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Mark-Manders

 
 Padiglione | OLANDA | FRANCIA | GRAN BRETAGNA | ARSENALE |

 

ARTEXT : La Biennale di Venezia
55 Esposizione Internazionale d'Art
e

Giardini di Castello - Olanda 

 

MARK MANDERS. ROOM with BROKEN SENTENCE
Mark Manders

 

Window with Fake Newspapers
2005-2013 / offset print on paper, cellotape

MM : Ho tappezzato tutte le finestre dell'ingresso con finti giornali. Il mondo esterno è separato da quello interno come da un sottile strato di pelle. (Le mie mostre sono pensate per un visitatore alla volta, ed è una mia propensione naturale quella di separare il mondo esterno dalla mostra stessa.)
Non posso usare giornali veri, perché altrimenti l'opera sarebbe associata a una data e a un luogo ben precisi. Tutti i miei lavori danno l'impressione di essere appena stati realizzati e poi dimenticati da chi li ha creati. Non c'è nessuna differenza tra un'opera realizzata ventiquattro anni fa o da appena qualche giorno. Come le opere di una enciclopedia, sono interconnesse in un grande supermomento che è legato al qui e ora.
I giornali presentano tutte le parole della lingua inglese. E ciascuna viene utilizzata una volta sola. Per questa mostra uso solamente una piccola porzione delle parole contenute in questi fogli : tazza, osso, sedia, tavolo, testa, giornale Le fotografie nei finti giornali sono state scattate nel mio studio, e ne immortalano per lo più la polvere. Tendo ad evitare di inserire il linguaggio nelle immagini.

Shadow Study (Femur and Upper Arm Bone Connected by One Single Shadow)
2011 / iron, painted epoxy, painted porcelain / 64 x 64 x 151.5 cm

MM : Il Padiglione olandese, costruito sessant'anni fa da Gerrit Rietveld, è una sorta di macchina luminosa. L'edificio è stato progettato per incanalare la luce e trattenerla al suo interno, in modo molto ricercato. Ho installato la prima opera della mostra in un punto in cui la luce viaggia verso il basso. La tazza rovesciata in Shadow Study proietta un'ombra sulla riproduzione di due ossa umane : il mio femore destro e il mio omero sinistro. A volte, durante il giorno, una tazza si trova molto vicina all'osso della mia coscia, e ho gradualmente scoperto che, rovesciando una tazza vuota, questa proietta un'ombra sulla mia gamba. Volevo conservare questa ombra, possederla, e così l'ho trasformata in un'immagine.

Composition with Blue
2013 Wood, painted wood, painted epoxy 33,5 x 13,5 x 23 cm

MM: Ho realizzato quest'opera nel 2013. Avrebbe dovuto essere create negli anni Venti, ma a quell'epoca non ero ancora nato, E' una composizione di elementi verticali che compongono un armonico accordo musicale, e riempie una piccola lacuna nella storia dell'arte.

Fox / Mouse / Belt
1992 / painted bronze, belt /
15x120x40 cm

MM: Questa opera nasce dall'unione di tre parole distinte. Fox si riferisce a una volpe che ho immortalato nell'attimo in cui ha spiccato un salto, cogliendola in un momento preciso. Ho usato poi la mia cintura (beltà) per legarle un topo (mouse) al ventre, nel quale di norma sarebbe scomparso. Con un semplice gesto ho posizionato a terra questa unità che aveva luogo a mezz'aria, facendo in modo che la scultura affondasse ancor più nell'immobilità. Di conseguenza, quel momento sembra verificarsi in un progressivo presente o al di fuori del tempo. La stilizzazione crea una stasi incredibile, priva di un prima e di un dopo.
In quel periodo mi affascinava l'idea che le creature viventi possano scomparire dentro altre creature sotto forma di nutrimento, talvolta mentre sono ancora in vita, e allo stesso tempo volevo realizzare una scultura in cui un intervento umano fosse chiaramente riconoscibile. Ho finito per dipingere l'opera in modo che sembrasse fatta di creta bagnata; proprio per questo rivela una nudità estrema, vulnerabile, e dà l'impressione a chi la osserva di potervi affondare le mani. Questo è l'unico momento futuro che la scultura sembra in grado di catturare.
Durante la Biennale di Venezia sono esposte tre versioni di quest'opera: una all'interno del Padiglione, un'altra al MoMA di New York e l'ultima in un piccolo supermercato in via Garibaldi a Venezia.

Room with Broken Sentence
1992-2013

MM: Questo è un minuscolo dettaglio di una stanza su cui lavoro da molto tempo. Si tratta di un piccolo pezzo di un'entità più grande, situata altrove. In questa stanza, un sottile filo bianco traccia i contorni di un'altra, leggermente più piccola, come una lunga frase spaziale. Il filo sembra soggetto a una malinconica gravità. Attualmente incorpora nove parti consecutive, ciascuna composta da una tazza in rapporto a qualcos'altro.

Working Table
2012-2013 / painted epoxy, painted wood, painted canvas, iron,
offset print on paper / 368 x 142 x 225 cm

MM: Questo piano di lavoro consiste di due parti, una in cui disegnare o scrivere, e una frontale dove per il momento ho sistemato una grande testa fatta di legname, argilla bagnata. Se ti trovi in una stanza con una varietà di materiali e di oggetti del genere, questa è una delle cose che puoi realizzare e mettere davanti a te. La testa è composta da diversi elementi verticali che ora formano un accordo armonico.


 

Curatore : Lorenzo Benedetti
Artista : Mark Manders

 

Web site: http://www.venicebiennale.nl

 

 

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