Hi Woman! La notizia del futuro
Dall’11 dicembre Palazzo Pretorio porta a Prato 22 artiste contemporanee internazionali per la mostra Hi Woman! La notizia del
futuro a cura di Francesco Bonami e promossa dal Comune di Prato - Museo di Palazzo Pretorio.
22 artiste ognuna con una propria annunciazione da rivelare: Huma Bhabha, Irma Blank, Koo Donghee, Marlene Dumas, Isa
Genzken, Jessie Homer French, Roni Horn, Jutta Koether, Andrew LaMar Hopkins, Maria Lassnig, Babette Mangolte, Lucy
McKenzie, Aleksandra Mir, Susan Philipsz, Paola Pivi, Maja Ruznic, Jenny Saville, Fiona Tan, Genesis Tramaine, Andra Ursuta,
Marianne Vitale, Lynette Yiadom-Boakye.
“Hi Woman! il saluto aggressivo che Gabriele rivolge alla Madonna è il titolo della mostra organizzata a Palazzo Pretorio, museo
che custodisce meravigliose Annunciazioni.
Fiona Tan, Saint Sebastian, 2001, Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
Questa mostra è la trasformazione Pop del saluto dell’angelo Gabriele a Maria proiettato nella contemporaneità e si guarda bene
dal voler essere una mostra sulla donna, sul femminismo o politicamente corretta. È semplicemente una mostra con 22 artiste che
anagraficamente sono nate donne. Condividono quindi soltanto un destino.”
“Le loro vedute sono tutte di natura diversa, la loro arte tutta coniugata in modi diversi e non necessariamente femminili. Essere
artista è esattamente la condizione opposta a quella della Madonna. È una scelta, non un’imposizione. Non arriva un angelo che
senza convenevoli dice “Hey tu, da domani sarai un artista.”, spiega Francesco Bonami, curatore della Mostra.
Attraverso la pittura, la scultura, il video ed il suono le artiste ci annunciano in Mostra messaggi diversi, misteri lontani e realtà
vicine, ognuna con un lavoro potente e significativo capace di sostenere il confronto con i maestri dell’antichità della collezione di
Palazzo Pretorio, trovando a volte una sintonia, a volte creando cortocircuiti potenti e carichi di stimoli per il pubblico.
La mostra è stata pensata come un esercizio di ricerca di un’intimità perduta, quella stessa intimità che Gabriele toglie a Maria per
sempre scaraventandola al centro del mondo in cambio di nulla. Nel saluto dell’Angelo c’è tutta la storia umana. L’uomo che
impone la sua decisione senza possibilità di contraddittorio e la donna che viene
beatificata con il dono della creazione ma privata della sua libertà di scelta.
Le opere d’arte in mostra dimostrano tuttavia che libertà e creazione possono convivere assieme alla libertà di
scegliere il modo e le modalità di come esprimersi al mondo. Attraverso il corpo, il gioco, la famiglia, la morte,
il canto, la danza, la felicità e purtroppo anche il dolore.
L’opera d’arte porta con sé sempre una notizia, un messaggio.
Lynette Yiadom-Boakye, Diamonds, 2013 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
Introduzione alla mostra
di Francesco Bonami
Che uno creda o non creda poco importa. L’annunciazione a Maria dell’angelo Gabriele della sua gravidanza rimane, reale o meno
che sia, un’immagine cardine dell’iconografia di una buona parte del genere umano. Maria si trova depositaria del futuro del
mondo. La Vergine si assume la responsabilità di dare alla luce il redentore Gesù senza però potere condividere il piacere di questa
responsabilità. Si potrebbe dire che la sua verginità misteriosa è anche frutto di sospetto da parte di chi la circonda e quindi per lei
fonte di senso di colpa.
Una condizione che la donna ha sopportato per un’infinità di tempo. Creatrice assoluta senza mai poter avere il credito di questa
sua immensa creatività.
Volendo essere un po’ blasfemi è come se la madre di Maradona non fosse mai potuta andare allo stadio o non avesse mai potuto
vedere una partita del figlio alla televisione.
Gabriele, l’angelo, arriva e non le dà scelta. Una mancanza di scelta che poi nella storia della società umana diventa una condanna
ed una tragedia. Tragedia che dall’Arabia Saudita all’Afghanistan continuiamo ad osservare impotenti ed inadempienti.
