Impostor Cities
Curatore: David Theodore
Il Canada Council for the Arts (Consiglio Nazionale Canadese
per le Arti) presenta la Impostor Cities alla 17. Mostra Internazionale di Architettura – La
Biennale di Venezia. La mostra è curata da David Theodore, docente della McGill University, ed è realizzata dallo studio professionale di architettura e design T B A / Thomas Balaban Architect di Montréal. La partecipazione
ufficiale canadese è stata commissionata ed è sostenuta dal Canada Council for the Arts.
La Impostor Cities è una mostra internazionale che esplora come le città canadesi fungano da
controfigura di altre città sullo schermo. Il discorso riguarda la contrapposizione fra l’identità
architetturale e la sua finzione. Dalle strade canadesi ai film e agli schermi televisivi di tutto il
mondo, la Impostor Cities riorienta la comprensione, da parte delle diverse audience, dei loro
rispettivi ambienti antropizzati. Mai nel passato la rilevanza della mostra è stata più sentita, dal
momento che l’architettura in cui siamo immersi si identifica con quella generica della città
globale che osserviamo, insieme, sugli schermi.
Impostor Cities, Canadian Pavilion, Biennale Architettura 2021 Venezia
L’architettura canadese è ben nota nel cinema. Tuttavia, contrariamente a Parigi, New York,
Istanbul o Rio de Janeiro, le città canadesi raramente vengono rappresentate realmente, nei
film e in televisione. Toronto fa da controfigura a Londra e Manhattan, mentre Montréal viene
allestita in modo da rappresentare Mosca e Parigi. Come mai Vancouver è in grado di proiettare
l’immagine della Corea del Nord (
The Interview di Seth Rogen), Toronto viene presentata come
Tokyo (
Pacific Rim di Guillermo del Toro) e Winnipeg ricostruisce un breve scorcio della mitica
epopea americana (
L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford con Brad
Pitt come protagonista)?
La Impostor Cities indirizza l’architettura canadese in direzioni nuove dando risalto alle
proteiformi città e strutture edilizie che vengono rappresentate come controfigure
cinematografiche. Lo studio presenta una divertente controproposta alla glorificazione
dell’identità nazionale attraverso l’architettura e il film, affrontando il tema delle tradizioni
nazionalistiche radicate nella narrazione documentaristica che descrivono i panorami naturali e
urbani canadesi come unici. Attraverso una scherzosa analisi critica dell’autopresentazione culturale, la Impostor Cities esamina le pellicole in quanto potenti siti di esperienza, espressione e autenticità architetturali.
Impostor Cities, Canadian Pavilion, Biennale Architettura 2021 Venezia
Il Padiglione Canada sarà ammantato di materiale green screen che accentua la forma distinta
del padiglione, creando in tal modo un nuovo edificio Impostor visibile attraverso i Giardini, il sito
tradizionale che attualmente ospita 29 padiglioni di altrettanti Paesi stranieri. Perché
l’ammantatura del padiglione prenda vita, la Impostor Cities sta collaborando con un team
specializzato nel design interattivo guidato da Jane Kate Wong e dall’artista new media Allison
Moore. Grazie all’utilizzo della tecnologia costituita dalla chiave cromatica, vari edifici
emblematici canadesi occuperanno lo spazio del padiglione, facendo reimmaginare questo
angolo di Venezia come se fosse il Canada. Una volta sul posto, bisogna scansionare il codice
QR per sperimentare con la lente della propria fotocamera come il Padiglione si trasformi in
iconici panorami urbani canadesi in Instagram.
L’esperienza online offerta dalla Impostor Cities includerà informazioni per il visitatore, materiale
per gli organi d’informazione, una boutique comprendente articoli creati in collaborazione con lo
stilista emergente Spencer Badu e allettanti sguardi all’interno del padiglione. L’esperienza
visuale prevederà flussi video che mostreranno l’atrio a Venezia e varie clip provenienti dalla
sala di proiezione.
Impostor Cities, Canadian Pavilion, Biennale Architettura 2021 Venezia
I visitatori proveranno inoltre l’emozione di osservare edifici e città canadesi attraverso l’occhio
del cineasta. Concepita come un’installazione video a quattro canali, la sala di proiezione della
Impostor Cities presenterà delle clip estratte da oltre 3.000 film e show televisivi realizzati in
Canada e coreografate dal video editor John Gurdebeke. L’accademico Randolph Jordan,
studioso di cinematografia e operatore multimediale, ha composto la colonna sonora attraverso
registrazioni effettuate fisicamente all’interno degli edifici e delle città oggetto di
rappresentazione con l’utilizzo della tecnologia surround sound Ambisonic. L’installazione è
stata sviluppata in collaborazione con il progettista del suono Florian Grond, l’integratore
audiovisuale Éric Fauque e il grafico Pawel Karwowski. Lo studio canadese di arredamento
d’interni Atelier Zébulon Perron ha creato gli arredi appositamente per l’installazione.
Interviste video esclusive con architetti, registi, scenografi e altri addetti ai lavori canadesi
faranno da cornice alla mostra attraverso piattaforme di social media e il sito
www.impostorcities.com. Il visitatore potrà così venire a conoscenza di affascinanti e intimi
aneddoti narrati da personalità quali David Cronenberg, Atom Egoyan, Sook-Yin Lee, Paul
Austerberry, Tamara Deverell, Guy Maddin, Douglas Coupland, Alanna Thain, Claude Paré e
altri, apprendendo come il cinema rivela l’architettura canadese.