Alter Eva. Natura potere corpo 2021, vista della mostra, Strozzina. Photo Ela Bialkowska
Alter Eva. Natura Potere Corpo
coordinata da Martino Margheri e Daria Filardo
a cura del Master Curatorial Practice IED Firenze
Fondazione Palazzo Strozzi presenta “Alter Eva. Natura Potere Corpo” una mostra che attraverso le opere di sei artiste italiane, innesca, partendo da un punto di vista femminile, una riflessione sul futuro fondato su nuovi principi di coabitazione naturale e sociale.
Protagoniste della mostra “Alter Eva. Natura Potere Corpo” sono Camilla Alberti, Irene Coppola, Martina Melilli, Margherita Moscardini, Marta Roberti e Silvia Rosi, artiste nate tra gli anni Ottanta e Novanta, le cui opere, tra scultura, pittura, fotografia e installazione, vanno a comporre negli spazi della Strozzina una narrazione sfaccettata dove la natura decostruita o immaginifica si affianca a corpi esibiti o raccontati, e forti dichiarazioni politiche dialogano con le storie intime e personali di appartenenza culturale. Tutte le sei artiste condividono un impegno rivolto al cambiamento per una trasformazione del nostro modo di osservare, parlare e agire nel mondo.
Mettendo in discussione il patriarcato, i ruoli di genere, l’antagonismo tra natura ed essere umano, i ruoli restrittivi e le relazioni di potere, la mostra costruisce futuri alternativi proponendo nuove possibili forme di relazione.
Con un gioco di parole che richiama il concetto di Alter-Ego, il titolo della mostra rimanda un nuovo modello di donna e si collega, in maniera suggestiva, alla teoria scientifica secondo la quale tutti gli esseri umani avrebbero una linea di discendenza comune nel DNA mitocondriale che si tramanda solo in modo matrilineare. La mostra parte quindi da una riflessione sui legami tra ogni donna e i suoi antenati e si estende fino ad abbracciare il mondo naturale, la flora, la fauna e le connessioni inter-specie, osservando la discendenza da una prospettiva antropologica e biologica.
Alter Eva. Natura potere corpo 2021, vista della mostra, Strozzina. Photo Ela Bialkowska
La riflessione critica della mostra si articola nella triade concettuale, Natura, Potere, Corpo che rimanda a tre principi cardine di mediazione con il mondo. La Natura che ci circonda e con la quale abbiamo un legame originario e un equilibrio da ristabilire; il Potere, ossia le relazioni che definiscono la struttura e l’organizzazione delle società; il Corpo, come centro e misura, come parte di un sistema complesso che continua al di là di noi.
Le arti visive che fronteggiano il dibattito contemporaneo indagano temi ricorrenti quali l’impegno per un futuro ecosostenibile basato sulla coesistenza tra specie diverse, lo scardinamento del punto di vista dominante nel racconto storico, il ripensamento del nostro modo di usare il linguaggio per dare forma al mondo.
La trasformazione culturale in atto investe numerosi ambiti della vita pubblica e privata e costituisce un terreno di ricerca per artisti, intellettuali, scrittori, registi e filosofi. La mostra Alter Eva. Natura Potere Corpo osserva questi cambiamenti attraverso lo sguardo di sei artiste che affondano la propria ricerca nei grandi temi della discussione contemporanea suggerendo visioni generatrici di nuove prospettive in cui lo sguardo femminile è perno essenziale del cambiamento.
Alter Eva. Natura potere corpo 2021, vista della mostra, Strozzina. Photo Ela Bialkowska
LE OPERE IN MOSTRA
I grandi disegni di Marta Roberti, realizzati su fogli di carta carbone, raccontano visioni di animali totemici e paesaggi esotici, apparizioni impalpabili sospese nel tempo; le sculture di Camilla Alberti, composte con frammenti organici e scarti industriali, danno forma a resti di creature mai esistite, come se ci trovassimo in un museo di scienze naturali del futuro. I calchi e le fotografie di agavi di Irene Coppola cristallizzano l’energia vitale e il decadimento delle piante ricordandoci la deperibilità, le ferite e la finitezza dei corpi.
