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Davide Balliano
L'Attesa

 
Davide Balliano Davide Balliano, L’Attesa 2019, exibition view, Firenze Museo Novecento.


Davide Balliano L'Attesa
a cura di Sergio Risaliti
Firenze Museo Novecento

*Nell'ambito del progetto Duel, curatori ospiti sono chiamati di volta in volta a collaborare con artisti attivi sulla scena internazionale per realizzare interventi site-specific ispirati alla collezione del Museo Novecento. Il titolo del ciclo rimanda, in tal senso, a un duello dialettico tra gli artisti contemporanei è il patrimonio civico museale. Per il quinto appuntamento, il Museo propone l'esposizione L'Attesa di Davide Balliano (Torino, 1983), curata, in via eccezionale, dal direttore artistico Sergio Risaliti.
La mostra nasce dal dialogo con la scultura di Arturo Martini (Treviso, 1889 - Milano, 1947) Susanna e si sviluppa attorno al tema dell'attesa. Secondo Balliano, nel suo sapore arcaico l'opera colpisce nel profondo per le sue fattezze quasi primitive, ma allo stesso tempo accarezza l'animo con una dolcezza infinita, in perfetta sincronia con il suo nome: Susanna, Giglio, simbolo di purezza. Un significato che rinvia anche la città di Firenze e al modernismo, che alla purezza del linguaggio figurativo ha sempre guardato per non farsi travolgere dalla realtà e dalla storia.

Le opere che Davide Balliano schiera a duello con Arturo Martini sono un corpus di lavori inediti, sette pitture e una scultura, insieme ad una serie di fotografie che testimoniano performance realizzate in passato. La mostra nasce dal dialogo con una scultura in 'pietra di Finale' realizzata da Martini nel 1935 circa e si sviluppa attorno al tema dell'attesa.
L'opera rappresenta la Susanna biblica, colta in una posa di contemplazione. La figura rivolge lo sguardo lontano, in attesa di un evento, che potrebbe anche accadere nell'intimo del personaggio. In dialogo con Susanna, Balliano espone una nuova scultura realizzata in acciaio specchiante, cava come un cilindro o un recipiente tagliato a metà. L'acciaio riflette e ingloba con la specchiatura tutto quello che appare nello spazio. E il contenitore - formalmente un'opera minimale e astratta - pur non potendo essere riempito da oggetti, cose, persone, si colma della realtà grazie alla riflessione del metallo.
La scultura agisce anche come una pittura.
Tutta la ricerca di Balliano opera infatti sulla sottile linea di demarcazione tra scultura e pittura, affrontando temi esistenziali e attuali, come l'identità dell'uomo nell'età della tecnica e il suo rapporto con il sublime, attraverso un linguaggio austero e minimale costruito attorno a geometrie astratte in forte dialogo con l'architettura. I riferimenti al Minimalismo e al vocabolario astratto ritornano anche nelle pitture, subendo una sorta di distorsione in direzione della realtà e dell'esistenza da cui Balliano non si vuole separare o distanziare tramite il ricorso a una logica e un linguaggio freddo e asettico. I meticolosi dipinti, frutto di una pratica che l'artista stesso definisce come monastica, appaiono ordinati e precisi in prima battuta, ma ad un osservazione più profonda rivelano graffi e abrasioni che mostrano la superficie lignea sottostante, quasi come fosse la decadente facciata di abbandonate intenzioni moderniste. Dietro alla cortina del puro formalismo, a cui le opere sembrano rimandare, l'artista dimostra in realtà di aver accettato l'influenza del tempo, delle vicissitudini e finanche delle emozioni quotidiane.
Completano la mostra alcune fotografie che testimoniano tre azioni distinte parte di un unico progetto Giving my back to the night I heard you lying to a giant: una riflessione sul mistero dell'attesa del sonno. Un momento giornaliero in cui ci apprestiamo a rinunciare a tutto ciò che siamo, lasciando sciogliere il controllo del nostro corpo, il pensiero razionale e il principio che legga causa ed effetto, irrompendo nella follia che è dei sogni.

Davide BallianoDavide Balliano, L’Attesa 2019, exibition view, Firenze Museo Novecento.

Pensieri sull'Attesa
Estate 2019
Davide Balliano

Nei mesi passati ho pensato ardentemente alla dinamica di questa mostra e alla sua natura duellante. La scultura di Arturo Martini Susanna o L'Attesa colpisce nel profondo per le sue fattezze quasi primitive, eppure accarezza l'animo con una dolcezza infinita, in perfetta sintonia con il suo nome: Susanna.
Giglio, simbolo di purezza.
Susanna è una figura femminile completa, consapevole della forza e del potere generativo e di seduzione del suo corpo, ma immacolata nella sua innocenza che rifiuta l'assoggettamento della sua natura ad una concezione maschile di madre e concubina. Susanna è una figura quanto mai contemporanea attesa da secoli, o un monumento a questa attesa.

