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Centro Pecci
Simone Forti
Senza fretta

 
Simone FortiSimone Forti, Sleep Walkers / Zoo Mantras, 1968/2010 Performance at artist’s residence, Los Angeles, 2010.

Simone Forti
Senza fretta

Prato, 18 giugno 2021. Artista internazionale, figura chiave nello sviluppo della performance dalla fine degli anni Cinquanta a oggi, Simone Forti emigrò a Los Angeles, con la sua famiglia originaria di Prato, nel 1938. A lei e alla sua opera seminale, dal 19 giugno al 29 agosto 2021 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci dedica la prima grande mostra in un museo italiano: Senza fretta a cura di Luca Lo Pinto ed Elena Magini. Senza fretta è stata concepita come un grande paesaggio, con uno speciale display progettato in stretta collaborazione con l’artista che mostra l'evoluzione naturale del suo lavoro con uno sguardo politico e personale al tempo stesso.

A partire dagli anni Sessanta Simone Forti ha portato avanti un lavoro pionieristico e sperimentale, che si fonda sull’esperienza del corpo come mezzo di conoscenza. La sua opera si è declinata attraverso una vasta gamma di media diversi, dalla pittura al disegno, dal video al suono, tuttavia l’espressione fisica praticata attraverso la danza, e in particolare la capacità di improvvisazione del corpo, costituisce la chiave fondamentale del suo lavoro.

La mostra offre un focus sulle News Animations, una serie di opere che l’artista sviluppa dalla metà degli anni Ottanta in cui analizza la relazione tra linguaggio, movimento e fisicità, partendo dalle notizie sui quotidiani. Le News Animations sono performance in cui Forti incarna gli eventi delle news attraverso movimento e improvvisazione: la percezione delle notizie sui giornali viene mediata ed esplorata in termini di pressione, peso e bilanciamento, proprio come il linguaggio dei quotidiani si appropria di terminologie proprie delle dinamiche fisiche.

In mostra i video delle performance – quelle già concepite per essere riprese – sono messi in stretta relazione con un gruppo di disegni appartenenti alla stessa serie, che raccontano la metodologia interdisciplinare dell’artista nello sviluppare i suoi progetti; in questi disegni il gioco sul linguaggio, che nella performance va di pari passo all’uso del corpo e alla voce, si formalizza in una scrittura scarna, fatta di giochi di parole, figure appena abbozzate e avvicendamenti linguistici.

Simone FortiSimone Forti, Senza Fretta, Centro Pecci 2021. Foto, Margherita Nuti


In Senza Fretta le parole e il linguaggio costituiscono una parte fondamentale, espressa oltre che dai disegni anche da una composizione audio, una sorta di colonna sonora della mostra che accompagna il visitatore negli spazi del museo. Questa traccia è composta da un collage inedito di audio diversi che coniuga brani in cui l’artista canta canzoni popolari, interagisce con strumenti fatti a mano, legge brani dal suo libro The Bear in The Mirror: una collezione di storie, prosa, poemi, disegni, foto, lettere, appunti e memorie. Un’opera che vuole generare sonorità molteplici, che risentono delle sperimentazioni e delle collaborazioni condotte durante gli anni con musicisti e compositori come Charlemagne Palestine, Peter Van Riper, La Monte Young e altri.

Ogni settimana la mostra ospiterà anche alcune performance storiche dell’artista come Scramble, Sleepwalkers/Zoo Mantras, Song of the Vowels, Cloths e, per la prima volta in occasione di questa mostra, Rollers, movimento primario parte del vocabolario dell’artista presentata qui come opera completa, e una versione di News Animation realizzata da Sarah Swenson, storica collaboratrice dell’artista. Concludono il percorso i Bag Drawings, un nucleo di disegni inediti concepiti durante il lockdown della primavera 2020: una serie in cui l’artista ha lavorato sulle buste della spesa, come espressione diretta di un’emotività legata al quotidiano e al familiare.

La mostra è l’occasione per presentare anche il catalogo Simone Forti. News Animations, un reference book sulle azioni performative delle News Animations. Il libro raccoglie per la prima volta le trascrizioni delle performance accompagnate da disegni e fotografie per approfondire, in modo scientifico e suggestivo, la ricerca intrapresa dall’artista sul linguaggio e sulla parola attraverso il corpo e il movimento. Il libro, parte della collana del Centro Pecci, è edito dalla casa editrice NERO Editions.

Simone FortiSimone Forti, Zuma News, 2014. Video, digital 12' 37".


Simone Forti

D - *Ciò che improvvisi proviene da questa idea di "pensare con il corpo"?

SF - Pensare con il corpo è un aspetto fondamentale del mio modo di lavorare. Non so se è così per tutti, ma so che quando cerco di comprendere qualcosa, ovviamente ho i miei strumenti razionali, ma sento anche dei modelli cinestetici e visivi nello spazio - tensioni ed energie di come le cose evolvono.

Per esempio, nelle mie performance News Animations attingo a una sorta di combinazione vorticosa di immagini, ricordi, dettagli e informazioni relative ai media o stimolate dai media. Ho la sensazione di qualcosa che posso esprimere verbalmente. E se sono in movimento, potrò cogliere quelle sensazioni di pressioni e tensioni.
Posso sentire quando una situazione cede, quando è bloccata o sotto pressioni opposte da tempo e posso sentire quando qualcosa cambia da qualche parte. Posso usare il linguaggio verbale per cercare di specificare quali sono queste tensioni, cos'è che è cambiato, com'è cambiato. Lo avverto nel mio corpo così che posso esprimerlo usando anche il mio corpo.