Martina Melilli riprende il tema del corpo femminile raccontato in dieci interviste pubblicate sulle pagine di «Playboy» e trasformate in un ambiente immersivo in cui i cliché della rappresentazione femminile vengono meno.
Il rapporto con la parola scritta prosegue con il lavoro di Margherita Moscardini che presenta una scritta al neon tratta dal testo Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt, un messaggio che ricorda i fallimenti degli stati nazione e ci spinge a ripensare forme alternative di gestione delle cittadinanze e identità nazionali. Il percorso si chiude con la serie fotografica e i lavori video di Silvia Rosi che rivive la storia dei propri genitori migrati dal Togo, autoritraendosi nei panni della madre e del padre. Un transfer emotivo in cui si fondono biografia personale e storie collettive di tante famiglie costrette a lasciare il proprio Paese d’origine. Linguaggi e pratiche artistiche diverse trovano una linea d’incontro in un sentire comune; le esperienze di ogni artista presente in mostra mettono in luce uno spirito del tempo, dove la prospettiva femminile, impregnata di volontà di cambiamento, ha un peso specifico.
Alter Eva. Natura potere corpo 2021, vista della mostra, Strozzina. Photo Ela Bialkowska
Le linee progettuali
Alter Eva. Natura potere corpo offre una nuova rappresentazione della realtà, attenta alle molteplici declinazioni dell'alterità, da una prospettiva mitologica, antropologica e biologica.
La mostra introduce temi interconnessi tra loro, esplorando le relazioni tra l'uomo e la natura. Lo sfruttamento dilagante delle risorse naturali e la violenza umana sull'ambiente trovano una forma di corrispondenza nei fenomeni di controllo e marginalizzazione delle donne, rendendo sempre più evidente la necessità di tracciare futuri alternativi.
L'analisi del concetto di mostruosità mette in luce la paura dell'”altro”, portandoci a riflettere su noi stessi, sulla nostra eredità culturale, nonché sulla legittimità dei confini e della cittadinanza. La teoria scientifica di Eva mitocondriale suggerisce i legami tra tutte le donne e, in maniera estensiva, i legami di discendenza tra tutte le diverse specie viventi.
I temi della mostra e le opere si articolano in una serie di narrazioni che si collegano a una memoria collettiva ancestrale, legando l'esperienza personale a un patrimonio condiviso. Essendo soggetto al ciclo di nascita, crescita, decadimento e morte, anche da una prospettiva non umana, il corpo in tutte le sue forme ha un ruolo fondamentale per l'emancipazione e l'affermazione di sé.
Irene Coppola, Intimacy between strangers 2021
stampa fotografica su carta fine art montata su dibond 3 mm cm 120 x 80 Courtesy l'artista
Corporeità / Costrutti sociali
Abituati a vivere in una società in cui il corpo è strettamente percepito e visto attraverso il filtro del patriarcato, risulta sempre più difficile andare oltre ciò che c'è stato insegnato e soprattutto riconoscere quanto è in che modo la comprensione della parola corpo sia stata imposta senza essere stata precedentemente investigata.
Da definizione, corpo è “la struttura fisica, includendo ossa tessuti e organi, di una persona o di un animale”.
In questa definizione traspare chiaramente la differenza tra ciò che hai scritto sul dizionario e la percezione sociale della parola
Se da un lato la definizione non prende in esame l'aspetto o l'estetica, e in più include gli animali nel parlare di corpi, abbandonando lo sguardo antropocentrico, dall'altro la società ci insegna che corpo significa e rappresenta il modo in cui le persone appaiono (o dovrebbero apparire) e ciò su cui possono e devono essere giudicate.
Questa combinazione di realtà distorte e percezioni fuorviate, perpetuate dai media e dall’ immaginario sociale, contribuisce alla creazione di un mondo in cui il nostro sentire / sentirci e mediato da silenti dinamiche culturali che legittimano l’esistenza di una narrazione sociale dominante e implicita.
