ARTEXT : La Biennale di Venezia
55 Esposizione Internazionale d'Arte
Giardini di Castello - Germania
Ai Weiwei, Romuald Karmakar
Santu Mofokeng, Dayanita Singh
Ai Weiwei ritorna con una nuova opera monumentale. Quando nel 1999 Denny Zacharopoulos presentò alla 48' Biennale il cinese Huang Yong Ping nel padiglione francese,
Ai Weiwei faceva parte del team dell'allestimento e si fermò a Venezia per quasi sei mesi. Ha imparato a conoscere così bene l'ambiente centrale del padiglione da riuscire a riprodurlo nel suo studio di Pechino.
Prendendo le mosse dall'opera delle 1001 sedie per Documenta 2007 e dalla torre fatta di vecchie porte e finestre nella Karlsaue di Kassel, l'artista ha progettato una scultura, composta incastrando degli sgabelli, che si snoda come una possente doppia elica attraverso l'ambiente principale del padiglione.
E ancora una volta i componenti della sua opera rimandano ad un pezzo di storia perduta.
Per centinaia di anni in Cina sono stati in uso questi mobili di legno che costituivano l'arredamento standard delle abitazioni e delle sale da té : sedile rotondo su tre gambe divaricate, buoni per la schiena e per stare in compagnia. Da tempo sono stati rimpiazzati da sedie in plastica come se ne trovano dappertutto nel mondo.
E se qualcuno non si sentisse a suo agio nel mezzo e sotto la struttura di sgabelli ramificata ed aggettante, la cosa è assolutamente intenzionale.
Il folclore di Ai Weiwei non è mai comodo. Nessun progresso civilizzatore smaltisce la storia in modo così definitivo da impedire che i ricordi continuino a riemergere come immagini mostruose.
According to Ai, governments cannot hide forever from what he calls principles and the true argument. He decries the loss of religion, aesthetic feeling and moral judgment, arguing that this is a large space that needs to be occupied.
To occupy that space, Ai continues to dream of social transformation, and he devises actions and works that evoke worlds of possibility.
For the 2007 Documenta a famous exhibition of contemporary art held every five years in Kassel, Germany Ai contributed two pieces. One was a monumental sculpture called Template, a chaotic Babel of doors and windows from ruined Ming and Qing dynasty houses. These doors and windows from the past seemed to lead nowhere until, oddly enough, a storm knocked down the sculpture. His second contribution was a work of social sculpture called Fairytale, for which he brought 1,001 people from China chosen through an open blog invitation to Documenta.
He designed their clothes, luggage and a place for them to stay. But he did not point them in any particular direction. On this unlikely trip through the woods, the Chinese pilgrims might find for themselves a new and magical world. They too might discover, as Ai did when he went to New York, a bowl of diamonds.
Curatori : Susanne Gaensheimer
Artisti : Ai Weiwei, Romuald Karmakar, Santu Mofokeng, Dayanita Singh.
Web site: http://www.deutscher-pavillon.org/en |