Thoughts Form Matter
LAAC - Henke Schreieck - Sagmeister & Walsh
“Thoughts Form Matter” è il titolo del contributo austriaco alla 16. Mostra
Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Con questa mostra il
Padiglione dell’Austria si inserisce nel contesto generale del tema “Freespace”.
Le curatrici della Biennale Architettura 2018, Yvonne Farrell e Shelley McNamara,
che insieme dirigono lo studio Grafton Architects, nel loro manifesto
pubblicato nel 2017 descrivono lo spazio libero, gli spazi liberi come “generosità
di spirito”. Pongono al centro della loro architettura il senso di umanità inteso
come apertura intellettuale e nelle loro opere architettoniche traducono
questo principio in attenzione nell’utilizzo delle risorse, ma soprattutto concentrandosi
sulla qualità stessa dello spazio.
La Biennale Architettura 2018 consente
alla potenzialità e alla bellezza dell’architettura di manifestarsi nella complessità
e materialità delle superfici e nella qualità delle soluzioni architettoniche quale
espressione dei principi ispiratori.
L’architettura attuale e un campo vasto in cui si intrecciano molte altre discipline.
La complessita delle richieste che oggi vengono poste ad architetti, architette
e designer, rendono necessaria una permanente riassicurazione intellettuale,
in modo che l’architettura e il design non si perdano in pragmatismi e non si
dissolvano nella logica neoliberista, dominata da momenti di razionalizzazione
e ambizioni di efficienza e che l’architettura trovi il suo posto non soltanto
a servizio dell’economia estetica.
Chi crea ha bisogno di teorie, di principi, di
una posizione formulata esplicitamente per poter riflettere criticamente sulle
implicazioni politiche, sociali e culturali del proprio agire. LAAC, Henke Schreieck
e Sagmeister & Walsh descrivono la loro pratica come processo di pensiero
astratto che cerca una forma concreta in cui estetica, funzione e costruzione
trovano un equilibrio.
La base per realizzarlo e sempre un’analisi del compito nel
suo contesto sociale complessivo e delle condizioni di produzione che altrettanto
fanno parte di questo assetto culturale.
Il contributo “Thoughts Form Matter” si riferisce a questa complessita stratificata.
Cosi i tre studi invitati si sono cimentati con il contesto sia spaziale sia storico
della Biennale di Venezia e con il tema generale “Freespace”, con il luogo e
i suoi riferimenti, con la Biennale di Venezia nella sua dimensione istituzionale,
con il padiglione che viene co-percepito dai visitatori e dalle visitatrici.
In tre installazioni,
che si sovrappongono dal punto di vista del contenuto e degli spazi,
LAAC, Henke Schreieck e Sagmeister & Walsh ci avvicinano al principio dell’architettura
e dell’allestimento inteso come creazione di un nuovo contesto e come
dimensione relazionale. Interpretiamo “Freespace” come costrutto spaziale, ma
anche ideale, come sistema dinamico complesso, quale sfera in grado di trasformarsi,
l’insieme caratterizzato dalla coesistenza.
Tre installazioni nello spazio
architettonico, che in parte confluiscono una nell’altra, materializzano ovvero
visualizzano concetti quali “atmosfera”, “deviazione” e “bellezza” come forme di
espressione di questo costrutto di pensieri e invitano il pubblico a posizionarsi
in questa struttura come attore e a prendere una posizione.
Thoughts Form Matter, Padiglione dell'Austria - La Biennale di Venezia 2018.
“Beauty = Function“
Installazione, 2018
“Beauty = Function“ pone la questione dell’aspirazione
estetica dell’architettura e della necessità del bello nella
quotidianità. In due proiezioni, arricchite con immagini
della cultura (pop) contemporanea, affronta il tema controverso
di funzione e bellezza.
Qui materialità e tempo
svolgono un ruolo completamente diverso. L’attenzione
è rivolta primariamente alla bellezza digitale e alla sua
influenza su come l’architettura viene recepita.
Thoughts Form Matter, Padiglione dell'Austria - La Biennale di Venezia 2018.
“Layers of Atmosphere“
Installazione, 2018
Con “Layers of Atmosphere”, un’installazione bipartita,
lo studio Henke Schreieck crea delle atmosfere diverse
in due spazi identici: chiaro e scuro, denso e rado,
costruttivo e poetico, ovest ed est s’incontrano nel
contrasto.
Modalità di costruzione, materialità, colore
e illuminazione d’atmosfera generano una dualità di
qualità dello spazio. Dalla struttura lignea calpestabile ci
si immerge, oltrepassando un ponte, in uno spazio luminoso
di carta la cui materialità produce percorrendolo
anche rumori, tempo e movimento. Lo spazio libero
non è soltanto uno spazio non edificato, bensì l’effetto
dell’atmosfera risultante da percezione, relazione e contesto.
Thoughts Form Matter, Padiglione dell'Austria - La Biennale di Venezia 2018.
“Sfera 1:50.000“
Installazione, 2018
Nel lavoro “Sfera 1:50.000“ LAAC si avvicina allo spazio
libero in forma di deviazione dello spazio. Nel padiglione
viene iscritta una superficie circolare e curva che si
rivela essere il segmento di una sfera. Il corpo sferico,
in scala 1:50.000 rispetto alla dimensione della Terra,
decentralizza la simmetria dell’edificio. La superficie
riflettente del pavimento incurvato apre a molteplici
relazioni spaziali.
Ci si vede lì, dove non si è, e contemporaneamente
si visualizza la posizione nella quale ci si
trova. In questo modo lo specchio diventa strumento di
deviazione invece che di simmetria, generando spazi di
possibilità al contempo visivi e speculativi. Questo luogo
oscilla tra la concezione spaziale assoluta del padiglione
e un approccio relazionale che fa dialogare e collega i
diversi elementi dell’esposizione.