Ma è questa l'unica lettura possibile dei nostri corpi?
Margherita Moscardini, The Decline of the Nation State and the End of the Rights of Man 2020 Neon rosso cm 180 x 85 Courtesy l'artista
Cittadinanza / Spazio pubblico
Chi decide cosa siano un Paese, una nazione e un territorio? Vincere una guerra è sufficiente? O, piuttosto, sono i poteri locali a occuparsene? La storia dimostra che le minoranze apolidi non hanno mai ottenuto diritti inalienabili. Al giorno d'oggi, a causa di problemi climatici, motivi economici e guerre, esiste ancora un gran numero di profughi sfollati. Queste persone hanno perso le loro case, le loro identità e i loro diritti. I movimenti migratori di persone provenienti da tutto il mondo sono diventati una questione complessa, che impone di ridefinire il concetto di cittadinanza e usare lo spazio pubblico in modo nuovo e diverso. Quando sempre più persone si raggruppano, il termine “residente” non enfatizza più il proprio senso di appartenenza. L'ambiente fisico passa al secondo piano ed è sostituito dall'importanza della “esistenza spaziale” dei gruppi umani.
Lo spazio pubblico riacquista le sue caratteristiche originarie, quelle di un luogo non limitato dalla condizione economica o sociale della gente, dove chiunque ha diritto di entrare. Per la precisione, una “città-stato” non è definita come tale per via della sua posizione effettiva; è un'organizzazione fatta da e di persone, perché nasce dall'agire e dal parlare assieme, e il suo “spazio reale” è tra le persone che vivono insieme per questi scopi, indipendentemente da dove si trovano fisicamente.
Silvia Rosi, 2016, Studio Portrait, Foto Stefano Casati
Memoria / Eredità
Ultimamente, il punto di vista dal quale osserviamo e analizziamo l'eredità culturale ha subito uno slittamento che lo ha reso inscindibile dall'idea di memoria. I legami che uniscono questi due concetti vanno oltre l'uso della memoria per esprimere il patrimonio culturale a livello intellettuale. Appaiono dunque forti ed evidenti le connessioni tra questi termini e la costruzione del sé in relazione al mondo, sia come eredità della memoria e delle esperienze personali, sia come lascito della memoria collettiva del gruppo di cui facciamo parte. Pertanto, ciò suggerisce che sia la memoria che l'eredità culturale siano suscettibili agli effetti del presente, che li trasforma in ciò che in futuro, sarà soltanto un ricordo o un frammento di conoscenza dal passato.
Parlando degli effetti, e dei legami che uniscono questi due elementi, si apre la prospettiva di un piano empirico e teorico in cui possiamo riconoscerli. Il piano teorico è forse più noto in quanto esiste un ampio numero di artisti, scienziati e teorici, che hanno esplorato le idee di patrimonio culturale e memoria in relazione ai loro campi di ricerca. Sul piano empirico, invece, la memoria e il patrimonio culturale sono esplorati come qualcosa di tangibile, che ha un impatto sugli ambienti e sulle dinamiche di relazione sia tra l'uomo e la natura, sia sui nostri stessi corpi.
Martina Melilli, Corpo a corpo, 2021, Installazione ambientale, Courtesy l'artista
Eva mitocondriale / Legami interspecie
Mettendo l'uomo al centro dell'Universo, l'antropocentrismo sostiene che il genere umano è superiore a tutte le altre creature, mentre gli animali e le piante sono meglio le risorse da consumare e da cui trarre profitto. Benché tale visione del mondo possa essere considerata la causa della maggior parte dei problemi e dei disastri ambientali, riconoscere le connessioni che mettono in relazione tutti gli elementi naturali può invece spianare la strada alla guarigione (dell'uomo e del pianeta). Una volta presa coscienza dell interdipendenza tra uomo e natura, un esame incrociato tra antropologia e botanica riivera come allo stesso modo sia i corpi sia il fogliame portino le cicatrici causate dalla violenza dell'uomo e del passare del tempo.
