"We Wish You"
Antonello Ghezzi / Fiammetta Poggi
Intervista
“We Wish You” è il progetto speciale del duo Antonello Ghezzi dedicato alle festività natalizie e ideato per lo spazio espositivo dello studio di professionisti associati BBS-pro di Prato, organizzato dall’Associazione Accaventiquattro Arte con la cura di Davide Sarchioni.
Lo studio BBS-pro non ha solo ospitato la mostra, ha co-progettato e partecipato attivamente su invito di Antonello Ghezzi, scrivendo una parola legata a un desiderio o a un ricordo sul Natale.
Ogni singola parola è stata tradotta nell’immagine di una nuvola blu che presenta continuamente una variazione, applicata con vernice a spray su specchio.
Diventando così un’edizione speciale a tiratura limitata, regalo aziendale dello studio al suo team, esempio virtuoso di come l'arte possa interagire nei luoghi di lavoro favorendo esiti sorprendenti, di grande valore umano e culturale.
Fiammetta Poggi - Chi è Antonello Ghezzi?
Come nasce questo cortocircuito tra un nome singolare che in realtà rappresenta un collettivo?
Antonello Ghezzi - Antonello Ghezzi sono due artisti che hanno deciso di fondere i propri cognomi, come un gioco.
Uno dei due cognomi sembra appunto un nome ed ecco che lo scherzo è fatto.
Lo scherzo dura ormai da più di 11 anni, tanto è bastato per capire che avere due "cuori" e due "cervelli" ci rendeva più sensibili, forse addirittura privilegiati, perché dividere un sogno e realizzarlo come stiamo facendo, significa avere un sogno ancora più grande.
Albero Cosmico, 2021 e Don't Forget the magic, 2018 cornice antica, tela, pittura, luce a led. Foto Margherita Nuti
FP - We Wish You è una mostra dedicata al Natale, di cui l’opera più emblematica è l’installazione site-specific ‘Albero Cosmico’, una rivisitazione contemporanea del classico abete di Natale…
Come nasce, da cosa si ispira e da quali elementi è composto?
AG - L'albero Cosmico è una rivisitazione, a modo nostro, della storia dell'Albero di Natale.
Una storia che ci arriva da lontanissimo e che abbiamo scoperto essere comune in tutte le civiltà antiche. È un ponte con il cielo, il collegamento tra noi e il cosmo e per questo veniva decorato nei giorni più bui dell'anno, con simboli di luce.
Partiti da questa ispirazione non abbiamo fatto altro che comporre analiticamente i tre elementi: un grande cerchio di quattro metri fatto di miriadi di lucine colorate appoggia sulla terra e si specchia sul pavimento. Dal centro parte una retta di luce che si erge in verticale e giunge al terzo elemento, che dà il vero senso dell'opera: il puntale obliquo è un bagliore che si accende in tempo reale, quando un meteorite si infrange sulla nostra atmosfera sopra al bacino del Mediterraneo.
Tutto ciò è possibile grazie ad una lunga collaborazione che da anni portiamo avanti con gli astronomi del Radiotelescopio di Medicina (BO) che ci permette di "sentire" le stelle cadenti attraverso le onde radio e soprattutto ci consente di esprimere una raffica di desideri, di giorno e di notte, a tutte le ore, anche quando piove.
Amare libera amore, 2020 cornice antica, incisione su specchio, luce a led. Foto Margherita Nuti
FP - Come è stato lavorare in uno spazio ibrido?
Quali sensazioni vi ha dato l'ambiente e come è stato interagire con gli abitanti del luogo?
AG - La nostra esperienza pregressa, confermata anche questa volta, è che chi lavora in ambiti apparentemente lontani dal nostro, si fa assolutamente permeare dall'arte, la sente, la vive e la incontra volentieri. Aspettarsi che un commercialista o uno scienziato si emozionino di meno è una credenza ingenua che viene tutte le volte sfatata, ecco perché è un piacere lavorare negli spazi ibridi. Noi tutti -esseri umani- siamo attraversati costantemente da emozioni, d'amore, siamo fatti essenzialmente di relazioni e quando le opere parlano di questo, tutti hanno gli strumenti per farsi attraversare.
