Perforated by
Itziar Okariz e Sergio Prego
Testo di Peio Aguirre
Ogni corpo all'interno di uno spazio vuoto genera una tensione con il luogo in cui è inserito,
poichè il volume avvolgente dell'architettura ci restituisce l'essenzialità materica del corpo. La
caratteristica principale dell'architettura di Itziar Okariz e Sergio Prego è un principio di
immanenza in questa relazione corpo-spazio. Con risorse materiali semplici, creano un lavoro
austero e potente, complesso nella sua semplicità. Le loro opere sono caratterizzate
dall'elaborazione di forme e immagini spoglie che contribuiscono a quella volontà di
trasgressione, di resistenza, che Susan Sontag ha definito uno stile radicale.
Il principale gesto e tratto di questa mostra è di aprire, espandere lo spazio attraverso
un'occupazione che è in realtà il suo opposto, una non occupazione o uno svuotamento. Nel suo
saggio “L'estetica del silenzio” Sontag ha scritto che "il silenzio non esiste solo in un mondo
popolato da parole e altri suoni, ogni silenzio compiuto gode anche della propria identità basata
su un arco di tempo perforato dal suono". Perforare significa bucare parzialmente qualcosa, una
cosa, un'immagine o uno spazio, attraversandolo ma lasciando intravedere ciò che era in primo
luogo, alterandolo nell'atto di perforazione. Questa mostra di Sergio Prego e Itziar Okariz viene
proposta come perforazione - in senso metaforico e letterale - attraverso la performance, il suono,
l'immagine, la scultura e l'architettura.
Lo stato del corpo nella nostra società tecnologizzata trova il suo contrappunto in azioni artistiche
che rivelano il lato disciplinare dell'architettura, dell'urbanistica e dei codici normativi che
governano il comportamento. Il lavoro svolto da questi due artisti a partire dagli anni '90
ridefinisce la nozione di performatività e scultura, operando all'interno di un regime di
rappresentazione – che si addice alla nostra epoca fatta di immagini - in cui la produzione di segni
è inevitabile. Ognuno a modo suo, sia Okariz che Prego tracciano questo legame tra soggettività,
sessualità e ambienti sempre più costruiti dal potere, o biopotere in una tradizione artistica che
trova nella performance, nella body art e nel post-minimalismo i loro precedenti storici più
immediati.
Pavilion of Spain
Perforated by Itziar Okariz and Sergio Prego
PERFORATO DA ITZIAR OKARIZ E SERGIO PREGO è il progetto curato da Peio Aguirre che vede
protagonisti gli artisti Itziar Okariz e Sergio Prego, e che rappresenta il Padiglione della Spagna
alla 58. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia. Una mostra che propone una
perforazione, in senso metaforico e letterale, attraverso la performance, il suono, l'immagine, la
scultura e l'architettura.
Itziar-Okariz
Il progetto di Sergio Prego occuperà il giardino retrostante il Padiglione spagnolo con un insieme
scultoreo in armonia con il paesaggio veneziano e la sua vegetazione, mentre il lavoro di Itziar
Okariz sará ubicato all'interno, dando vita alla più grande installazione di suono e performance
mai realizzata nel Padiglione della Spagna. Inoltre, durante i giorni di apertura, l'artista terrà una
serie di performance.
Il principale gesto e tratto di PERFORATO DA consiste nell'aprire, espandere lo spazio attraverso
un'occupazione che è in realtà il suo opposto, una non occupazione o uno svuotamento. Ogni
corpo all'interno di uno spazio vuoto genera una tensione con il luogo in cui è inserito, perché il
volume circostante dell'architettura ci restituisce solo una minima materialità del corpo. La
caratteristica principale dell'architettura di Itziar Okariz e Sergio Prego sta nella persistenza
indissolubile della relazione corpo-spazio, che si traduce in un lavoro austero e potente,
complesso nella sua semplicità.
Susan Sontag ha scritto nel suo saggio “L’estetica del silenzio” che "il silenzio non esiste solo in
un mondo popolato da parole e altri suoni, ogni silenzio compiuto gode anche della propria
identità basata su un arco di tempo perforato dal suono". Il titolo del progetto di Aguirre parte
dal significato della parola perforare, che significa bucare parzialmente qualcosa, una cosa,
un'immagine o uno spazio, attraversandolo ma lasciando intravedere ciò che era in primo luogo.
Lo spazio, sia all'interno che all'esterno del Padiglione, sarà perforato da performance, suono,
immagine, scultura e architettura di Okariz e Prego.
L'arte di Itziar Okariz è caratterizzata da azioni che mettono in discussione le regole sul linguaggio
e sulla produzione dei segni che ci definiscono come soggetti, avvicinandosi allo spazio privato
e pubblico da una prospettiva femminista.
