60. Esposizione Internazionale d’Arte
Jim Dine
Dog on the Forge
curated by Gerhard Steidl
My Angel in Bardo
Painstakingly I gasp yes, / it's skin you pay the penalty for, but it behaves differently. / No, it's an abstract thing / Bardo / So tradition has been vellum And modern art cost you, My angel!
Jim Dine
Interview
D - Qual è l'ispirazione al titolo “Dog on the Forge”?
Jim Dine - L'ho intitolato così perché viene da una poesia che ho scritto e quel verso mi ha colpito come una sorta di metafora per
questo 'old dog on the hot seat^, sai, la fucina dove diventerai, si spera, qualcosa di migliore, di più grande, oppure verrai fottuto.
Capito? Comunque, leggerò la poesia, perché la adoro.
La mia amica, la professoressa di poesia a Yale, Karen Roffman, ha detto che il testo era come “Tender Buttons” di Gertrude Stein, che ho davvero amato.
Questa è la poesia:
Daddy, forget the road left behind,
my mind is a historical tune.
Rage shot through the pungent air,
Makes it unprintable like a dog,
The sleeper will always dream and howl
about democracy,
Holiday sleeper,
dog on the forge,
poisoned by the dark amber
internet,
photos on thursday,
Next Tuesday we wash the sheet
coffee, a dozen eggs, oranges etc.,
greek yogurt, bacon, ham,
water and ice cream bars.
Next Tuesday,
We wash the sheets.
D - Ci sono tecniche o materiali nuovi che hai esplorato in questa mostra? Se sì, puoi descriverli.
JD - Per quanto riguarda i dipinti, ci sono nuovi elementi. Sto cercando di ottenere una superficie molto più densa.
E cerco, allo stesso tempo, di confrontarmi con una forma di realismo, il mio goffo stile di realismo,
che grazie allo spessore del colore e all'accumulo si potrà cogliere in una qualità astratta. Penso che sono dipinti molto impegnativi.
Sono molto espliciti. Sono grandi teste di me. Che si pongono frontalmente.
D - In che modo “Dog on the Forge” riflette i tuoi attuali interessi o considerazioni di natura artistica?
JD - Riflette esattamente ciò che voglio fare ora. E cioè fare questi quadri molto grezzi,
dipinti molto complicati. Come nessuno ha mai visto prima. E non mi interessa renderli belli.
Sono interessato a costruire immagini che commuovano...
D - In che modo “Dog on the Forge” rappresenta un cambiamento rispetto ai lavori precedenti?
JD - Beh, credo che ogni cosa che faccio sia un cambiamento rispetto al precedente. Sono un artista davvero proteiforme e non posso fare altro che creare, c'è tanto materiale quindi che viene fuori dalle mie mani. Ognuno di questi lavori si discosta dal precedente, credo. Non necessariamente in avanti o indietro nel tempo.
D - Cosa trova di gratificante nel partecipare a mostre internazionali come la Biennale?
JD - È un duro lavoro. E l'unica ricompensa alla fine è un'esposizione. Vi ho lavorato davvero molto. Mi ha dato una profonda felicità nel farla.
D - Come vedi il ruolo dell'artista nella società odierna?
JD - Non c'è alcun ruolo. È semplicemente una persona che vuole essere un piccolo ingranaggio in questa grande
macchina, una grande macchina commerciale. Non ha più a che fare con Picasso o Matisse.
D - Ci sono artisti o tendenze che attualmente ti ispirano?
JD - Guardo sempre al passato. Ci sono dei bellissimi Tiziano a Venezia e che non vedo l'ora di vedere all'Accademia.
D - Come giudichi il tuo lavoro nel contesto più ampio dell'arte contemporanea?
JD - Non lo faccio. Voglio dire, ho 88 anni, quindi non sono così contemporaneo. E non sono mai stato in una scuola. Anche se hanno cercato di inserirmi nella pop art, nel neo-dada, sono tutte stronzate. Ho fatto di testa mia. Mi sono nascosto nella mia stanza e ho fatto arte. Tutto qui.
D - Cosa ispira l'uso della poesia nelle tue opere d'arte?
JD - Sono un poeta e lo sono sempre stato. Perciò a volte è bello disegnare il tratto della scrittura come forma in un dipinto.
D - Provi che la tua arte sia evoluta negli ultimi sessant'anni?
JD - Sono in vita, sono ancora attivo. Ecco come evolve.
Jim Dine, Dog on the Forge, 2024. Collateral Event of the 60th International Art ExhibitionBiennale 2024, ph © Ugo Carmeni 2024.
* Note
Jim Dine - Dog on the Forge è un Evento Collaterale della 60. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia, a cura di Adriano Pedrosa. La mostra di Jim Dine, leggendario pittore, scultore e poeta americano, presenta al Palazzo Rocca Contarini Corfù un'ambiziosa mostra curata da Gerhard Steidl, direttore fondatore della Kunsthaus Göttingen.
Jim Dine - Dog on the Forge presenta circa 50 opere dell'artista, tra cui dipinti, disegni, sculture in bronzo e legno, oltre a un'imponente installazione all'aperto di sculture in bronzo di grandi dimensioni. Tra esse, sono comprese opere monumentali e site-specific concepite appositamente per la Biennale Arte 2024 a Venezia. Dipinti e sculture mai esposti prima saranno disposti in dialogo tra loro e con opere che vanno dagli anni '80 a oggi.
Il curatore Gerhad Steidl si è ispirato alle incessanti odissee di Dine tra gli Stati Uniti e l'Europa, nonché alla sua dedizione al concetto di ibridazione visiva, culturale e linguistica.
"Per tutta la vita sono stato in movimento. Mi è difficile stare fermo. È una qualità iperattiva, direi. Mi è sempre piaciuto andare da uno studio all'altro, da un paese all'altro. Per me viaggiare è come usare il rosso. È un'altra cosa fare un quadro".
Allestita in un palazzo del XIV secolo sul Canal Grande, l'antico incontra il contemporaneo in un contesto palazziale veneziano, gettando una luce riflessiva sulla storia personale e sulla visione di Jim Dine. Reinterpretando il suo linguaggio ormai classico fatto di strumenti, cuori, autoritratti, Veneri e Pinocchi (che avranno una sala a loro dedicata), la mostra occuperà i due piani del palazzo che si affaccia sul Canal Grande e il suo giardino impreziosito da sculture del XVIII secolo. Alla domanda riguardante i nuovi dipinti, Dine risponde: "Non mi interessa renderli belli. Mi interessa scolpire immagini che vi commuovano". Concepita come un viaggio poetico, la mostra delinea la complessità di un'opera intima, profondamente radicata nella conoscenza dell’artista circa la storia dell'arte europea, e in un'incessante esplorazione del linguaggio e del sé.
Jim Dine, Dog on the Forge, 2024. Collateral Event of the 60th International Art ExhibitionBiennale 2024, ph © Ugo Carmeni 2024.
Jim Dine
Dog on the Forge
curated by Gerhard Steidl
Collateral Event of the 60th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia
@ 2024 Artext