FP - La mostra "We Wish You" é un modo di permettere a tutti di esprimere un desiderio in qualsiasi momento, come voi stessi avete scritto nella filastrocca ‘Segnaletica per sognatori’ – ‘Tutto ci vuole portare più su: con il cuore in alto, la mente fino all’Iperuranio ed i sogni bene accesi’
Voi cosa desiderate per voi stessi? E per gli altri?
AG - Se rivelassimo i nostri desideri non si avvererebbero!
E poi sono tanti, tantissimi. Per questo abbiamo costruito una macchina-esprimi-desideri.
Un auspicio per gli altri però possiamo scriverlo: che siano a loro volta pieni di desideri e di sogni.
Antonello Ghezzi, "We Wish You" Visione generale mostra. Foto Margherita Nuti
FP - I vostri lavori da dove nascono? Quali elementi ed eventi vi portano alla creazione dell'opera?
AG - Immaginatevi due bimbi che stanno inventando un gioco, collaborano insieme nell'inventare gli scenari, le regole, le caratteristiche. Ecco, quella dinamica assomiglia un po' a quando insieme ci diciamo "Sarebbe bello che ci fosse..." e lì inizia l'idea, la creazione dell'opera.
Sarebbe bello che esistesse una Porta che si apre col sorriso (Mind the door, 2012), che tante persone che soffiano bolle contro i muri del mondo, li facessero scomparire (Blow against the walls, 2017), che esistesse il semaforo blu di Gianni Rodari (Via libera per volare, 2020), che ci fosse una macchina per esprimere desideri quando cade una stella cadente (Shooting stars, 2018), che si possa costruire un sigillo d'amore fatto di niente (Stringere lo spazio di me e te, 2020) e così via.
Paolo Sorrentino nel suo ultimo film ci rivela perché ha deciso di fare cinema, dice che la realtà è scadente.
Noi abbiamo la stessa esigenza, aggiungere a questo mondo qualcosa che lo renda più poetico e più magico.
Conosci te stesso, 2020 cornice antica, incisione su specchio, luce a led. Foto Margherita Nuti
"We Wish You"
Davide Sarchioni
Il lavoro di Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980) si caratterizza per il valore poetico e l’aspetto partecipativo attraverso cui l’arte diventa un mezzo per far riflettere, per far vivere meglio e far sognare, entrando nella vita quotidiana con opere e installazioni interattive che coniugano tecnologia, realtà e poesia.
“We Wish You” è la locuzione utilizzata per augurare un evento positivo che introduce inequivocabilmente all’atmosfera festosa e sognante del Natale, alle luci sfavillanti degli alberi addobbati, alla note di canzoni indimenticabili che ogni anno risuonano come un mantra fuori e dentro di noi per riportarci ai ricordi d’infanzia e ricongiungerci alla dimensione degli affetti familiari e amicali con i quali condividere un bilancio sull’anno trascorso, sollecitando un momento di riflessione interiore che spinge a desiderare un mondo migliore e a migliorarsi.
“We Wish You” diventa così l’espressione legata ai desideri più intimi di ognuno di noi affinché si realizzino, che attiene al senso profondo delle opere di Antonello Ghezzi presentate in questo progetto espositivo suddiviso in tre interventi distinti, ma concomitanti e in reciproca relazione.
Antonello Ghezzi, Progetto 'We Wish You' 2021.
Il primo è costituito dall’ “Albero cosmico”, una grande installazione centrale che invade lo spazio espositivo, appositamente ideata da Antonello Ghezzi ai quali è stato chiesto di fornire una loro interpretazione del tradizionale Albero di Natale, a cui essa si rifà sotto l’aspetto iconologico poiché è contraddistinta da tre elementi: un elemento orizzontale (chioma), uno verticale (fusto) e il puntale.