Trovo significato anche nell'autore di questa scultura così profetica. Arturo Martini un convinto fascista che assistendo alla caduta del regime, finì per dichiarare la sua stessa pratica scultorea una lingua morta, in un rantolo di velenoso razzismo. Una figura maschile che speravamo fosse tramontata con il secolo scorso e che è pure le appare ora in tutto il mondo come la risposta alla confusione e al nichilismo che abitano il nostro tempo.
Il desiderio dell'uomo forte, della guida.
In Martini abitano però due anime contrastanti. L'Übermensch futurista/fascista è l'artista capace di cogliere con inspiegabile forza l'ardire della donna eterna, dirompente nella sua potenza e bellezza.

Il mio lavoro si è concentrato negli ultimi cinque anni sulla rappresentazione geometrica di un dialogo con sistema che ci circonda, ovvero le leggi di natura e l'universo che ci contiene. Ma nell'ultimo anno il mio sguardo da anni fissato al cielo, come quello di Susanna a chiedere, pretendere e aspettare, se ora si è ora rivolto all'interno.
La mia attenzione si è concentrata sulle dinamiche insite nella nostra natura di essere umani, in costante oscillazione tra i bisogni della specie e le pressanti richieste della tecnica. Un'identità ormai fortemente definita dalla fisica e dalla società moderna, eppure ancora così fragile, instabile e in attesa di conferme e significati. Questi pensieri si sono tradotti nella mia pratica pittorica in un bisogno di movimento e profondità. Le mie composizioni, sempre basate su una sobria assonanza di pochi elementi, spesso stratificati ma mai in prospettiva, ora sono animate da una vibrazione costante.

La scultura si è invece raffreddata, perdendo il calore organico della ceramica.
Ne è nato un oggetto freddo, monolitico, specchiante. Una forma concava, che sento come un architettura contenente un silenzio centrale che raccoglie e in qualche modo in qualche maniera risponde, restituendo il nostro sguardo. Come una sfinge che ribatte alle nostre domande con occhi fermi e imperscrutabili. La superficie dell'acciaio ci ripropone la nostra stessa immagine, ma capovolta. Ho voluto mettere questa sfinge a duello con Susanna. Questo è il cuore pulsante della mostra, la tensione centrale su cui ogni elemento ruota. Il pilastro di metallo gelido e neutrale è lo sguardo che fissa Susanna, la fonte delle risposte così tanto desiderate, la fine dell'Attesa.

Gli elementi pittorici e la scultura sono il mio contributo nuovo a questa mostra, le legioni che porto al mio duello con Martini.

Davide-BallianoDavide Balliano, L’Attesa 2019, exibition view, Firenze Museo Novecento.


Davide Balliano
Originariamente di formazione fotografica, Balliano si avvicina alla pratica pittorica e scultorea nel 2006 durante il suo trasferimento a New York, dove attualmente vive e lavora.
Le sue recenti mostre personali includono quelle a: Dirimart Gallery, Istanbul (2019), Tina Kim Gallery, New York (2019 e 2017), Museo Marca, Catanzaro (2018), 39 Great Jones, NewYork (2018), Luce Gallery, Torino (2017 e 2015), Timothy Taylor Gallery, Londra (2015), RoomEast, New York (2014), Rolando Anselmi Galerie, Berlino (2014 e 2012), Galerie Michael Rein,Parigi (2013), Location One, New York (2011), The Artists Space, New York (2009).Le sue opere sono state esposte in numerose mostre collettive tra cui quelle presso: David Zwirner Gallery, New York (2015), Sean Kelly Gallery, New York (2014 e 2010), Museo Madre, Napoli (2012), The Watermill Center, New York (2011 e 2009), MoMA PS1, New York (2010), Espace d’Art Contemporain de Castello, Castellon, Spagna (2010).

*Il testo introduttivo ed il testo di Davide Balliano sono tratti dal foglio critico realizzato dal Museo Novecento in occasione della mostra di Davide Balliano, L'Attesa, a cura di Sergio Risaliti. Firenze Museo Novecento.

 

Davide Balliano. L'Attesa
a cura di Sergio Risaliti
Museo Novecento
Firenze, P. Santa Maria Novella 10, 7 giugno - 12 settembre 2019
@ 2019 Artext

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