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Palazzo Strozzi
Helen Frankenthaler
Dipingere senza regole

 
 Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio

Helen Frankenthaler
Dipingere senza regole
a cura di Douglas Dreishpoon


La Mostra

*Attraverso grandi tele e sculture di Frankenthaler e numerose opere di altri artisti, il progetto si pone come una delle più importanti rassegne mai dedicate all’artista in Europa e la più completa rassegna del suo lavoro finora realizzata in Italia, con prestiti – oltre che dalla Helen Frankenthaler Foundation di New York – da celebri musei e collezioni internazionali quali il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra, il Buffalo AKG Art Museum, la National Gallery of Art di Washington, la ASOM Collection e la Collezione Levett.

Con la sua innovativa tecnica soak-stain (imbibizione a macchia), Frankenthaler ha segnato in modo indelebile l’evoluzione della pittura moderna, nel segno di un nuovo rapporto tra colore, spazio e forma. La tecnica prevedeva infatti l'applicazione di vernice diluita distesa orizzontalmente su tele non trattate, creando effetti simili a quelli dell'acquerello, ma su larga scala e con colori a olio. Frankenthaler applicava la vernice con pennelli o spugne, o direttamente da secchi, lasciando che si espandesse e si mescolasse in modo naturale, creando interazioni cromatiche uniche, segnate da transizioni sfumate e sovrapposizioni traslucide.


 Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio


Douglas Dreishpoon

L'inverno del 2000 vede l'avvio di molteplici conversazioni tra Ruth Fine e Helen Frankenthaler. La pittrice, allora settantunenne, vive con il secondo marito Stephen DuBrul a Darien, nel Connecticut. Ruth Fine, all'epoca curatrice dei Disegni e Stampe modernipresso la National Gallery of Art di Washington, nel 1993 aveva organizzato uno studio sulle stampe di Frankenthaler(1).
Il rapporto di lunga data e il legame di fiducia reciproca che le unisce emergono chiaramente dai loro ricordi sinceri, in particolare da quelli legati al primo matrimonio di Frankenthaler con Robert Motherwell, di cui l'artista racconta. Mentre parlano di questo capitolo della sua vita spunta il nome di David Smith, che Frankenthaler aveva conosciuto all'inizio degli anni Cinquanta tramite Clement Greenberg e che in seguito, nel periodo condiviso con Motherwell, diventerà un membro della famiglia molto amato (e probabilmente l'unico amico a cui è affidata la chiave della loro casa a schiera nell' Upper East Side). Il riferimento a Smith porta la conversazione sul terreno comune che unisce tutti gli artisti. Quando Frankenthaler descrive il suo legame con Smith come «un'altra frequenza», lo fa sapendo che gli artisti veri camminano sotto un cielo diverso e non hanno remore a fare le cose a modo loro(2).

Frankenthaler e Smith condividono un mantra simile quando si tratta di fare arte: nessuna regola. Non importa quale sia la tecnica artistica. Che si tratti di pittori o scultori, non importa, il messaggio è il medesimo: non avere regole significa non compiacersi mai di come si realizzano le proprie opere, dei materiali che si utilizzano, dei risultati ottenuti. La sorpresa e il fallimento sono parte del processo creativo. Lo stesso vale per la sperimentazione costante, per il superamento di ciò che si è già fatto al fine di potersi esprimere in modo nuovo. Smith riassume questo approccio durante un discorso tenuto a studenti e docenti della Ohio State University: «Nessuna regola, nessun equipaggiamento segreto, niente di niente, se non la convinzione dell'artista, la sua sfida al mondo e la sua identità»(3). La condivisione di un mantra ha dato luogo a un'amicizia importante.

L'amicizia è un aspetto fondamentale di questo progetto, è un'altra chiave per leggere e contestualizzare le innovazioni della stessa Frankenthaler. La pittrice sceglie con cura la propria cerchia ristretta di amici, e coloro che hanno la fortuna di farne parte vengono coccolati, celebrati e sostenuti. Come amici visitano i rispettivi studi, partecipano alle inaugurazioni, celebrano i successi reciproci e si aggiornano a vicenda dei fatti della vita. Quando si presenta un evento tragico, si riuniscono per condividere il dolore. Prima dell'avvento di fax, computer ed email, Frankenthaler e i suoi amici si scrivono, condividendo alti e bassi delle rispettive vite attraverso lettere, cartoline e messaggi ora seri, ora più leggeri. (Non tutte le amicizie di Franken- thaler possono essere documentate in modo esauriente attraverso lettere o fotografie; il rapporto stretto che lega Frankenthaler e Kenneth Noland, per esempio, è principalmente basato su telefonate e incontri di persona).
Alcuni estratti dalla corrispondenza di Frankenthaler con Smith, Anne Truitt e Anthony Caro ci regalano uno spaccato di come alcune amicizie creative si possano sviluppare in forma scritta.

 Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio


Dentro la cerchia.
Estratti dalla corrispondenza

Se Helen Frankenthaler non fosse diventata un'artista, avrebbe forse potuto essere una scrittrice. L'ambiente letterario conosciuto da studentessa al Bennington College, insieme alla collaborazione come non residente con la rivista MKR's Art Outlook», aveva risvegliato in lei una predisposizione alla scrittura. I dadi della vita sarebbero poi caduti sulla tela, ma lei, fedele corrispondente, scriveva con la stessa prolificità con cui dipingeva. I suoi copiosi scambi con tre scultori - David Smith, Anne Truitt e Anthony Caro -, lungo un arco di cinquant'anni, sono testimonianza di come alcune amicizie artistiche possano svolgersi in forma scritta.

Frankenthaler si avvicina presto agli scultori, sviluppando un forte interesse per la produzione artistica tridimensionale; nel 1972 durante un soggiorno di due settimane presso lo studio londinese di Caro, lei stessa realizza alcune sculture. Il primo membro del trio che Frankenthaler conosce, tramite il critico Clement Greenberg, è David Smith, i cui oggetti tagliati, saldati e a volte dipinti ha modo di vedere nelle gallerie di New York e poi a nord, sui monti Adirondack a Bolton Landing, dove popolano i campi attorno alla casa e allo studio di Smith. In lui scopre uno spirito affine e la loro amicizia sboccia dopo il matrimonio con il pittore Robert Motherwell. Smith la ispira a correre dei rischi, rivedendo costantemente le regole del fare arte. La sua morte prematura, una grave perdita, colpisce tutta la sua cerchia e in particolare gli scultori, che ne avevano ben compreso l'immaginazione multiforme. Se esiste un filo conduttore che unisce tutti gli estratti di questi scambi epistolari, è proprio Smith, la cui corrispondenza apre questa sezione e la cui memoria viene ripetutamente, struggentemente invocata.

Molte delle lettere e delle cartoline che i tre artisti si scambiano sono scritte a mano; alcune sono dattiloscritte. Le lettere di Smith (generalmente stilate a mano su carta intestata della Terminal Iron Works) seguono i suoi progressi scultorei e rivelano dettagli importanti della sua vita personale. Lo stesso vale per Truitt e Caro. In generale, ho scelto di correggere gli errori di ortografia. La prosa diretta di Smith conserva tuttavia le sue peculiarità stilistiche; la struttura delle trascrizioni si rifà alla recente biografia di Michael Brenson e alla raccolta di scritti, conferenze e interviste di Smith curata da Susan J. Cooke. Le omissioni - frasi o interi paragrafi - sono indicate da puntini di sospensione posti tra parentesi quadre.

 Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio


Helen Frankenthaler --- David Smith

A Helen Frankenthaler, Hôtel du Quai Voltaire, Parigi
Da David Smith, Bolton Landing, New York [metà-fine] agosto 1956

Cara Helen,
[...] Sai della morte di Jackson [Pollock]. Lee [Krasner] era a Parigi. Bill de K [de Kooning] era in visita a [Herman] Cherry a Martha's Vineyard e sono andati in aereo al funerale. Ho sentito che dopo c'è stata una vera e propria veglia irlandese, meglio dei Finnegans. Non credo che sarei riuscito ad andarci. È un po' gauche. Potrei bere con gli amici, ma una festa con tutta la claque mi pare eccessivo. Mi sembra che Jack abbia giocato spesso sul filo dell'autodistruzione; non so quali fossero i suoi problemi. Mi piaceva di più da sobrio: in quei momenti era riservato e introspettivo.
[...] Clem [Clement Greenberg] sta scrivendo un articolo sul mio lavoro per il numero annuale di «Art in America», una rivistaccia ma con un numero di scultura in cui ci sono [James Johnson] Sweeney, [Andrew] Richie ecc. che scrivono di altri.
Sto lavorando per far maturare il mio concetto di scultura pitturata invece che di scultura dipinta. Una differenza concettuale [...] [...] Con affetto
David S


A Helen Frankenthaler, New York
Da David Smith, Bolton Landing, New York 8 aprile 1957

Cara Helen,
Volevo dirti che le tue opere erano bellissime al Whitney Museum [Young America 1957: Thirty American Painters and Sculptors Under Thirty- Five, 27 febbraio -14 aprile 1957]. Il tuo lavoro era molto più avanti di quello di tutti gli altri. Tu hai un'idea e il coraggio di non cedere ad alcun ingraziamento artistico [...] Saluti
David S [...]

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A Helen Frankenthaler, Provincetown, Massachusetts
Da David Smith, Bolton Landing, New York 27 luglio 1957

Cara Helen,
[ ... ] I miei saluti a Hans [Hofmann] [...] Stasera (sabato) sto finendo l'ultimo bronzo per la mostra al Fine Arts. Spesso finisco le opere di sabato; gira così [...]
Con affetto da tutti noi
David S

[p.s.] [...] la vera bellezza della vita è avere ragazze ben nutrite in casa, la notte nera, il silenzio assoluto tranne che per una sinfonia dalla WQXR - lo studio sistemato - nome e data incisi con acido sull'ultimo lavoro finito, uno nuovo in procinto di essere steso sul pavimento e lavori in giro conclusi, a volte la consapevolezza e l'ordine mi danno la gloria più grande che io possa provare. Tu sai tutto.

 Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio


A Helen Frankenthaler, New York
Da David Smith, [Bolton Landing, New York?] 6 ottobre 1957

Cara Helen,
[...] Volevo dirti, Helen, che non ho speso molte parole, ma voglio dirti con immensa gratitudine quanto la tua festa sia stata importante per me1. Voglio ringraziarti per questa festa così grande e per la premura di tutte le persone che mi sono amiche [...] Sono infastidito per diverse cose. Ma non lo sarò ora, perché un amico è una persona con cui non serve esserlo [...]
Non ho scritto [...] a causa di una crisi personale. Questo è quanto, e dovrai prenderci [Jean Freas e Smith] singolarmente. Mi sento solo, ma ho le mie due figlie [...]
Sto avendo problemi anche con la scultura. Quella a cui sto lavorando sembra non avere un perché al momento. Ma da quando sono tornato ho fatto quattro quadri, una specie di scultura, di circa 20 pollici [50 cm circa] di larghezza e 80 pollici [2 m circa] di altezza.
[...] Guardo e riguardo il quadro delle mie figlie. Se c'è qualcosa che davvero mi influenza al momento sono loro. Un tale abbandono. Un agire talmente raro, non premeditato, inconsapevole e non pensato. Con abbandono e senza controllo di alcuna parte della loro mente. È un tipo di sentimento e di emozione personale così puro. Con affetto, dipingi meravigliosamente
David S [...]

Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio


A David Smith
Da Helen Frankenthaler e Robert Motherwell, Alassio, Italia 15 agosto 1960

Caro David,
[...] Ci sono volute settimane per riuscire finalmente a organizzarci un po' con un orario di lavoro e al momento siamo più o meno a questo punto: sveglia e colazione entro le 10, in studio fino a pranzo (alle 13), poi ancora pittura, spiaggia, scrittura, lettura, cazzeggio, faccende in paese ecc. Ci siamo stabilizzati in questa vita eccitante e noiosa, non so se mi spiego: ci piace, è semplice, spesso irrequieta, ma la sentiamo produttiva e ce la spassiamo insieme.
[...] La settimana scorsa siamo partiti per la nostra prima piccola gita a Nizza, alloggiando in uno di quegli enormi hotel bianchi del 1890, con le ringhiere di ferro nero; eleganti e molto divertenti, abbiamo "fatto” tutto [...] ci siamo rimpinzati come pazzi (ho messo su un chilo e mezzo) e abbiamo visitato tutte le città di interesse tra Nizza e Cannes. Avevo già fatto quel viaggio sei anni fa, ma con Bob è stato come andarci per la prima volta, con nuovi occhi e nuovo animo [...]
Abbiamo molto apprezzato le tue lettere e ci dispiace per i problemi in tribunale, ti siamo vicini. Dida e Becca [Candida e Rebecca, le figlie di Smith] sembrano radiose, dalla tua descrizione: il massimo che puoi fare per il presente e il futuro è esattamente quello che stai facendo. Sono felice che il lavoro ti stia andando così bene. Quando vedo, sento, parlo di scultura in Europa, giungo sempre alla stessa conclusione: David Smith. Punto. [...]
Stammi bene, divertiti, con affetto, Helen [...]

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A David Smith, Bolton Landing, New York
Da Helen Frankenthaler, Provincetown, Massachusetts 29 luglio 1961

Caro David,
Appena ti volti, è passato un giorno; il tempo per noi due non è mai trascorso così velocemente come negli ultimi due mesi qui [...] Tutti appuntamenti all'ultimo minuto, e senza telefono la vita si riduce alle cose essenziali che sono impossibili a NYC [...] Ieri sera, sabato, sono andata per la prima volta a dare un'occhiata in centro a Commercial Street, tra beat, barboni e turisti. Non siamo entrati in un bar o in un night club, ma siamo andati al cinema [...] Il fienile-studio che abbiamo affittato funziona molto bene. I miei impegni di lavoro sono stati discontinui e stanno andando bene, credo, ma Bob ci va tutti i giorni e sembra tornare trionfante e pieno di energia [...] Ho avuto brutti momenti con vari problemi relativi ai bambini, al mio Sé, al tempo, al desiderio, a tutti quei mostri che hanno a che fare con il conflitto, ma penso che le cose si stiano lentamente e realmente risolvendo [...].
[...] Non ci sono molte NOVITÀ comunemente intese. Mi hanno detto che Franz e Betsy [Kline] non verranno qui; lei non sta bene e lui ha comprato una casa nuova sulla 13th Street e la sta sistemando. I Rothko sono venuti a giugno, poi se ne sono andati, ma torneranno per alloggiare in una pensione dato che la loro casa è affittata. I Janis [Sidney e Harriet] sono stati qui per qualche giorno, e anche i Goossen [Gene e Jean]. C'è un giro abbastanza continuo di mercanti d'arte, artisti, critici, appassionati di jazz e dilettanti, ma per la maggior parte ci sfiora appena [...] Stammi bene, lavora bene e scrivici. Bob ti saluta, con affetto,
Helen.

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A Helen Frankenthaler, New York
Da David Smith, Genova, Italia 16 giugno 1962

Cara Helen
Conto su di te per avere informazioni a proposito di [Beatrice] Monti [della Corte] + [Romeo] Toninelli: entrambi mi hanno fatto un'offerta per la mostra dopo Spoleto.
[...] I miei 8 operai mi hanno regalato 2 medagliette (d'oro) con i nomi di Rebecca e Candida incisi sul retro [...] Queste cose mi toccano profondamente - ci ha legati un rapporto che è diventato molto stretto in breve tempo - oggi abbiamo tutti lavorato dalle 6 del mattino alle 6 del pomeriggio - sono stati con me 7 giorni su 7 - ce la intendiamo - dicono che mancherò. Io dico loro la stessa cosa: questo sentimento aperto e libero non è come negli Stati Uniti2. [...]
Con affetto a tutti voi
David [...]

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A David Smith
Da Helen Frankenthaler, Provincetown, Massachusetts 29 luglio 1962

Caro David,
Avevamo entrambi intenzione di scriverti, ma in qualche modo luglio si è volatilizzato [...].
[...] È stata un'estate molto "quadrata" e per lo più "noiosa" e io l'ho adorata [...].
Mi sembra di non aver assaporato fino in fondo il tuo viaggio in Italia, anche se tutti i tuoi messaggi, le lettere e le nostre chiacchierate al telefono quando sei tornato mi hanno dato un'idea abbastanza chiara di queste tue settimane molto ricche. Non vedo l'ora di vedere le foto del lavoro e di saperne di più [...].

