Pomeridiano, 2017, (dettaglio) ceramica, ceramica smaltata, legno, carta, tela, metallo, 120 x 48 x h. 33 cm.
Courtesy GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana
Stille è una mostra dove, se dovessi indicare un filo rosso che si dipana tra le opere - tutte realizzate per l’occasione tranne
Appunti, Sabbie e Cocci che abbiamo voluto inserire per vicinanza di sensibilità – lo troverei nella trasformazione. Trasformazione (e sublimazione attraverso l’attenzione e la cura nel “mettere in forma”) dei materiali (
Inerti I, II, III); di stato (da liquido o informe a solido e formato come in
Acquerelli, i tanti lavori di ceramica); trasformazione in merito ad aspettative e stereotipi del guardare le immagini (
Paolina, Panni), funzione (la stessa
Paolina). Un percorso che nasce da una contingenza (l’incontro e il dialogo con il Consorzio Depuratore ma anche con un territorio intero) per distillarsi in un concentrato di suggestioni che ora mettono a fuoco processi realmente incontrati, ora costruiscono un’idea di paesaggio industriale, ora usano acqua depurata e pelle wet-blue e cuoio nabuccato ma che si liquefanno e si riaddensano poi in un immaginario complesso e personale. Le opere si sostanziano continuamente di poetiche che hanno a che fare con i percorsi delle comunità e, insieme, con una dimensione più intima e raccolta: le grandi vasche diventano bacinelle e secchi, le ciminiere vasi, il fiume Arno un mocio appena usato e appoggiato alla parete - inverosimile per lunghezza - la ceramica si indurisce come spugne domestiche e come loro fa memoria di un gesto della mano.
Ilaria Mariotti - Il vostro lavoro ha prevalentemente una dimensione intima ma negli ultimi mesi vi siete confrontati con tre progetti che hanno a che fare con la dimensione pubblica (Milano), con il territorio (Faenza e Santa Croce sull’Arno). Di che tipo di strumenti vi siete dotati? Quale è stato il vostro metodo di approccio?
Ornaghi & Prestinari - Quando ci invitano a confrontarci con la dimensione pubblica cerchiamo di adottare un registro diverso, ci preoccupiamo maggiormente di riuscire ad innescare un incontro. Come è successo per la mostra “Stille” a Santa Croce, la nostra ricerca rimane la stessa ma sentiamo la responsabilità di restituire attraverso il nostro lavoro, frutto del dialogo e del confronto, qualcosa che possa offrire agli altri uno sguardo diverso sul contesto di riferimento. L'approccio poi si raffina a seconda del progetto specifico.
A Milano, trattandosi di una scultura da collocare permanentemente in una nuova area di Milano, ci siamo interrogati sul ruolo attivo del luogo nella costruzione degli individui e su come la scultura sarà chiamata ad essere partecipe della vita degli uomini che qui vi passeranno. Ci siamo chiesti come l’apertura al pubblico di quest’area di Milano cambierà l’anima del luogo. Un luogo in cui l’architettura, caratterizzata da grattacieli contemporanei, cerca di farsi ammirare come qualcosa di straordinario, cercando di imporsi per “farsi guardare”. Inoltre, l'aspetto funzionale dell'opera fa si che l’elemento tecnico possa divenire spazio. La scultura non occupa uno spazio nel parco ma lo crea al proprio interno.
Anche a Faenza abbiamo cercato di mostrare al pubblico delle opere in dialogo. In questo caso un dialogo tra materiali diversi, un dialogo tra la forte tradizione ceramica del territorio e il contemporaneo, un dialogo con la città e un dialogo con la storia delle collezioni del museo MIC dove abbiamo esposto.
Filemone e Bauci, 2015-2017, opera pubblica site-specific all'interno del parco Artline di Milano,
fusione a cera persa in alluminio, 207 x 124 x h. 350 cm. Courtesy degli artisti e CityLife S.p.A.
IM - Quel è il vostro pensiero, secondo la vostra esperienza, sul rapporto artisti-committente?
OP - Sempre di più si assiste ad un avvicinamento tra arte e industria e all'ibridazione tra arte e altri campi come ad esempio il design e l'architettura. Certamente l'arte è sempre stata legata alle committenze che fossero papali o di facoltosi mecenati e oggi possiamo ammirare meravigliosi capolavori che sono un patrimonio di tutti.
Nella nostra esperienza, seppur molto breve, abbiamo scelto di collaborare con aziende aperte al dialogo e che fossero disposte ad accogliere la libertà espressiva dell'artista e la sua autonomia. Nel caso di questo progetto, grazie anche alla preziosa intermediazione della curatrice e del comune, siamo rimasti tutti sorpresi dal bellissimo rapporto che si è stabilito il primo luogo con l'azienda partner ma anche con i vari sponsor tecnici che si sono aggiunti lungo il percorso. Questo perché le persone con cui abbiamo collaborato hanno subito mostrato curiosità e desiderio di scoprire un punto di vista diverso sulla loro quotidianità attraverso il nostro sguardo.