Marianne Vitale, Burned Bridge, 2011 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
Hi Woman! il saluto aggressivo che Gabriele rivolge alla Madonna è il titolo della mostra organizzata a Palazzo Pretorio, museo che
custodisce meravigliose annunciazioni.
Questa mostra si guarda bene dal voler essere una mostra sulla donna, sul femminismo o politicamente corretta. È semplicemente
una mostra con 22 artiste che anagraficamente sono nate donne. Condividono quindi soltanto un destino.
Le loro vedute sono tutte di natura diversa, la loro arte tutta coniugata in modi diversi e non necessariamente femminili. Essere
artista è esattamente la condizione opposta a quella della Madonna. È una scelta, non un’imposizione. Non arriva un angelo che
senza convenevoli dice “Hey tu, da domani sarai un artista“.
L’essere artista è a differenza della maternità una condizione che non ha nulla a che fare con la biologia o il destino. Gli artisti tutti,
di qualsiasi orientamento sessuale siano, vorrebbero essere capaci di dare alla luce il loro redentore, ossia l’opera d’arte che può
cambiare il mondo.
È quello che provano a fare le artiste in mostra. Le loro opere sono tentativi, embrioni, che fanno parte di un processo di
trasformazione che accompagna l’artista tutta la vita. La vita di un artista, non importa quanto lunga sia, è una gravidanza infinita.
Andra Ursuta, Doppel Chain Ganger, 2015 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
A Palazzo Pretorio non ho voluto cercare un dialogo, inevitabilmente impari da una parte e dell’altra, con le opere del museo. Ho
provato a costruire, pur sapendo che è una contraddizione in termini, la casualità di un incontro. Opere che s’incontrano
casualmente e scoprono sempre casualmente di avere qualcosa in comune. Non tanto dal punto di visto estetico o di contenuti ma
di sensibilità. Incontri che non necessariamente si trasformano in relazioni.
Le opere del museo sono gli abitanti di un villaggio, radicati nei loro contesti e nelle loro abitudini. Le opere della mostra sono
viandanti che arrivano e ripartono. Ma in questo arrivo, in questo soggiorno e in questa loro ripartenza trovano l’occasione di
aggiungere qualcosa al villaggio e portarsi via qualcosa per il viaggio che continueranno a fare.
L’arte è questo continuo scambio. L’arte antica che anela di essere liberata dalla storia e l’arte contemporanea costantemente alla
ricerca di una dimora fissa e di una sua storia.
Marlene Dumas, Yellow Towel, 2004 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
Hi Woman è il saluto di chi arriva e di chi accoglie. Nel saluto c’è l’energia della scoperta e il germe della delusione, il timore di non
trovare quello che uno cerca e il timore del dover ripartire. Che poi è il costante copione di ogni vita.
La mostra, una piccola mostra, è stata pensata come un esercizio di ricerca di un’intimità perduta, quella stessa intimità che
Gabriele toglie a Maria per sempre scaraventandola al centro del mondo in cambio di nulla. Nel saluto dell’Angelo c’è tutta la
storia umana. L’uomo che impone la sua decisione senza possibilità di contraddittorio e la donna che viene beatificata con il dono
della creazione ma privata della sua libertà di scelta.
Le opere d’arte in mostra dimostrano che però libertà e creazione possono convivere assieme alla libertà di scegliere il modo e le
modalità di come esprimersi al mondo. Attraverso il corpo, il gioco, la famiglia, la morte, il canto, la danza, la felicità e purtroppo
anche il dolore.
Roni Horn, Isabelle and Marie, 2005 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
Le “Annunciazioni" del Pretorio
di Rita Iacopino
L’Arcangelo Gabriele e Maria. Con loro inizia una storia affascinante, carica di speranza, che ha accompagnato credenti e non alla
ricerca di un Dio vicino, calato sulla terra. Un racconto fatto di parole, di gesti, di intimità, di sorpresa, di dubbi, di luce. Un racconto che ha ispirato il mondo dell’arte come pochi altri, suscitando in tempi diversi emozioni e immagini perfettamente coerenti alla loro contemporaneità.
Sono nove i dipinti esposti nel Museo di Palazzo Pretorio che hanno per soggetto l’Annunciazione; si tratta di opere che vanno
dalla metà del Trecento alla fine dell’Ottocento ed esaltano con particolari caratteristiche e in maniera differente le emozioni della
narrazione.
La raffinata Annunciazione dipinta intorno alla metà del Trecento da Giovanni da Milano in una delle due predelle del maestoso
polittico con la Madonna, il Bambino e Santi esprime una pittura di luce. Sono passati poco più di vent’anni dalla stupefacente
Annunciazione dipinta da Simone Martini nel 1333, conservata alle Gallerie degli Uffizi e il riferimento è quasi scontato.
L’Annunciazione pratese è però più intima e l’atmosfera è più reale, con l’Angelo che inonda di luce la stanza dove la Vergine è
intenta a leggere, seduta davanti al leggio riccamente decorato alla maniera dei maestri cosmateschi. Resta intatta la poesia nel
gesto del ritrarsi, appena accennato, che esprime un’esitazione, un dubbio, la sua umanità. La sorpresa, quell’attimo di esitazione
che precede il sì incondizionato al disegno divino, è il filo conduttore, ma anche l’idea intrigante, che ha ispirato gli artisti nei secoli. Se poi questo evento così sconvolgente è ambientato tra le mura domestiche diventa, per contrasto, ancora più stimolante.
Paola Pivi, Have you seen me before?, 2008 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
La pittura murale realizzata intorno al 1420 e già attribuita alla bottega dei fratelli Miniati al primo piano del Palazzo Pretorio ci
racconta proprio questo, l’annuncio del futuro è consegnato dall’angelo all’interno delle mura di una camera, squarciando quella
normalità di Maria, che d’ora in poi non sarà più la stessa.
E proprio la consapevolezza della speranza che si concretizza nell’incarnazione del Figlio di Dio anima le scene delle Annunciazioni
dipinte nei medaglioni o nelle cuspidi nei polittici tardo gotici di Lorenzo Monaco, Andrea di Giusto e Mariotto di Nardo: ognuna di
esse sta a ricordare l’incipit, quella Madonna in trono tra i Santi non è altro che la fanciulla sorpresa dall’angelo nella sua intimità,
che ha creduto, prima di tutti, in un progetto di speranza.
Il piccolo e raffinato dipinto di Filippo Lippi e bottega, in cui la perfetta adesione ai canoni prospettici rinascimentali riporta
l’evento in una dimensione più che mai terrena, ripetuto in più versioni, è l’esempio di quanto questo soggetto fosse richiesto per
la devozione privata.
Koo Donghee, Tragedy Competition, 2004 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani
I dipinti di Giovanni Bilivert e di Giovan Domenico Ferretti mettono in evidenza ancora una volta la ricostruzione domestica
dell’evento: nel primo la scena è equilibrata e rispecchia pienamente i dettami artistici della cultura fiorentina del primo Seicento,
in cui la raffinatezza e il senso teatrale della rappresentazione si sposano in una composizione misurata e didascalica: Maria,
distolta dalla sua quotidianità, accoglie l’angelo e accetta in modo remissivo l’annuncio, non mostrando più quell’impercettibile
agitazione, improvvisa e violenta, provocata dalla visione angelica. Il Ferretti, un secolo dopo, aumenta l’enfasi del messaggio,
lasciando a pochi particolari, tra cui la magnifica cesta di panni, il richiamo all’intromissione casalinga dell’angelo che, qui come nel
Bilivert, non è da solo, ma chiama a testimoni del momento altre gerarchie celesti.
Infine il sublime cartone tardo ottocentesco di Alessandro Franchi riporta l’Annunciazione in un’atmosfera serena, guidato dalle
interpretazioni di Beato Angelico e di Lippi, dando prova di una tecnica superba. Gestualità e ambientazione si rifanno alla pittura
del Quattrocento, ma Franchi la reinterpreta dando vita ad una composizione dall’atmosfera sospesa, con tempi fotografici.
Huma Bhabha, Aruru, 2021 Hi Woman! La notizia del futuro, Palazzo Pretorio Prato, Photo Badiani