Ieri mi è stata data la terribile notizia di Morris [Louis, a cui è stato diagnosticato un tumore ai polmoni]. Ho intenzione di scrivergli un giorno o l'altro, ma mi sento così male per quello che gli è successo che è difficile farlo. Da quello che ho capito, sta reagendo con straordinaria fiducia e coraggio. Sai se Ken [Noland] si sia messo in contatto con lui o con Marcella [Brenner, moglie di Morris Louis]? Non lo vedo da tanto tempo e mi risulta ancora più difficile credere che gli sia successo questo, proprio a lui [...].
con affetto,
Helen.

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A David Smith, Bolton Landing, New York
Da Helen Frankenthaler, Provincetown, Massachusetts 19 settembre 1962 (3)

Caro David,
[...] Ti pensiamo spesso e siamo così contenti che tu abbia trascorso qui quei pochi giorni. La morte di Morris mi ha molto turbata; non riuscivo ad accettarla anche se tutti ce l'aspettavamo. Mi sono sentita terribilmente triste per questa perdita. Ho cercato di contattare te e Ken al telefono quella sera, ma non ci sono riuscita; poi ho saputo da André [Emmerich] che Ken era volato a Wash[ington]. Mi è dispiaciuto non potervi raggiungere [ ... ]. con affetto, Helen


A David Smith
Da Helen Frankenthaler, Provincetown, New York 9 agosto 1963

Caro David,
[...] Più invecchio e più mi diventa impossibile [abbozzare i quadri] [...] Mi serve sempre più tempo per allineare polso, testa e anima e far scorrere tutto insieme, non so se mi spiego. Devo forzarmi a rientrare in quella routine (che sembra essere dormire da mezzanotte alle 8, poi lavorare fino alle 13) che può portare alla gioia, o alla libertà. Per rientrarci sto facendo molti paesaggi e marine, mia vecchia passione ricorrente. Mi lascio assorbire dalle maledette maree fuori dalla mia finestra e dal modo in cui le rocce cambiano forma e colore, e mi piace sedermi lì e metterle sulla tela di ora in ora. Poi guardo gli enormi rotoli di tela di cotone non tagliata! È un delitto (ma importante) [...]
con affetto Helen.

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A Helen Frankenthaler, New York
Da David Smith, Bolton Landing, New York 4 ottobre 1963

Cari Bob + Helen,
[...] Ora, alle 13:30 di giovedì, sto aspettando che arrivi il camion del calcestruzzo per versare 30 nuove basi per le sculture. Presto ne avrò i campi pieni [il terreno di casa e studio di Smith a Bolton Landing]. Continuo con i nuovi lavori, ordino nuovo materiale, ho due uomini che mi fanno da aiutanti e progetto opere più grandi [...].
[...] Sto rendendo il dipartimento di Bennington un po' più dinamico, mostrando loro come organizzare e acquistare nuove attrezzature, senza esagerare: avremo 30 nuove donne saldatrici nel mondo. Ho assunto un saldatore per fare lezioni serali due volte a settimana [...].
[...] Ho pochi contatti con il mondo dell'arte, anche se leggo le riviste e i giornali. Ci sono abituato da molto tempo e mi chiedo come sia per voi. Può sembrare un bene, ma è anche un po' vuoto, c'è tempo per leggere e pensare di più [...].
Con affetto David -

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A Helen Frankenthaler, Ste. Maxime, Francia
Da David Smith, Bolton Landing, New York 30 maggio 1964

Cari Bob + Helen,
[...] Sto lavorando a Wagon III; sarà pronto a breve. Prima di partire [per New York], lunedì scorso, qui le ruspe hanno demolito 2 fienili e sto costruendo uno studio-magazzino a prova di incendio che sto progettando e mettendo a punto; poi avrò bisogno di scavatrici per le fondamenta.
[...] Ho più di cento di tele da Lebron - disegni a smalto di figure - uso modelli. Ho iniziato a dipingere e disegnare piatti [in ceramica] e anche studi di figure, ne ho fatti circa 40 finora. [...] Mi mancate entrambi Con affetto David-
David


A Helen Frankenthaler, Provincetown, Massachusetts
Da David Smith, Bolton Landing, New York 3 agosto 1964