Pavilion of Spain
Perforated by Itziar Okariz and Sergio Prego. Photo by Francesco Galli
In The Statues (2018-2019), l'artista presenta conversazioni a voci basse e confronti/scontri che
tiene con figure e oggetti d'arte. Nell'atto di confrontarsi direttamente con oggetti inanimati,
questi sono dotati di anima, respiro e soggettività. Il contenuto delle conversazioni e lo stazionare
prolungato davanti agli oggetti è il risultato di una relazione forte, soggettiva e difficile da
comunicare; sfida il buon senso e favorisce l'introspezione e il modo personale e intimo in cui ci
relazioniamo con gli oggetti e con l’arte. Questi incontri faccia a faccia si svolgono nello spazio
pubblico dei musei. Le immagini e i testi, tuttavia, non riflettono esplicitamente ciò che è
accaduto, suggeriscono piuttosto una riflessione sulla documentazione e sulla sua
manifestazione.
Questa dissociazione tra suono, immagine e testo approfondisce il movimento tra il soggetto del
linguaggio e la sua presenza corporea. L'azione funziona come una narrazione frammentata
basata su ciò che viene omesso, non visto e non ascoltato. Questi confronti con gli oggetti, che
si svolgeranno durante la Biennale Arte 2019, mostreranno il cambiamento dell'opera, dando
così allo spettatore l'impressione di affrontare qualcosa di vivo, in corso e non finito. Per dar
seguito a queste conversazioni Itziar Okariz utilizzerà una statua di Jorge Oteiza del 1948 e un
pezzo contemporaneo dell'artista peruviano Armando Andrade-Tudela. Scelta, questa, che
sottolinea l'importanza che l'artista rivolge all'esplorazione del carattere ontologico degli oggetti
e all'antropomorfismo delle forme nell'arte.
In Oceanic Breathing (2018-2019), lo spazio fisico dell'esposizione e il pubblico diventano una
scatola di suoni e risonanza. L'artista e un’altra performer eseguono una serie di esercizi di
respirazione a intervalli di fronte a un microfono che propaga il suono del respiro attraverso lo
spazio circostante. La performance, insieme ad altre azioni, fa parte di un programma che avrà
luogo durante i giorni della pre-apertura. Insieme a questi lavori, sarà presentato un video inedito
della serie To Pee in Public and Private Spaces (2001-2006), - basato sull'elaborazione di un
immaginario femminista e queer - che si interroga sull'uso delle convenzioni di genere e la
performance della mascolinità, mettendo in discussione il regime normativo, l'uso dello spazio
pubblico e privato, ciò che è permesso e ciò che non lo è.
Pavilion of Spain
Perforated by Itziar Okariz and Sergio Prego. Photo by Francesco Galli
Sergio Prego, partendo dalle pratiche artistiche degli anni sessanta e settanta, ridefinisce il
rapporto tra arte e spazio espositivo, oggetto artistico ed esperienza estetica. Accanto al corpo,
la considerazione materiale e l'autonomia della scultura post-minimalista sono fondamentali. La
scultura è stata tradizionalmente il mezzo più appropriato per investigare la natura del corpo e il
suo rapporto con lo spazio e il tempo. Sergio Prego espande questa caratteristica anche al video
e al disegno, con cui cerca di trasgredire la tradizione della forma e dei suoi limiti. L'artista lavora
sui limiti della scultura con costruzioni generalmente effimere o rimovibili, volumi geometrici
basilari e materiali non convenzionali che vengono spesso realizzati in situ. Le sue opere,
composte da membrane pneumatiche, – che nello spazio respirano come poesie - esplorano la
natura della scultura legata all'architettura, mettendo in discussione la materialità insita nel
lavorare con materiali flessibili e leggeri che rendono la forma solo in uno stato determinato, o
come conseguenza di un'azione continua sul materiale che la compongono. L'aria diventa uno
strumento che modella i pezzi, così anche l’acqua, il cemento o la resina sintetica. La scultura
pneumatica è legata allo svuotamento dello spazio: un elemento occupa uno spazio che
contemporaneamente non lo occupa, lo svuota, abilitandolo all'occupazione da parte di persone
e spettatori. Tuttavia questo progetto di scultura pneumatica è in mostra anche con un modello
che rappresenta il progetto iniziale che Prego aveva pensato per il Padiglione, suggerendo un
uso alternativo dello spazio e dell'architettura.
Nel suo intervento nell'architettura del Padiglione, Sergio Prego rivolge la sua riflessione al
giardino o alla facciata posteriore del Padiglione, dove una scultura site-specific mostra la
capacità di fluidità dell'acqua e di altri materiali. Alla considerazione del contesto e
dell'architettura del Padiglione viene aggiunta un'indagine formale sul principio della "plasticità"
e dell’organico: questa plasticità ha a che fare con il dare e ricevere una forma; questo insieme
scultoreo forma un giardino "mancato" e allo stesso tempo in armonia con il paesaggio
veneziano, la sua vegetazione e il carattere fluido dell'acqua. La ricerca sulla forma si completa
di disegni che illustrano campioni botanici e naturali, organi corporei e altre forme interstiziali,
biologiche e sessuali.
Pavilion of Spain
Perforated by Itziar Okariz and Sergio Prego.
Padiglione Spagna alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia