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Dora Garcia

 
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ARTEXT : La Biennale di Venezia
54 Esposizione Internazionale d'Art
e

Giardini di Castello - Spagna 

 

L’INADEGUATO, Lo INADECUADO, The INADEQUATE
Dora García

 

Dora Garcia (Valladolid 1965) conduce esperimenti incisivi sul formato della mostra, che intendono mettere in discussione le relazioni di potere tra il visitatore, l'opera d'arte e lo spazio del loro incontro. Il suo lavoro propone scenari semplici che catalizzano riflessioni caleidoscopiche. Pur con dei parametri elaborati rigorosamente, le sue opere restano una “forma aperta”, il cui obiettivo non è mai semplicemente l'esercizio del controllo, ma provocare in noi il desiderio di svelare e mettere in questione le dicotomie che lei, come una spia della Guerra Fredda, inserisce in ogni situazione.

Tutto può succedere.
Il lavoro di García è influenzato da artisti concettuali come Dan Graham e Isidoro Valcárcel Medina, così come dal pensiero deviante di Antonin Artaud e dall'umorismo derisorio di Jack Smith. Fa spesso uso di testi, storie e installazioni narrative per realizzare scenari performativi, che talvolta risentono della caratteristica comicità nera dell'artista. Queste situazioni incoraggiano, seppur in modo non determinante, una complessa riflessione su temi come il tempo di un'opera d'arte, il comportamento entro un contesto quotidiano e artistico, la nozione di controcultura, o la sottile linea tra realtà e rappresentazione.

Anche se avviato da García, “L'Inadeguato” è un progetto corale senza una voce dominante, i cui veri autori sono principalmente, ma non soltanto, connessi a un determinato dialogo di contro-cultura all'interno dell'Italia, e comprendono molte personalità.

La realtà è un'illusione molto persistente.
“L'Inadeguato” cerca di sviluppare una forma di mostra che sia, come spiega l'artista, “in un permanente stato di precarietà, de-istituzionalizzata e in transito”. La presentazione consiste in un palco centrale, al centro del Padiglione Spagnolo, e di una quinta distribuita nei cinque spazi laterali. Nella quinta trovano spazio una quantità di arredi scenici, contenuti in vetrine e tavole, da usarsi durante lo spettacolo ma anche da leggere come elementi costitutivi della mostra. Popolano questo spazio teatrale alcuni riferimenti storici pertinenti il dialogo tra devianza e creatività, tra cui documenti e reperti di scrittori quali James Joyce, Italo Svevo e Robert Walser, così come del pedagogista Fernand Deligny. La natura multi-autoriale del progetto permette l'esplorazione dell'inadeguatezza attraverso numerosi punti di vista. Da una parte, sostituisce l'idea della mostra con l'idea dell'occupazione e la presenza monolitica dell'artista con un teatro di esibizioni; d'altra parte rimpiazza la nozione del singolo padiglione nazionale con quella di uno de-territorializzato e collettivo.

L'arte è per tutti ma solo l'élite lo sa.
Anche se il progetto è aperto liberamente a tutti, non è fatto specificatamente per il pubblico, e va contro la nozione di spettatore come elemento che partecipa all'opera. Infatti “L'Inadeguato” segue una propria logica, accade con o senza la presenza del pubblico, che in ogni caso non potrà mai percepirne l'interezza. Lo spettacolo non viene registrato né tradotto, e non esiste un posto prestabilito da cui lo spettatore debba assistere all'opera. Nel contesto della Biennale di Venezia, “L'Inadeguato” opera come momento processuale, proponendo un senso di introspezione discorsiva e complicazione spaziale contrario alle convenzioni di spettacolo che tradizionalmente regolano questi eventi. Katya García-Antón.

 

Curatori : Katya García-Anton 

Autori : Dora García

 

Web site: http://theinadequate.net/

 

 

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