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Nicolas Ramel
Autoritratti


 


Nicolas Ramel
Autoritratti
a cura di Alessandro Galicchio
@ 2017 Artextbook


AUTORITRATTI (? - 2017) e oltre...
Nicolas Ramel fa uso del genere dell'autoritratto in modo seriale, esplorando attraverso svariate tecniche il tema dell'autorappresentazione. Tale pratica, resa celebre dai più grandi maestri dell'arte – tra cui Rembrandt sembra distinguersi per qualità e continuità – potrebbe far pensare a un suo ancoraggio ad una delle tradizioni pittoriche occidentali più diffuse. In effetti, il mito dell'artista allo specchio ha nutrito gli immaginari di un pubblico curioso e spesso sensibile alle tensioni scatenate dalle letture fisiognomico-psicologiche. La visione di Ramel, però, è volontariamente lontana da ogni caratterizzazione intimista e si fonda su una ricerca che si distingue per il suo approccio cinico e pragmatico, in cui le corde del sensibile non subiscono alcuna sollecitazione. Com'è dunque possibile interpretare questa ininterrotta serie di autoritratti? L'artista, dopo aver terminato i suoi studi in Accademia di Belle Arti, ha sempre ritenuto necessario salvaguardare un aspetto di quello che oggigiorno viene definito un insegnamento classico, quello del disegno, e si è cimentato nell'esercizio metodico della rappresentazione di sé stesso. Ogni sforzo di metodicità, così come ogni serie, si fonda sulla presenza di alcune costanti e, in questo caso specifico, Ramel ha deciso di effettuare una scelta che privilegiasse la semplicità, ossia un modello sempre a disposizione (egli stesso), ma che allo stesso tempo lo legasse a quell'accademismo di stampo formativo. Lontano dalla ricerca dell'Io e altrettanto estraneo alle rappresentazioni che utilizzano la serie come unità di misura per controllare gli effetti del tempo sul proprio corpo – come nel caso dei celebri autoritratti di Roman Opalka – Ramel si cimenta in modo spensierato nella sperimentazione delle più originali e svariate forme di autoritratto. Tale esercizio trova delle opportunità espositive nelle banali piattaforme di mostrazione, i social network: l'artista non si esime infatti dall'investire questo spazio di autorappresentazione con alcuni dei suoi disegni, pubblicati come alternativa agli ormai classici selfies. La raccolta sotto forma di ebook, che nel nascere è già parziale (in quanto potenzialmente infinita), è quindi il frutto di una progressiva presa di coscienza del valore di questa pratica, un indicatore affidabile dell'approccio rigoroso ma aleatorio dell'artista. Qui, la quotidianità è frastagliata e non s'intravede nessuna scaletta di produzione. La tecnica si adatta al materiale a disposizione, l'ispirazione lascia spazio alla spontaneità e il corpus nel suo insieme si presenta completo nella sua incompletezza. Solo una lettura trasversale permette una comprensione esaustiva, all'interno della quale le scale di valore cronologico, progressivo o stilistico sono sostituite dal loro sconfinamento e dalla rivendicazione di una maniera altra di interpretare l'autoritratto.

Alessandro Gallicchio

 

 

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