Cara Helen e tutti i Motherwell
[...] le ragazze sono venute con i vicini per ascoltare un nuovo disco dei Beatle [sic] [...]. Ho un po' di lavoro da fare qui in studio (fatture, lettere ecc.). Sono stanco e vado a letto presto, ma i tre pezzi che ho quasi finito vanno bene - un altro è in lavorazione sono strutture pesanti e rugginose. Ultimamente sto pensando alle forme, solo forme nere, dal centro verso l'esterno, un ritorno con un po' più di maturità rispetto a quelle che ho realizzato quattro anni fa; ma dopotutto ho sempre avuto quella silhouette dietro le cose.
Con affetto, ancora una volta, per tutti voi un buon lavoro proficuo per entrambi
David


Note
Ove non diversamente specificato, gli estratti delle lettere di Smith a Frankenthaler sono per gentile concessione di Helen Frankenthaler Papers, Helen Frankenthaler Foundation Archives, New York; gli estratti delle lettere di Frankenthaler Smith sono per gentile concessione di David Smith Archive, The Estate of David Smith, New York.

1 -In occasione della mostra David Smith al Museum of Modern Art (10 settembre - 20 ottobre 1957), Frankenthaler organizzò un cocktail party (presumibilmente nel suo appartamento di West End Avenue).
2 -Smith fu assai prolifico nel mese trascorso a Voltri, 17 chilometri circa a ovest di Genova, realizzando le sue sculture in una fabbrica abbandonata; si veda M. Brenson, David Smith. The Art and Life of a Transformational Sculptor, New York 2022), pp. 563-579.
3 - Cartolina per gentile concessione di Helen Frankenthaler Papers, Helen Frankenthaler Foundation Archives, New York.


Helen FrankenthalerHelen Frankenthaler, Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo Ela Bialkowska, OKNO Studio


*Nata a New York, Helen Frankenthaler (1928-2011) compie i suoi studi artistici con Paul Feeley al Bennington College, prima di tornare a Manhattan, dove si avvicina all'arte astratta. All'inizio degli anni Cinquanta entra in contatto con gli esponenti della Scuola di New York e a figure chiave dell'arte americana del dopoguerra, sviluppando rapporti di amicizia e di lavoro. Presto Frankenthaler si trova circondata da artisti che condividono con lei un forte impegno nella sperimentazione. Alcuni diventano amici con cui partecipa a studio visit, scambia intense corrispondenze e confronti di opinioni, oltre a collezionarne le opere, che espone nella sua casa di Manhattan. Tra queste, alcune saranno protagoniste della mostra a Palazzo Strozzi, come il lavoro su carta Helen's Collage (1957) di Robert Motherwell, il dipinto Aleph Series V (1960) di Morris Louis o la scultura Ascending the Stairs (1979-1983) di Anthony Caro.

Organizzata cronologicamente, l’esposizione ripercorre lo sviluppo della pratica creativa di Frankenthaler con ogni sala dedicata a un decennio della sua produzione dagli anni ’50 ai primi anni Duemila. Le sue innovazioni artistiche, accostate a dipinti, sculture e opere su carta di artisti a lei contemporanei, permetteranno di mettere in luce le sinergie e le affinità tra questi autori. La mostra mette così in scena la consolidata influenza di Jackson Pollock su Frankenthaler negli anni Cinquanta, con Number 14 (1951), un dipinto in bianco e nero a confronto con Mediterranean Thoughts di Frankenthaler (1960), un colorato lavoro a olio che presenta analoghi «elementi di realismo astratto o di Surrealismo», frase che Frankenthaler usò per descrivere l’opera di Pollock dopo averla vista di persona la prima volta. Tutti-Frutti (1966), un dipinto a soak-stain di nuvole colorate fluttuanti, trova un analogo tridimensionale in Untitled (1964), scultura in acciaio dipinto di David Smith, composta da forme geometriche impilate l'una sull'altra, appoggiate su quattro piccole ruote. Heart of London Map (1972), un assemblaggio in acciaio, si pone a confronto invece con Ascending the Stairs di Anthony Caro (1979-1983), nella sua costruzione pezzo per pezzo. Nel percorso della mostra le opere degli anni Ottanta, Novanta e Duemila sono la testimonianza di un'artista che non ha mai smesso di infrangere le regole per esplorare nuovi modi di fare arte.

 

Helen Frankenthaler
Dipingere senza regole
a cura di Douglas Dreishpoon
Palazzo Strozzi 27 settembre 2024 - 26 gennaio 2025
@ 2024 Artext

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