Luca Matti
DORSALE OPPOSTA
Villa Rospigliosi di Prato
Dorsale opposta a cura di Riccardo Farinelli, il progetto concepito da Luca Matti per gli spazi-giardino della storica villa Rospigliosi di Prato.
Una conversazione tra l'artista Luca Matti e Riccardo Farinelli, Claudio Seghi Rospigliosi e Carla Carbone, impegnati da alcuni anni nella promozione dei progetti site specific dell'Associazione ChorAsis-lo Spazio della Visione.
Seduti intorno a un tavolo, sotto il maestoso leccio che nel prato antistante l'antica villa, da secoli, domina osserva e ascolta il perpetuo ragionare umano.
Dorsale opposta, un dialogo sul sentire, di scelte lontane e attuali, di materiali e ricerche tecniche costruttive, di sviluppi prossimi futuri non sereni, di tentativi, spiragli e possibili vie.
L'artista ha dislocato tra l'antica rimessa e le verdi aree esterne cinque opere, due delle quali dalle notevoli dimensioni, qui dove gli ordinati decori armonici settecenteschi dialogano con quel nero dalle stonanti forme sintetiche non naturali.
Dialogo con Luca Matti
Carla Carbone - Una unità cromatica su tutte le opere esposte, il colore nero. Un non colore che si manifesta variabile, che si manifesta materia. Scelta rigorosa. Lucido sui tubi di polietilene, anche opaco o quasi grigio nelle camere d'aria. Variazioni acromatiche su una superficie che è materia viva, liscia e imperfetta, ondulata e non rigida. Sagomata dalle mani di Luca, reca le tracce di ogni singolo vissuto. Gomma nera delle camere d'aria che non perde l'individuale impronta, anzi, Luca ne evidenzia quel rattoppo o graffio, scritta o dettaglio, con attenta e meticolosa ricerca. Camere d'aria appartenenti a veicoli, bici, moto, auto, camion, bus, trattori. Materia trattata come corpi inanimati ma ancora caldi, custodi di vite. Luca ne è consapevole : ho visto Luca scegliere, selezionare, maneggiare con rispetto e fascinazione quella gomma che tra le sue mani pare pulsare. Camere d’aria legate a storie di uomini. È l'uomo che si sposta, corre, lavora, va ... vive.
Luca Matti - È quella quotidianità dell'uomo, i suoi spostamenti nella vita di ogni giorno, il correre, l’avvicendarsi in mille cose. Mi sembra di avere tra le mani le loro esistenze in quel barcamenarsi che è la vita.
Quei buchi, graffi, imperfezioni sono testimonianze di forza, resistenza alla resa. Nelle toppe e in quelle saldature, vedo il grande coraggio al rialzarsi per riprendere il cammino. Non fermarsi, l'andare avanti, farcela, è un qualcosa a cui non posso fare a meno di pensare. La frenesia, il progresso, il fermento, processi inarrestabili.
Lo sento in me, lo porto nel mio lavoro.
Black time, 2022, camera d’aria, valvole di gonfiaggio, ferro, diametro cm 320x 320 circa, (Courtesy l’artista), ph. Claudio Seghi Rospigliosi
CC - La gomma nera dalla forte impronta olfattiva, non smentisce la sua composizione. Da un composto sintetico e petrolifero, proprio della sua natura, è nata da parte di Luca, la scelta impulsiva e razionale al suo utilizzo. Se ogni nostro gesto è politico, è questo il contributo dell’artista ad una urgenza ambientale e climatica alla deriva, dal futuro ineluttabile. Una consapevole poetica sociale e di denuncia priva di moralismo che da sempre accompagna una narrazione ecologica e profetica.
Un linguaggio, il suo, caratterizzato da forte attenzione all'uomo e al suo ambiente: uomo che ha fallito, soggiogato da quei rapporti di sopraffazione e predazione, di potere e controllo perpetrati a danno di altri uomini, a danno dell'ambiente e di se stesso. Uomo che, da quelle città cementificate e alienanti, ha preso d'assalto persino lo spazio cosmico.
In Luca, artista visionario e indipendente, impegno e scelte non tradiscono anche indicazioni e insegnamenti di un certo attivismo radicale, lasciti dei grandi maestri come Meztgev.
LM : La scelta istintiva dell’utilizzo della inquinante gomma nera risale agli anni '90, rafforzatasi con maggior determinazione nel 2010 in seguito alle immagini devastanti di uno dei peggiori disastri ecologici della storia con morti e immensi sversamenti petroliferi per quattro mesi nel Golfo del Messico. Tv e giornali inquadravano pesci morenti e uccelli agonizzanti ricoperti di petrolio. Quel nero ricopriva tutto. Da quel momento la ferma decisione: raccontare la realtà privata dal colore per renderla più cruda e vera e utilizzare un materiale che per colore ed origine risalisse a quella materia prima. In pittura il bitume, la gomma nera in scultura.
