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ARTEXT : La Biennale di Venezia
52 Esposizione Internazionale d'Arte
ARSENALE   Padiglione Italia

 

DEMOCRAZY
FRANCESCO VEZZOLI


La realtà doppiata. Stereotipia a 360 gradi.


Il progetto pensato per il Padiglione Italiano di Venezia allarga l'analisi dei sistemi di comunicazione contemporanei al grande spettacolo della politica, e in aprticolare a quella vera e propria costruzione di un persnaggio, e di una visione del mondo che è la propaganda elettorale.
Rifacendosi alle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2008, Democrazy, la nuova videoinstallazione di Vezzoli, propone al pubblico due spot elettorali a favore di due politici fittizzi -

Così ne parla l'artista - " Il progetto si articola nella produzione di una vera e propria campagna elettorale, proponendo al pubblico della Biennale di Venezia uno scontro tra due ipotetici candidati a una delle cariche politiche più importanti a livello internazionale. Due spot elettorali, prodotti in collaboraziione con due team di "media advisor", professionisti della politica americana, capitanati da una parte
da Mark McKinnon, (primo consigliere della campagna elettorale di George W.Bush nel 2004), e l'altro da Jim Muhlhall, ( portavoce di Bill Clinton nella corsa alla Casa Bianca del 1996), contrapponendo due identità, due diffrenti "visioni" politiche ed umane, evidenziando le fatali strategie della comunicazione elettorale e sollevando interrogativi su come la fame, il potere dei media e la manipolazione della verità possano stravolgere il significato di 'democrazia' ".


 

 

ARTEXT : La Biennale di Venezia
53 Esposizione Internazionale d'Arte
ARSENALE   Padiglione Italia


SCULTURE di LINFA

GIUSEPPE PENNONE

 

Una installazione per spazio organico e sensibile.


"La grande installazione che Penone presenta alla Biennale vale come una somma del suo pensiero perché molte delle principali tematiche che questo percorso ha incontrato si ritrovano decantate quì. Il legno degli alberi, le pelli degli animali, convivono con il marmo dell'arte, manifestando l'uno all'altro una similitudine, perché tutti sono stati organismi vivi prima di diventare produttori di forma. Forme autodeterminate dalla natura e forme create dall'artista si confrontano, corteccia, la pelle che li protegge e che esibisce la sua morfologia convive con il legno dove l'artista ha inferto uno scavo. Questa azione "ritrova" la forma dell'albero ad una certa età, determinabile con l'individuazione di uno degli anelli che "memorizzano" la crescita del vegetale, ma lo dà in negativo, cioè con un atto eminentemente mentale, umano. La pelle animale quì diventa un ricettore dell'impronta della corteccia con cui si sta a contatto e che vediamo ripetuta sulla sua superficie.
La stessa pelle animale ricopre lo spazio dove lo spettatore circola, quasi ad amplificare nell'immaginario la sua opera di protezione, a far giungere fino a noi questa sensazione. Anche ciò su cui lo spettatore cammina quì è un opera dove natura e cultura si incontrano, creando nuove metafore di commistione: una distesa di lastre di marmo bianco venato, al cui centro troviamo ancora uno scavo, col quale l'artista ha posto in rilievo le venature, facendone l'immagine delle vene di un organismo vivente."

Così la descrive l'artista: "Spazi coperti dalle mani, spazi svuotati dalle mani. Lo spazio della scultura riempito di linfa. Il flusso della mano che scorre sulla corteccia degli alberi, che rivela la forma del legno e le vene del marmo"

 

Curatore : Francesco Bonami

Artisti : Francesco Vezzoli, Giovanni Pennone

 

Web Site : http://www.biennale.org

     
 
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