Simone FortiSimone Forti, Cloths, 1967, Wood, fabric, monitor, audio Dimensions: Variable, Video: Camera by Hollis Frampton


D - Molte delle Dance Constructions sono state pensate per decenni come opere di 'danza', ma più recente sembra che l'attenzione si sia spostata nel considerarle quali fonti di suono, o come musiche in sé. Mi chiedo se questo derivi da un cambiamento relativamente recente nel modo in cui le consideri?

SF - Mara McCarthy (The Box Gallery LA) ha avuto l'idea che molti dei miei pezzi hanno un elemento sonoro, quindi perché non farne una mostra? Abbiamo messo insieme diversi miei pezzi che hanno questa componente del suono, ma io in genere già usavo sia suoni che strumenti. Una delle Dance Constructions si chiama Cloths e consiste in tre cornici con dei teli che i performer sollevano lanciandoli al di sopra. E i performer che cantano, che non si vedono o quanti lavorano al brano, ma li senti cantare delle canzoni, mi ha ricordato con questi tratti, con i teli e le persone nascoste dietro i teli, che l'azione è costituita dai teli stessi che ricadono. Non è che mi sono detta, ho fatto un pezzo che 'ha il suono', è solo che molti dei miei lavori sono sonori.

D - Certo la danza è sempre stata storicamente legata alla musica da un accompagnamento musicale, ma raramente è considerata di per sé una sorgente di suono che possa produrre o diventare musica.

SF - Sì, e si potrebbe pensare a questi lavori non come danza ma come performance, perché nei tessuti - dov'è la danza? I tessuti sono la danza. Non penso che tutti i lavori siano necessariamente delle danze.

D - Alcuni dei primi lavori appaiono nel tuo Handbook in Motion: An Account of an Ongoing Personal Discourse and Its Manifestation in Dance (1974). A volte sono partiture, altre volte sono resoconti di performances passate, e talvolta sono molto specifici sui performers. Quali sono i tuoi pensieri sulla notazione in questo senso?

SF - Non me ne sono occupata finché non sono stata invitata a fare quel libro, e poi ciò che ho fatto è stato descrivere dei pezzi dopo averli realizzati. Non tendo a coreografare ma piuttosto a sviluppare vocabolari di movimento, problematiche di movimento, con cui improvviso. E sono riuscita a istruire questi lavori per altri, il che non sostituisce la notazione.

Simone FortiSimone Forti. Senza Fretta, Scramble, Centro Pecci. -Permalink-


D - Hai realizzato Figure Bag Drawings and Fire Bag Drawings durante la pandemia. Perché hai deciso di usare i sacchi della spesa?

SF - Quando non abbiamo potuto riutilizzare i nostri sacchetti per la spesa al mercato - e in questo momento me la sto facendo consegnare - stavo accumulando tanti di questi sacchetti e mi chiedevo dove metterli e cosa farne. L'idea di aprirli e disegnarci sopra mi è balenata e ho sentito subito che sarebbe stato bellissimo. Il colore della carta, la forma, la familiarità. E il contesto del momento storico, il momento per realizzare con ciò chè è disponibile in casa. Una sensazione di possibile penuria, come dimostra l'accaparramento della carta igienica.

D - Nelle Figure Bag Drawings la figura striscia a ridosso di ogni disegno. Mentre osservavo i disegni ho immaginato che ti muovessi mentre disegnavi, e ho ricordato un paragrafo del tuo recente libro, The Bear in the Mirror: "Sono un tipo particolare di danzatrice, piuttosto sono un'artista e il movimento è sempre stato il mio mezzo fin da quando da bambina mi rotolavo nel giardino di Hollywood Hill. Dopo aver osservato i movimenti degli animali allo zoo, andavo nello studio e provavo i movimenti direttamente sul mio corpo. Amavo la sensazione di strisciare su mani e ginocchia. Il peso del mio busto sulle mani, la vicinanza al suolo".
Il senso di disorientamento ti ha ricordato i movimenti degli animali?

SF - A volte quando disegno, non sempre, mi sembra di emettere energia attraverso le mani e l'energia dà sostegno al mio cuore. Le figure che strisciano sono venute abbastanza naturalmente, con una sensazione forte di disorientamento. Sentivo che la combinazione della pandemia e la morte di George Floyd ci aveva messo in ginocchio. Non lo percepivo a parole. Era una sensazione del mio corpo. Inoltre, le borse stesse si aprivano in una forma orizzontale che ben si adattava a una figura strisciante. Quando, anni prima, disegnavo animali allo zoo era diverso. Ero concentrata sugli animali piuttosto che sulle mie sensazioni, e sul cercare di cogliere il senso dei loro movimenti. Non mi muovevo molto mentre disegnavo, ma è vero, devo aver immaginato le sensazioni di muovermi in quel preciso modo.

D - E dei Fire Bag Drawings? Che appaiono più astratti.

SF - I Fire Bag Drawings sono iniziati come disegni di rocce, usando vernice acrilica nera che era spessa come una pasta, e applicata con una certa pressione. Decisamente cinetico. In questo secondo ciclo di preparazione, avevo lasciato il fondo dei sacchi attaccato, formando un'estensione. Un po' come un comignolo. In qualche modo, le rocce hanno finito per assomigliare di più alla cenere che fluttua su per il camino.

° Simone Forti in Conversation with Jennie Goldstein. Simone Forti by Tashi Wada. Simone Forti’s Bag Drawings


Simone FortiSimone Forti. Figure Bag Drawings. 2020. Images courtesy of the artist, The Box, LA and Galleria Raffaella Cortese, Milano.


 


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