Claudio Seghi Rospigliosi - Nella rimessa
Black time è la Terra, ricoperta da una vegetazione lussureggiante ma nera sintetica. Con un diametro di oltre 3 metri si pone in relazione allo spazio quasi cubico nella quale è inserita.
Pare pulsare emanare un
om primordiale, un richiamo. Con Luca per evidenziare questo respiro abbiamo selezionato alcune sonorità, studi di vibrazioni che ci parevano congeniali. La scelta è ricaduta su un brano musicale di Alvin Lucier,
Music On A Long Thin Wire (1977), frutto di studi sonori degli anni 70, una lunga corda metallica fatta vibrare per circa un'ora e mezza.
Il suono si propaga (la cassa posta al suo interno). La grande sfera pare fremere. Una persistente vibrazione sonora, avvertibile fin dall’esterno, pervade lo spazio cubico. Ora lieve e impercettibile, ora sorda profonda penetrante riecheggia tra le pareti bianche e nude. È quasi soggezione.
Black time, 2022, camera d’aria, valvole di gonfiaggio, ferro, diametro cm 320x 320 circa, (Courtesy l’artista), ph. Claudio Seghi Rospigliosi
LM - La sfera intesa come pianeta violentato è un tema da me trattato da anni, interamente ricoperto da edifici in cemento o da nera vegetazione. Presso gli spazi di villa Rospigliosi, non poteva essere che una giungla di liane, grandi foglie e fiori a ricoprire ogni sua parte. Per questo progetto e in questo spazio ho potuto realizzare un'opera complessa per la cui ideazione scheletrica mi sono avvalso della competenza tecnica di Claudio realizzando una sfera che porta in sé una arcaica spiritualità e tensioni emotive.
CSR -
Black time ha al suo interno una armatura metallica che suddivisa in quattro quarti assemblati forma una perfetta sfera. Una struttura appositamente studiata per l’ambiente che la accoglie. Ha sempre una grande fascinazione inserire un elemento sovradimensionato rispetto al volume di un dato spazio. Altrettanta suggestione desta osservare l’opera dall'esterno.
Ad un paio di metri dal suo ingresso l'imponenza e quel richiamo sonoro divengono al contempo impatto visivo e riflessione.
CC - Uno stato di sospensione e isolamento fisico e meditativo investe sensorialmente l’osservatore nelle grandi dimensioni e dall’emissione sonora in quell’
om (soffio), incarnazione del suono originario della creazione. Catturati dalla consapevolezza di essere parte di quella creazione, materia e natura, parte dell’Universo stesso.
Black time è Gea o forse solo uno dei possibili pianeti dell’Universo. Duale rappresentazione di un tempo universale ed eterno e di un tempo finito su cui una urgenza oscura pare incombere pesantemente. Diverso all’aperto lo stato d’animo, si aprono possibilità.
Il progetto espositivo di Luca, a cura di Riccardo, sembra rivendicare con rinnovata forza le capacità creative della Natura ad esercitare e affermare, in qualche modo e nonostante tutto, le leggi della vita.
Il diritto di esistere e resistere concependo stupefacenti ibridi e mutazioni in un proliferare imprevisto e incontrollabile di quella che possiamo definire nuova vita.
Flower man, 2022, camera d’aria, valvole di gonfiaggio, ferro, cm 185x54x80 (Courtesy l’artista), ph. Claudio Seghi Rospigliosi
Riccardo Farinelli - Quando, proprio all’inizio del testo di presentazione, parlo di “Opposizione, rovescio della medaglia, conseguenza oscura e non governabile di un eterno e troppo distratto presente”, sintetizzo in qualche modo ciò che mi pare l’artista voglia evidenziare: il reiterarsi imperterrito di una logica di pensiero finisce per produrre, nel tempo, situazioni inedite di inaspettata vitalità nel rapporto con la natura e i ritmi della vita.
Situazioni inedite verso le quali gli umani non sembrano preparati, maturando così modi mentali ai quali non sono estranei rimozione e presunzione, dimenticando di aver grandemente contribuito a crearle. Un atteggiamento da codardo che sperabilmente dovrà cambiare.
In questo senso mi pare che Luca abbia mutato il suo atteggiamento: da spettatore attonito e preoccupato di una realtà distruttiva e inquinante a chi, infine, decide di avere fiducia nelle energie rigeneranti della Natura la quale può risultare capace di soluzioni vitali inedite, dove è bandito ogni desiderio di scontro ma, caso mai, di inclusione.