Il Consorzio Depuratore ha accolto a braccia aperte la nostra voglia di sperimentare con i loro materiali e si sono messi in gioco in prima persona per aiutarci a realizzare qualcosa che potesse avere un valore non solo per noi ma per la comunità.
Paolina, 2017 ceramica smaltata, acqua e piante acquatiche, ferro ossidato cm 99 x 45 x 80 Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio
IM - Prendiamo in considerazione tre opere che hanno fatto parte di
Stille.
OP -
Il ciclo di lavorazione del Depuratore “Aquarno”, partner del progetto, e degli altri impianti industriali ad esso collegati e che chiudono il ciclo di bonifica del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno, genera nuovi “prodotti” a partire dagli scarti che vengono poi reintrodotti nel sistema come materiali per l’edilizia. Tra questi il granulare sinterizzato (KEU 2001), una polvere nera raffinata dal processo di inertizzazione dei fanghi di risulta addizionabile al cemento.
Nell'opera “Inerti”, il cemento di colore nero, creato da Ecoespanso appositamente per le sculture, ottimizza come inerte il 70% del rifiuto essiccato e polverizzato. Tale prodotto era stato inizialmente sperimentato per essere immesso nel settore dell’edilizia dove però non ha trovato consensi. Le sculture, poggiate su basi in accaio inox, includono l’impronta di motivi vegetali a bassorilievo realizzati in argilla.
La complessità del sistema di relazioni e scambi che caratterizzano gli ecosistemi quanto il distretto conciario di Santa Croce sull’Arno viene evocata attraverso l'opera “Reti”.
Due sculture diagrammatiche che astraggono il tentativo di descrivere il mondo attraverso passaggi e trasformazioni di energia.
Il disegno è tratto dalle schematizzazioni di Howard ed Eugene Odum, pionieri nel campo della teoria dei sistemi applicata all’ecologia. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, i due fratelli svilupparono un metodo di rappresentazione grafica ispirato a circuiti elettrici e termodinamici per descrivere ogni attività, umana e naturale, nella quale interagiscono forze di tipo ecologico, energetico ed economico. La scultura diagrammatica è agganciata alla parete attraverso le forme circolari che nel linguaggio degli Odum identificano le energie naturali in entrata nel sistema.
La nostra ricerca sul territorio santacrocese si è spinta a riflettere sul rapporto sempre più stretto tra industria del lusso e responsabilità ambientale.
In “Paolina”, la scultura rovesciata è una rielaborazione dell'opera del Canova raffigurante un personaggio femminile simbolo di potere e bellezza, che a sua volta raccoglie l’iconografia delle Veneri della tradizione della storia dell’arte. La cavità interna all’opera, dovuta al processo tecnico realizzativo della ceramica, diventa spazio accogliente per uno stagno di piante acquatiche. La vanità e il potere della Paolina vengono rovesciati per favorire la nascita di un piccolo ecosistema in cui le piante mantengono l’acqua pulita.
Prima di tornare fiume, 2017 pelle conciata wet-blue, plastica, legno, alluminio, ceramica mocio:
circa cm 700 x 40 x h.120; secchio: cm 31 x 36 x h. 33 Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Stille è il titolo della mostra a conclusione di un dialogo fitto e sincero avvenuto tra Ornaghi & Prestinari e il Consorzio Depuratore. Essa è frutto di dialoghi, passioni e doveri, visioni e materia, tecnica, scienza e poetiche.
Il punto di partenza è un’Amministrazione pubblica, il Comune di santa Croce sull’Arno, che si fa promotrice di uno spazio temporale in cui artisti e aziende si incontrano. E che riunisce, attorno a sé, collaborazioni e partenariati fondamentali per lo sviluppo del progetto. Così è stato per le quattro edizioni del progetto che si rinnova dal 2012. In primis Galleria Continua e Associazione Arte Continua da sempre interessate alla relazione tra arte e territorio e fautrici della necessità di coinvolgere gli artisti in un percorso di riconsiderazione di questioni sociali. Per la quarta volta il progetto è stato premiato dal Bando regionale Toscanaincontemporanea.
Per questa edizione del progetto Ornaghi & Prestinari sono stati invitati a porsi in dialogo con il Consorzio Depuratore.
