono in maniera evidente a una
deriva erotico-concettuale, lontana forse ma non del tutto estranea
alla deriva erotico-surreale del maestro franco-tedesco". |
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