Indubbiamente anche la scelta di lavorare sempre e comunque in monocromo, concorre ad una rappresentazione espressivamente assai efficace, oltre alle meditazioni sugli scritti di autori significativi.
Anzi, proprio l’immaginario kafkiano sembra essere in qualche modo ispiratore delle prime opere tridimensionali fatte con le camere d’aria, dove Luca si è sbizzarrito ad inventare strani insetti di tutte le dimensioni.
Qui a villa Rospigliosi di questo atteggiamento visionario sono convincenti rappresentanti, mi sembra, opere come
Flower man, quasi un ideale autoritratto dell’artista oppure
Sleepy o La bestia. Però con questo nuovo atteggiamento, più positivo, che sembra augurarsi l’avvento di una nuova era dove, al di là delle azioni umane, la vita trova nuove e stupefacenti vie per esprimersi.
LM - Sotto le fronde del maestoso leccio, dal confronto con il reale e rigoglioso verde naturale, ho fatto nascere
Floower man, essere mutante in camera d’aria nera sagomata, la cui realizzazione è allusione anche alla Primavera del Botticelli e nella cui gestualità ne ricorda qualcosa. Ho invece ripreso il mio tenero umanoide, opera precedente, ponendolo in posizione rannicchiata e fetale ai piedi di alcuni melograni ravvicinati, ora spogli ma ad inizio ottobre ricchi di foglie e frutti, sembravano custodire e proteggere il sonno placido del fragile
Sleepy.
Scelta diversa è stata il collocare
La bestia (opera precedente) a pelo d’acqua al centro della ovale vasca dei pesci del giardino ghiaioso antistante la facciata della villa. In tubi di polietilene e fascette di cablaggio, con arti umanoidi e zampe tentacoli,
La bestia riprende la reale funzione classica di arredo, statua per fontana con getto d’acqua ma con i suoi 2 metri, sembra incutere timore e predazione verso i pesci sottostanti o diversamente chissà, magari assolve ad un ruolo di protezione e difesa.
Sleepy, 2018, camera d’aria, cm 100x41x16 (Courtesy l’artista), ph. Claudio Seghi Rospigliosi
CC - Sono presenti in città, affissi in viale Galilei e con medesima durata di esposizione, alcuni lavori di Luca la serie
Prospetti che, riallacciandosi e anticipando quanto realizzato in villa, richiamano al tema e ai contenuti del costruire nel senso più ampio. Si tratta dei tre gonfaloni del progetto
Arte di confine ideato alcuni anni fa da Riccardo con il supporto della Signal.
Una sorta di segnaletica pubblica che non pubblicizza nulla dove, una volta tanto, l’arte ruba spazio alla pubblicità sollecitando la mente e invitando alla riflessione.
CSR - Con
Dorsale opposta Luca riprende il linguaggio delle forme architettoniche. Realizza una struttura installativa essenziale, contemporanea e primitiva insieme. Una palizzata alta e stilizzata con pali rigorosamente neri saldamente conficcati nel terreno. Robusti tubi di polietilene, sfalsati in altezza e tra loro, disposti verticalmente ed orizzontalmente e solidamente legati da un intreccio nodoso (in camera d’aria) ricordo di modalità arcaiche.
L’opera si innalza sul prato come una sorta di griglia aerea posta ad una certa distanza dalla facciata settecentesca opponendosi ad essa come replica dissonante.
LM : In
Dorsale opposta, ancora una volta ho avuto accanto Claudio che, riservato e instancabile, ha tecnicamente accompagnato il mio lavoro nel delicato passaggio dall’idea alla realizzazione.
Il risultato è un’opera non semplice nel contenuto. Nelle due dorsali, l’una opposta all’altra che paiono fronteggiarsi, creo un tentativo di costruzione, assolutamente incerto eppure necessario. E’ un desiderio di semplice essenzialità nel vivere un presente dalla complessità inevitabile guardando ad un futuro sconosciuto e oscuro ma, al tempo stesso, senza sottrarsi a quanto appartiene a ciò che è stato o siamo stati.
La Bestia, 2014, tubi di polietilene e fascette di cablaggio, cm 115x275x70 (Courtesy l’artista), ph. Claudio Seghi Rospigliosi
CC - Ipotizzerei quasi una evoluzione di visione. Le nere visioni di Luca paiono ammorbidirsi, assumere una connotazione possibilista nel vivere un luogo dove ordine e armonia sono la relazione tra natura architettura e storia.
