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: SOPRALLUOGHI #3 - Firenze.

 

- Between the factory and the garden -
Robert Storr, direttore Biennale di Venezia

 

- Fare una Biennale è come scrivere un testo, sulla carta bianca : non si sa da dove iniziare - non si sa quanto spazio verrà impiegato - se fallirà o avrà successo - o di essere in grado di portare avanti le conseguenze del successo che potrebbe venire - per questo si va passo passo.
In questo senso il Curatore o il Direttore della Biennale è come il primo lettore dell'opera di qualcun altro - ed il mio ruolo è di essere un lettore intelligente che riesca a selezionare molto materiale - e che riesca a decidere non solo il migliore - ma quello che in certe circostanze verrà meglio compreso -o reso disponibile allo spettatore.
E comunque le mostre non devono dare un piacere passivo o facile, devono dare un piacere che disturba..
Non si vogliono più vedere Biennali carine - ma produzioni che ti fanno soffermare e indurre a porti delle domande - perché le opere sono veramente belle ed inquietanti.

Il titolo di questa conversazione " Between the factory and the garden " : è che in senso letterale pensavo ai Giardini e all'Arsenale di Venezia. ( insieme di edifici con officine e laboratori per le barche).
La mostra quindi si svolge in due spazi diversi. I giardini - un amalgama di spazi espositivi del 19'secolo concepiti per la pittura e la scultura - con caratteristiche tradizionali, certo e dunque non concepiti per i formati attuali - i video o le installazioni.
Ci sono molte procedure e produzioni dell'arte attuale che non rientrano in questi modelli, e che noi tentiamo sempre di riadattare. Situazione simile per le Corderie, che non sono state pensate per l'arte - si tratta di trasformare questi spazi attraverso un cambio d'uso - ma per valorizzare certe opere a volte è sufficiente inserirle in questi ambienti enormi.

Questi due spazi sono come due polarità di un discorso molto più generale.
Un tipo di spazio è il Museo come lo conosciamo. L'altro è il magazzino urbano adattabile, dove molte arte contemporanea è stata esposta, e dove è stata anche fatta e prodotta : New York - Soho - un quartiere, un luogo pieno di magazzini ed officine - ed è naturale che l'arte qui prodotta venisse creata con quello che rimaneva dell'industria, per esempio - materiali di scarto. Arte realizzata in spazi che erano industriali per natura - arte spesso fatta sulla strada, sul marciapiede.

 

Ricordo di alcune mostre negli anni 70 - realizzate con i residui industriali, di tutto, plastiche e metalli in particolare, e che gli artisti andavano a cercare in enormi depositi e tirare fuori per realizzare le loro opere.
E' stato quasi un processo organico, questo che si svolgeva a Soho - che è diventato l'inizio della epoca newyorchese, postindustriale artistica.
Dunque quel modello che è il modello del loft - e la galleria delle belle arti - sono anacronistiche oramai - L' artista non da adesso ha un rapporto marginale con quel modello - l'artista molto spesso fa delle opere che vengono da internet e da altri testi - video, riprese da film.

C'è un mondo dell'arte dove i cambiamenti del materiale e del modo in cui si presentano i materiali hanno superato qualsiasi cosa si potesse immaginare fino a non molto tempo fa.
In queste circostanze la Biennale cerca di cogliere e catturare, rimanere al passo con lo sviluppo delle arti - non soltanto tenendone traccia, ma tentando di capire come presentare l'arte - nel suo evolversi. Non abbiamo risolto questo problema - e naturalmente non esiste una soluzione definitiva.

 

Come esporre l'arte contemporanea!

La mia idea di esposizione, in queste circostanze - è risolta con opere che hanno come fondamento il tempo.
(Certo la pittura è basata sul tempo. E' difficile e richiede molta costanza, sia a realizzarla che ad apprezzarla).
Inoltre in questa Biennale vi saranno molti video - Ad esempio nelle Corderie, che è un ambiente molto lungo, verranno create alcune cabine distanti nello spazio e dove verrà presentata l'opera in 5 parti di Yang Zhenzhong. Naturalmente nelle prossimità vi saranno altre opere contigue e correlate a questi video, ma l'essenziale è creare un senso di lettura che può perdurare nel tempo - a brani, come i capitoli di un romanzo. E quindi lo spettatore è coinvolto in qualcosa che ha un processo nel tempo.
Si sfrutta l'architettura di questo spazio vuoto e difficile, per far sì che la gente sia cosciente delle scelte che deve fare per vedere o meno qualcosa - e si usa ogni elemento, in questo caso la suspance, per rilanciare un seguito.
Si gioca questo gioco con l'architettura a disposizione - nell'Arsenale, io credo che si potrebbe passare una intera giornata. In ogni caso si richiede uno spettatore attivo, in grado di decidere su cosa soffermarsi, e non costretto o limitato ad una situazione.

Il nostro impegno nei confronti dello spettatore è un suggerimento : a guardare tutto e a non barrare la vista spuntando le cose osservate - e soprattutto non rimanere in uno stato percettivo simile a... ti è piaciuto questo? Si. No!
Questo! Il nostro impegno va nelle direzione che ciò non accada.
E dico questo anche come assiduo spettatore di Biennali.
Ho fatto quindi una Biennale in cui il pubblico venga e si senta ricompensato di essere venuto.
Devo anche dire che non tutte le cose esposte mi piacciono. Ma le prendo tutte seriamente.
Vorrei che tutti voi veniste - non certo per dire che è la più bella Biennale del mondo - ma vorrei che diceste di esser contenti di avela vista, anche per le cose che non vi piacciono.

Troppo spesso parliamo del vecchio modo dell'arte moderna che sconvolgeva il pubblico, e ricordiamo come il borghese era scandalizzato... dal cubismo, surrealismo. Certo anche noi siamo poco disposti a trattare con l'arte difficile, quella che fa richieste spiacevoli, che mostra immagini spiacevoli, un poco noiosa qualche volta - qualche volta dogmatica.Quindi celebriamo l'avanguardia ed il principio... ma non vogliamo sottometterci alle sue regole.

Siamo arrivati al punto in cui l'arte e le Biennali devono essere 'entrateinement' - certo, in parte l'arte è divertente, certe forme d'arte sono spettacolo, ma non sempre e non solo l'arte è questo. Buona parte dell'arte che vediamo adesso è attraente, ma quando poi si incomincia a pensarci su - lo è molto meno. Molta di questa arte non è attraente - ma entra in profondità dentro di noi. Dobbiamo staccarci dall'idea di andare alle mostre per uscirne felici. Dobbiamo andarci per uscirne più vivi ed eccitati, più allerti e più coscienti.

Certo è necessario un artista ambizioso - che incontrando uno spettatore altrettanto ambizioso - muoverà di sicuro qualcosa. biennale arte