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Austrian Pavilion
Renate Bertlmann

 
Renate BertlmannRenate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, 2019. Installation Austrian Pavilion, Biennale Arte 2019 Foto Sophie Thun



La mostra
Discordo Ergo Sum


L’opera complessa di Renate Bertlmann rispecchia una ricerca artistica legata indissolubilmente sia esteticamente che concettualmente a un’estetica del rischio. Nell’ottica di un potenziale di trasformazione delle differenze quale controparte al potere, nei suoi lavori gli elementi performativi, sculturali, del disegno, fotografici, filmici e testuali oscillano tra passato e presente, tra sottrazione e desiderio, tra quotidianità e inconsueto, tra arte e vita. Renate Bertlmann si distingue non soltanto per la sua estrema precisione formale e concettuale. Il carattere agitativo e programmatico della sua opera all’insegna del motto “Amo ergo sum” e la sua tematizzazione ossessiva di immagini del corpo si rivolgono in modo diretto e immediato a una cultura quotidiana socio-politica. Fin dall’inizio della sua carriera artistica Bertlmann analizza le condizioni istituzionali dell’arte e dei concetti artistici in modo critico e al contempo passionale, utilizzando il potenziale ironico e l’ostinazione delle materialità come punto di partenza per le proprie riflessioni analitico-femministe e svelando i meccanismi del sistema dell’arte. Risulta pertanto ancora più formidabile vedere come riesce a negoziare queste tematiche in un atto sintetico di forme espressive performative e tradizionali in modo sensuale e provocante.

Per l’esposizione nel Padiglione austriaco Renate Bertlmann ha sviluppato un’installazione dedicata al concetto Discordo Ergo Sum (“Discordo, dunque sono”). Nella riformulazione del principio filosofico “Cogito Ergo Sum” (“Penso, dunque sono”) l’artista cerca di scalzare il predominio della ragione e di descriversi in un autoritratto di rivolta. Sulla base del motto programmatico e sovversivo, Amo Ergo Sum (“Amo, dunque sono”), l’imponente scritta davanti al padiglione, con la quale Bertlmann con un gesto ironico proprio della sua arte sigla il padiglione come fosse una tela, e dell’installazione delle rose- coltello, che occupa l’intero giardino interno del padiglione “come una griglia costruita con precisione, costituita da 312 rose, una sorta di Armata rossa che sta sull’attenti sotto il sole splendente” (Beatriz Colomina) l’artista esprime un commento artistico che in forma e contenuto rende esperibile l’ambivalenza esistenziale dell’esperienza umana. Questo approccio sovversivo sintetizza il principio della sua pratica artistica basato sulle contraddizioni.

Renate Bertlmann Renate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, 2019. Installation, Austrian Pavilion, Biennale Arte 2019 Foto Sophie Thun


Come cambiamento estremo Bertlmann si appropria dell’arsenale dei simboli sociali, li forza e li sovverte da un punto di vista femminista facendo coesistere, oscillare e percepire le contraddizioni come espressioni della varietà e pluralità umana. Dalla due proiezioni basilari dell’io dell’artista, quella che ama e quella che oppone resistenza, si costituisce un’area di transizione in cui le incongruenze convergono, gli opposti si alternano, le dicotomie e le gerarchie si mettono in movimento. In questa sfera generata dall’interazione di intensità concettuali, estetiche e materiali, diviene sperimentabile una tensione di fondo persuasiva, che da un lato mostra la criticità degli sviluppi globali come fenomeno individuale e socio-politico e dall’altro evidenzia il potenziale di trasformazione dell’arte in contesti estetico-percettivi e socio-politici.
Tra questo movimento fondamentale nello spazio esterno e nel cortile del Padiglione, lo spazio espositivo interno si apre e ospita una veduta cartografica dell’arte di Renate Bertlmann. Le riproduzioni di pannelli didattici, schizzi, fotografie, pellicole e disegni creano una zona contemplativa, nella quale i visitatori e le visitatrici si immergono nell’autocoscienza artistica di Renate Bertlmann per coglierla in relazione all’installazione attuale. L’allestimento concepito da StudioVlayStreeruwitz – una scatola leggera, che sembra fatta di carta ripiegata e introflessa nel padiglione – crea uno spazio intermedio che sottrae significato al padiglione dichiarandolo una rovina nella sua funzione temporanea.