Si apre una breccia, emerge una possibile via se
Flower Man ricorda la primavera e
Dorsale opposta un confronto aperto in divenire, in costruzione, nato dal diretto necessario incontro fra due mondi, entrambi simultaneamente presenti, anticipatore di nuove dimensioni di esistenza ...
RF - Infatti.
Dorsale opposta, l’installazione che da il titolo all’intero progetto espositivo, mi pare che, dopo tutto, possa dirsi l’opera più problematica del progetto di Luca. Questa sua incompletezza, data da un incrociarsi solo parzialmente congruo degli alti pali in polietilene, come fosse un progetto del quale pare non si conosca del tutto l’esito, mostra un grande desiderio vitale di ri-costruzione ma, allo stesso tempo, un non sapere come esattamente procedere, come se ci trovassimo in un tempo nel quale paiono essersi perse conoscenze e tecnologie, in una sorta di nuovo medioevo dove, faticosamente, si cerca il recupero di quanto possa tornare utile, magari meditando su quanto è rimasto di un passato più o meno recente. Il confronto con la facciata della villa Rospigliosi in questo senso pare emblematico. In questo stato di incertezza sta anche la capacità di suggestione di quest’opera, pensata appositamente per questi spazi.
Direi che proprio le qualità espressive, oltre che visionarie, delle opere di Luca hanno convinto definitivamente ad invitarlo, portando così il suo originale contributo al progetto ChorAsis il quale, utilizzando gli spazi che Claudio ha generosamente messo a disposizione, fin dall’inizio ha inteso riflettere e far riflettere su temi quali il tempo, la storia e il suo rapporto con il presente, del quale gli spazi di villa Rospigliosi sono testimonianza visibile, la complessa interazione fra l’uomo e la natura. Particolarmente quest’ultimo aspetto pare adatto ai lavori di Luca, proprio per quel forte contrasto che si genera dal confronto di forme e di materiali in gomma nera, con l’intorno naturale, nel suo rapportarsi problematico con il progetto di ordine e armonia che caratterizza la villa e il suo parco.
Dorsale opposta, 2022, tubi di polietilene e fascette, cm 300x800 circa (Courtesy l’artista), ph. Claudio Seghi Rospigliosi
Luca Matti Firenze 1964.
La sua infanzia è a Milano dove inizia a disegnare e osservare. A lungo si occupa di fumetto, illustrazione, animazione, collaborando con riviste e case editrici. Dal 1988 si dedica alla pittura e alla scultura con opere in materiali di recupero, camera d’aria, tubi di polietilene. Tema fondamentale del suo lavoro il rapporto dell’uomo con la città e l’ambiente. Città alienanti, solitudine e incomunicabilità. Megalopoli e interi mondi, anche l’universo, tra sonde, satelliti e detriti spaziali, luogo di predazione e controllo. Nelle sue tele elimina il colore utilizza bianco nero e i bruni del bitume. Negli anni compone un’insolita iconografia di oggetti e interni domestici, di figure mutanti uomo-insetto.
Dalla metà degli anni ‘90 inizia un’intensa attività espositiva in Italia e all’estero, tra cui le personali al Centro d’arte Spaziotempo di Firenze, alla Galleria Massimo Carasi di Mantova. Nel 1998 è al Parlamento Europeo di Strasburgo e pochi mesi dopo realizza delle sculture per i mondiali di calcio a Parigi. Espone al Teatro Romano di Fiesole, alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2004 alla XIV Quadriennale di Roma. Del 2007 con Babelealla galleria Frittelli a Firenze. Espone a Bruxelles per il Ministero degli Esteri e in alcune città dell’India. Con Mark Kostabi ai Magazzini del Sale di Cervia, al Ministero della Cultura di Bratislava, con Nuovimondial CAMeC di La Spezia. Nel 2016 con Lucio Pozzi all’Art Bludenz in Austria, una personale presso Cappelleschi Art Gallery di Knokke in Belgio. Nel 2017 è con le sue opere a Qingdao in Cina, con La città dentro, alla Galleria ZetaEffe di Firenze, con una grande installazione per la Maison Patrizia Pepe. Nel 2019 all’Accademia dei Georgofili di Firenze. Nel 2020 con Luca Matti–Profezie per un mondo migliore, alla galleria Kabinet di Bratislava, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Slovacchia. Partecipa alla mostra Due culture e lo spazio, al Qingdao Sculptures Art Museum di Qingdao. Nel 2021 la personale Dalla terra alla luna, presso C2 Contemporanea a Firenze.Le opere di Luca Matti sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui la Collezione Farnesina Experimenta, presso il Ministero degli Affari Esteri a Roma.
Villa Rospigliosi, Prato.