Scrivente, 2017 cuoio nabuccato tinto in botte, ferro verniciato, ceramica e lustro, tavolo: cm 70 x 150 x h. 80, puzzle: cm 48 x 72,
vaso e supporto: Ø cm 13 x h. circa 40 Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Santa Croce sull’Arno è la piccola capitale (14.500 abitanti circa) del Distretto conciario, un territorio che comprende circa 100.000 abitanti sparsi in cinque comuni diversi, un migliaio di aziende che occupano circa 10.000 persone. Storicamente la lavorazione della pelle è il volano dell’economia locale che vede qui attiva l’intera filiera produttiva (caso unico sul territorio nazionale nell’ambito moda). Qui si produce il 98% del cuoio italiano ed il 70% di quello europeo, il 35% della pelle italiana per calzature, pelletteria e abbigliamento. Le esportazioni costituiscono il 70% del fatturato della conceria e il 60% del calzaturiero.
L’industria legata alla lavorazione della pelle ha plasmato nel tempo il territorio: dal paesaggio all’urbanistica, alla composizione sociale, alle abitudini della popolazione.
Il depuratore nasce dall’altissimo impatto ambientale che caratterizza tali lavorazioni e dall’assunzione di responsabilità della parte politica e della parte privata e imprenditoriale in merito a questioni legate alla sostenibilità d’impresa.
Oggi il 4% circa del fatturato annuo del settore viene investito per ridurre l’impatto ambientale: quasi il 100% delle acque reflue delle lavorazioni viene integralmente depurato e tutti gli scarti delle lavorazioni (fanghi, cromo, etc,) vengono riutilizzati in un complesso sistema di economia circolare che vede il Consorzio Depuratore, Aquarno, Consorzio Recupero Cromo, Ecoespanso (che si occupa del trattamento dei fanghi), riunificati in un’unica gestione. Ad essi si aggiunge il polo tecnologico (PO.TE.CO.) che garantisce ricerca e alta formazione.
Il Consorzio Depuratore è, all’interno del progetto, la chiave di accesso per attivare una conoscenza complessa e articolata del territorio. Esso incarna un immaginario potente: dal punto di vista fisico la dimensione industriale con serbatoi, cisterne, ciminiere, tubature, impianti di Ecoespanso si alterna alle enormi vasche dove comunità di batteri - colonie benigne e vivaci - conducono i processi di trasformazione delle acque reflue. Terra e acqua, fango e calore, solidi e liquidi ci accompagnano nel viaggio tra gli impianti.
Che raccontano di accordi tra parti pubbliche e private, di visioni che vengono dai decenni passati e che si incarnano, oggi, in questo sistema di tubature e bacini che serve ad un territorio ampio. Che parlano di consapevolezze e aspirazioni di uomini e donne che si incarnano, oggi, in questo sistema complesso che vive di equilibri che batteri e umani, tecnologie, biologie e meccanica, saperi e sperimentazioni continue alimentano e continuamente riallineano su parametri di industria, ambiente e territorio.
Inerti, 2017, granulare sinterizzato (KEU 2001), cemento, acciaio inox, Foto: Ela Bialkowska, OKNO Studio
Questo è il panorama sul quale Ornaghi & Prestinari sono stati invitati ad affacciarsi. Ciò che hanno trovato sono prima di tutto la disponibilità, la curiosità, e l’accoglienza di persone pronte a fare spazio a possibili modi divergenti di vivere una realtà che per molti è quotidianità ed eccezionalità insieme.
Ornaghi & Prestinari portavano in dote una pari capacità di ascolto, i loro interessi e la loro poetica: di artisti attenti a tutte quelle espressioni della progettualità umana quale elemento significativo per comprendere l’evoluzione dell’Umanità stessa.
Nella “progettualità” e nella fenomenologia dell’oggetto stanno gli strumenti, i dispositivi, gli attrezzi e vi si specchiano gli aspetti fenomenologici della realtà: gli uni servono per comprendere l’altra. In questa relazione stanno i concetti di “cura” e “riparazione” che sono di frequente cifre significative del loro lavoro. Cura dei materiali, delle superfici, attenzione ai processi, applicazione di grafici e schemi sono tuttavia stemperati poeticamente in fasi di trasformazione fisica e di significato dell’oggetto.
Ornaghi & Prestinari
Stille” per Out of the box. Arte - impresa – territorio
A cura di Ilaria Mariotti
Un progetto del Comune di Santa Croce sull’Arno in collaborazione con Consorzio Depuratore di Santa Croce sull'Arno, GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana e Associazione Arte Continua, Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, Accademia di Belle Arti di Firenze, e realizzato nell'ambito di Toscanaincontemporanea2017, con il contributo tecnico di Assoconciatori, Consorzio Aquarno, PO.TE.CO. S.c.r.l., Gruppo Vecchia Toscana S.p.A., Toscana Manifattura, Guardolificio Bieffe S.r.L., Cuoificio Bisonte S.p.A., Ballanza S.r.L. e con il sostegno di Cassa di Risparmio di San Miniato
Date: dal 18 novembre 2017 al 14 gennaio 2018
Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno, Pisa