Renate Bertlmann Renate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, 2019. Installation Austrian Pavilion, Biennale Arte 2019 Foto Sophie Thun


Discordo Ergo Sum. Catalogo

Estratto da “Hommage der Medusa an Renate und Co. Das Lachen der Tragödie” di Hélène Cixous

(…) Capita che all’improvviso certe figure del teatro di Renate Bertelmann mi facciano ridere. Anche se apparentemente sono serie come un Papa. Tra tutti i tipi di ilarità si tratta di un genere particolare di risata. Ridere su ciò che nella vita quotidiana non trovo risibile, il riso della tragedia. Quella risata che esplode nel bel mezzo della disperazione o dell’orrore. Ridere come forma di resistenza. Da così tanto tempo perdura la dittatura della fallocrazia, questo esercizio mondiale di violenza, da quanto tempo dura ormai? Da sempre. (…)

Renate BertlmannRenate Bertlmann, Dessert, 1999 Ausstellungsansicht: Sex Work: Feminist Art & Radical Politics, Frieze London.


Estratto da “Exosubjekt: Skulptur und Oberfläche als Identität” di Catherine Wood

(…) Bertlmann apre una terza, perfino una quarta dimensione oltre l’analisi critica del codice binario di maschile e femminile, nella quale ciò che è apparentemente dato dal punto di vista biologico si sposta attraverso la possibilità di estensione e di protesi, di protezione e di sostituzione – fallo e capezzolo. Nella sua opera regna fluidità tra costume e pelle, la sensazione dunque che parti del corpo possano essere aggiunte a piacere o perfino collegate alla propria carne, moltiplicate e indossate in parti inaspettate. Segni rigogliosi che connotano i concetti binari di un’identità sessualizzata – nella visione di Bertlmann spesso identici dal punto di vista visivo a organi interni –, si confondono e cadono nel meccanico, industriale o prodotto di massa. (…)

Renate BertlmannRenate Bertlmann Messerschnullerhände, 1982 Schwarz-Weiß-Fotografie auf Barytpapier, 39 x 29 cm


Estratto da “Wars of Roses” di Beatriz Colomina

(…) Le rose-coltello sono così sovversive, perché ottimizzano questo spazio aperto. Niente viene cambiato. È come se l’artista avesse istintivamente trafitto l’inconscio represso del luogo. Per un momento ora tutto si riversa in superficie, con tutta la sua forza d’attrazione e minacciosità. Il sangue, che crea il terreno dei Giardini e che ha dato nuovo slancio alla politica nazionale e di genere, si presenta ora come opera d’arte – e ci costringe a riflettere (…)

Renate BertlmannRenate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, 2019. Installation, Austrian Pavilion, Biennale Arte 2019 Foto Sophie Thun


Estratto da “Die Schachtel” di Lina Streeruwitz

Una scatola inserita, ma perfettamente adattata, riempie il padiglione transitoriamente senza sforzarsi di coprirlo completamente. La scatola mostra la sua costituzione e bidimensionalità, si apre e si spalanca negli angoli. Sono poche superfici, orizzontale e verticale, una costruzione leggera che non si chiude, che si svuota, che non deve fare niente di più ma neanche di meno che creare per le opere un loro spazio adeguato.

Renate BertlmannRenate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, 2019. Installation, Austrian Pavilion, Biennale Arte 2019 Foto Sophie Thun


Biographies
Renate Bertlmann (*1943 a Vienna) negli anni 1962/63 ha iniziato gli studi all’Academy of Arts di Oxford, in seguito ha studiato fino al 1970 all’Accademia di Belle Arti di Vienna, dove dopo il diploma le è stato affidato l’incarico di insegnamento del Corso di Tecniche artistiche. Vive e lavora a Vienna. Nelle sue opere Bertlmann esplora la rappresentazione di ruoli e di corpi. Indaga le relazioni tra i sessi discutendo di temi quali la pornografia, la sessualità, la violenza, l’eros e la gerarchia. Le sue opere sono caratterizzate da un approccio provocatorio e ironico. Bertlmann è membro della Secessione viennese dal 1993 e dal 1994 coeditrice della rivista [sic!] Forum für feministische GangArten. Nel 2007 è stata insignita del Premio della Città di Vienna, cui è seguito nel 2017 il Gran Premio di Stato Austriaco. Renate Bertlmann è rappresentata da Galleria Steinek / www.galerie. steinek.at e Richard Saltoun Gallery / www.richardsaltoun.com

 

Renate Bertlmann - Discordo Ergo Sum
A cura di Felicitas Thun-Hohenstein
Padiglione Austria alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
Padiglione Austria
@ 2019 Artext

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