Il titolo nasce da una ricerca sull’origine dell’Albero di Natale che era un simbolo di unione tra la terra e il cielo e veniva addobbato per il solstizio di inverno con decorazioni che rappresentavano il Sole, la Luna e le stelle e di cui l’opera ne è la rievocazione.
Centinaia di luci natalizie, colorate e intermittenti, sono collocate a terra per comporre un grande cerchio da cui si erge una lunga ed esile asse luminosa con luce fissa che arriva fino alla trave del soffitto. Al suo culmine si interseca con una striscia di luce inclinata che funge da puntale o da stella cometa e si accende come un bagliore al passaggio in tempo reale di una stella cadente. Ciò è possibile grazie a un collegamento streaming permanente con il Radiotelescopio di Medicina in provincia di Bologna, concesso dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che permette di captare in tempo reale e attraverso le onde radio i fenomeni dell’atmosfera, come i meteoriti. In questo modo il pubblico dello studio può sostare davanti all’albero con lo sguardo rivolto verso l’alto, in trepidante attesa di esprimere il proprio desiderio nell’attimo in cui sopraggiunge un lampo di luce.
Antonello Ghezzi, Immagine mostra 'We Wish You'. Foto Margherita Nuti
Attorno all’”Albero Cosmico”, fulcro del progetto, ruotano diversi oggetti disposti alle pareti, opere realizzate in anni recenti che costituiscono il secondo intervento nello spazio espositivo. Sono specchi di varia foggia e dimensione recuperati da mobili dismessi sui quali gli artisti hanno inciso frasi e parole retroilluminate da una luce a LED. Riflettendosi nell’opera si può scorgere la propria immagine associata alle scritte luminose che emergono dalla superficie specchiante in tutta la loro evidenza quasi sussurrando messaggi alla parte più interna di noi, come se chi guarda recitasse quelle parole tornando ad ascoltarsi interiormente. Soltanto uno degli specchi esposti, anziché parole, presenta l’immagine di una nuvola azzurra che introduce a una dimensione onirica e surreale, restituendo l’idea sia visiva sia metaforica di Tenere la testa fra le nuvole.
Il terzo intervento è stato concepito come un’azione partecipativa che ha coinvolto 16 persone dello studio, invitate dal duo artistico a scrivere una parola legata a un desiderio o a un ricordo sul Natale. Ispirandosi ad ogni singola parola sono stati realizzati 16 specchi di dimensioni 30 x 30 cm ciascuno dei quali presenta una differente variazione della nuvola blu, quale emblema altamente evocativo della parola che si traduce in immagine. I 16 specchi sono diventati un’Edizione Speciale a tiratura limitata realizzata grazie a questa interazione, e custodisce i sogni e i desideri del Natale 2021 espressi da ognuno di loro. Anche l’Edizione Speciale di Antonello Ghezzi in esclusiva per lo studio BBS-pro costituisce un modello virtuoso di come l’arte possa interagire nei luoghi di lavoro favorendo esiti sorprendenti, di grande valore umano e culturale.
Antonello Ghezzi
Un collettivo composto da Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980).
Il duo, nato nel 2009 a Bologna, ha esposto in numerose istituzioni e musei internazionali tra cui: Biennale di Beirut, Wayfarers di Brooklyn New York, Parlamento Europeo di Bruxelles, Gnration di Braga in Portogallo, Museo per la Memoria di Ustica di Bologna, Miasto Ogrodow di Katowice, Palazzina dei Bagni Misteriosi di Milano, Artbab Manama in Bahrain, Tanit Gallery di Beirut, Sound Design Festival di Hamamatsu in Giappone, Istituto Italiano di Cultura di Atene, Usina del Arte a Buenos Aires, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo di Villa Croce di Genova, Moscow Bienniale, Pitti Uomo di Firenze, Sarajevo Winter Festival, Blik Opener di Delft, Arsenale di Verona, CIFF di Copenhagen, Chiantissimo presso San Casciano v.p. (Fi),Paesaggi contemporanei presso Radicondoli (Si).
Gli artisti collaborano con aziende e scienziati, inserendo l’arte nella vita quotidiana, con installazioni che coniugano tecnologia, realtà e poesia.