ARTEXT : La Biennale di Venezia
54 Esposizione Internazionale d'Arte
Arsenale - Artiglierie
El ATLAS del IMPERO
L'atlante e l'arte - In questa allegoria letteraria dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, è insita anche la domanda sulla rappresentabilità del mondo, un quesito fondamentale sia per la scienza che per l'arte. Una volta raggiunte le dimensioni del pianeta, la mappa non è più utilizzabile. Ma quanto è grande l'arte?
Grazie alla Spiral Jetty di Robert Smithson, un capolavoro della land art, abbiamo visto qual è la differenza tra dimensione e scala: la prima definisce un oggetto, la seconda l'opera d'arte. Un oggetto che ha dimensioni reali piccole, nell'opera d'arte può sembrare gigantesco.
La regola che stabilisce che una mappa non puù coincidere in dimensioni con il mondo vale anche per l'arte. Sappiamo bene che la mappa non è il territorio, e che l'arte, se non vuole correre il rischio di diventare un semplice strumento per documentare, e quindi ridondante, non deve rappresentare mai il mondo in scala 1:1.
Mentre la scienza e la tecnologia cercano di diventare grandi quanto il mondo, fallendo puntualmente in questa hybris, l'arte è contemporaneamente più piccola e più grande di queste. Più piccola perché mostra solo porzioni del mondo e della sua realtà, più grande perché si esprime per metafore, proiettandosi quindi al di là di queste nella narrazione. A ben guardare la cartografia e l'arte si assomigliano: entrambe fanno astrazione dalle dimensioni reali.
E' ovvio che l'arte preferisce partire dal punto in cui la mappa è accidentata, bucherellata e incompleta. Sotto quest'aspetto somiglia di più alle antiche mappe di pergamena, dove intere regioni erano terra nullius. L'arte troverà inoltre quei luoghi solo immaginati e non ancora scoperti...
La Biennale di Venezia è uno di questi spazi privilegiati in cui ha luogo lo scambio poliglotta.
Se nel loro delirio perfezionista i cartografi dell'imperatore cercarono invano di far coincidere la mappa con la realtà, gli artisti, da parte loro, tra le varie strade che uniscono due punti, non sempre sceglieranno quella più corta. Nel loro percorso spargeranno sassi per far inciampare e indicheranno strade sbagliate. Segnaleranno luoghi nelle mappe a visibilità temporanea, altri a visibilità permanente. A quest'ultima categoria appartiene Venezia, il cui Arsenale è l'industria più grande d'Europa durante
il Medio Evo è già stato immortalato da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia.
Nella loro cartografia simbolica, gli artisti non puntano tanto all'esattezza
topografica, quanto all'osservazione puntuale dei particolari apparentemente secondari dei rapporti interpersonali o delle condizioni di precarietà del presente. Gli artisti entrano in scena solo quando gli scienziati interrompono il loro arrogante progetto ed espongono il loro inutile mappamondo alle inclemenze del tempo. E' molto probabile allora che, proprio come nell'opera di Borges, ormai trovino solo mendicanti.
Curatore :Alfons Hug
Artista : Guillermo Srodek-Hart, Sonia Falcone, Juliana Stein, León & Cociña,
François Bucher, Lucía Madriz, Humberto Díaz, Miguel Alvear e Patricio
Andrade, Simón Vega, Marcos Agudelo, Jhafis Quintero, Fredi
Casco, David Zink Yi, Collettivo Quintapata, Martín Sastre, Susana Arwas
Luca Vitone, Harun Farocki, Antje Ehmann, Christian Jankowski.
Web site: http://www.iila.org |