Comprendere come tali temi si intrecciano offre un'alternativa più sostenibile a un'esistenza segregata, in cui gli esseri umani non appartengono alla natura. Il concetto di “Eva mitocondriale” porta l'attenzione sulla discendenza e sui legami femminili; in genetica, il DNA mitocondriale può essere tramandato solo in linea matrilineare, da una femmina alla sua progenie. Quindi, in termini scientifici, l’Eva mitocondriale non si riferisce alla prima femmina di una data specie, ma quella storicamente più recente, alla quale tutte le creature viventi di questa specie possono ricondurre la propria discendenza genetica. Se si rifiuta l'idea di supremazia umana, la teoria di una Eva mitocondriale può essere ulteriormente ampliata al legame tra ogni donna e i suoi antenati, ai legami condivisi da tutte le donne (e gli esseri umani), estendendo sì Inoltre al mondo naturale, alla flora e alla fauna, e alle relazioni interspecie che dobbiamo ancora comprendere appieno.
Camilla Alberti, Unbinding Creatures. La sala delle rovine. Organismo 2
2021, Courtesy l'artista, Foto Stefano Casati
Mostruosità / Alterità
Etimologicamente, il concetto di monstrum indica un qualcosa che è fuori dall'ordinario, che non rispetta, sia in positivo sia in negativo, i cannoli imposti dalla natura. I mostri sono sorprendenti creature ibride, umanoidi, animalesche, vegetali, oniriche, che prendono forma tanto nei miti e nelle leggende, quanto nella fantasiosa mente di un bimbo. Incutono terrore, ma lo stesso tempo ci attraggono, ci incuriosiscono, offrendoci, come davanti a uno specchio crudele, una visione agghiacciante: i mostri siamo noi stessi.
Cosa sono i mostri se non la rappresentazione di tutto ciò che crediamo di voler rifiutare della nostra stessa natura? Cosa sono i mostri sennò non immaginifico allo stesso tempo reale congelamento della complessità che non riusciamo ad accettare? E allora le donne sono tutte streghe, tutti quelli che provengono dal mare cercando fortuna sono “gli immigrati”, coloro che non rispettano le prescritte categorie morali sono “quelli diversi”. Il mostro è la realtà che non vogliamo vedere né accogliere, ma che ci viene inevitabilmente a trovare senza invito.
Marta Roberti, Pavone 2020 disegno inciso su carta carbone ricoperta di grafite cm 300 x 420 Courtesy l'artista
Ecosistema / Violenza maschile
Il nostro senso distorto della realtà suggerisce un livello di controllo da parte degli esseri umani sulla natura che non è conforme alla verità. L'attività umana ha portato all'estinzione un gran numero di specie animali e vegetali e danneggiato l’ambiente fisico in diversi modi, ma, mentre la sopravvivenza dell'Homo Sapiens è sempre più in discussione, la natura nella sua totalità non cesserà mai di esistere.
Il presunto livello di controllo crea nell'uomo un senso di comodità falso e strettamente correlato ai modi di pensare e agire patriarcali. Finché le persone e soprattutto gli uomini si sentiranno superiori, l'ambiente, gli animali e le donne verranno inferiorizzati, colonizzati e sfruttati. Le attribuzioni di caratteristiche femminili agli elementi naturali, come il termine “Madre Natura”, sono una prova di come la violenza contro l'ambiente sia un'estensione dell'oppressione che le donne subiscono. Quello che viene inflitto al corpo femminile si può considerare in parallelo ai concetti di dominazione, frammentazione e sfruttamento della vegetazione. Il corpo terrestre, come quello della donna, viene inquinato, disboscato è ridotto in pezzi di proprietà privata.
Alter Eva. Natura Potere Corpo.
Camilla Alberti, Irene Coppola, Martina Melilli, Margherita Moscardini, Marta Roberti e Silvia Rosi
coordinata da Martino Margheri e Daria Filardo
a cura del Master Curatorial Practice IED Firenze (2020/2021)