ARTEXT : La Biennale di Venezia
55 Esposizione Internazionale d'Arte
Giardini di Castello - Spagna
LARA ALMARCEGUI
Lara Almarcegui
L'opera di Lara Almarcegui parte dalla presa di coscienza della città, dei terreni incolti e degli edifici come spunto di riflessione sull'evoluzione dell'urbe stessa e sugli elementi che la compongono. Con progetti impegnati, che indagano le rovine moderne, gli spiazzi abbandonati, le montagne di macerie attraverso la realizzazione di guide, cartine e brochure.
Almarcegui porta alla Biennale della città lagunare due proposte interconnesse tra loro che si muovono sulla scia delle sue opere precedenti. La prima interessa lo spazio fisico del Padiglione Spagnolo ai Giardini; l'altra rivolge la sua ricerca ad uno spazio vuoto accanto all'isola di Murano.
Nel Padiglione, una grande installazione scultorea interagisce con l'architettura dell'edificio costruito da Javier de Luque nel 1922, occupandone tutto l'interno. L'intervento Materiali Costruttivi del Padiglione Spagnolo è costituito da cumuli di diversi materiali edilizi, corrispondenti per tipologia e misura agli stessi che furono impiegati per erigere l'edificio stesso nel secolo scorso.
Una grande montagna è costituita da detriti di cemento, tegole e mattoni trasformati in ghiaia occupa la sala centrale, rendendo virtualmente impossibile l'accesso diretto a questo spazio. Altre montagne più piccole, fatte ciascuna di un solo materiale (segatura, vetro e una miscela di scorie e cenere d'acciaio), sono posizionate nelle sale perimetrali, dove il pubblico può circolare attorno al cumulo principale.
I materiali provengono da resti di demolizioni che, dopo essere stati sottoposti a un processo di riciclaggio, sono stati trasformati in ghiaia attraverso il sistema di trattamento dei materiali attualmente utilizzato a Venezia, spiega l'artista riguardo al proprio intervento.
Parallelamente, Almarcegui ha sviluppato nei pressi di Murano il progetto Guida di Sacca San Mattia, l'isola abbandonata di Murano, Venezia, una ricerca che interessa l'isola artificiale di Sacca San Mattia, formatasi attraverso l'accumulo di materiali dell'attività edilizia e da scarti di produzione del vetro dell'isola di Murano. Il progetto consiste nello studio di un terreno incolto nella Sacca San Mattia, la sua formazione, il suo presente geologico e ambientale, e le proposte progettuali che sono state fatte e i motivi per i quali non sono state messe in atto.
Dice l'artista 'Ho svolto le ricerche preliminari attraverso diverse conversazioni con urbanisti e architetti di Venezia, i quali mi hanno parlato dei loro futuri piani progettuali, in modo che io potessi identificare gli spiazzi e i terreni vuoti che saranno prossimamente interessati da queste trasformazioni. Per selezionare quelle più significative ho visitato le aree interessate. E aggiunge: 'Sacca San Mattia mi è sembrato, nel contesto di Venezia, lo spazio più adatto per la sua complessa e strana configurazione: un vasto terreno formato da strati di residui dell'industria del vetro e di quella della costruzione. Infatti, la Sacca è una vecchia discarica abbandonata creata tra il 1930 e il 1950 dall'accumulo di calcinacci e materiali di dragaggio della laguna. Con una superficie di ventisei ettari non costruiti, è lo spazio vuoto disponibile più esteso di Venezia, caratteristica che da luogo a speculazioni di ogni genere, come il controverso progetto di scavare un tunnel ferroviario proprio sotto la laguna per connettere l'aeroporto con la città che porterebbe ad avere una stazione proprio in quest'area.
Lara Almarcegui lavora da tempo al confine tra rigenerazione e decadimento urbano, realizzando progetti espositivi che rendono visibile ciò che sfugge alla nostra attenzione e anche alla nostra consapevolezza. Dalla metà degli anni 90, ha esplorato e studiato gli spazi transizionali in cui ordine urbano e naturale si incontrano: i processi della pianificazione urbana e della trasformazione delle periferie incolte delle città determinati da interessi e cambiamenti economici, sociali o politici. Al contempo, attraverso demolizioni, scavi o esposizioni ha analizzato luoghi storici e caratteristiche urbane e architettoniche che notiamo a malapena o sui quali raramente, se non mai, concentriamo la nostra attenzione.
Decostruendo edifici ed altri monumenti e costruzioni, Almarcegui dipana ciò che intendiamo come dimora e residenza, mostrando i materiali, spogli e inespressivi, dei quali sono fatti gli edifici, o scoprendo i prodotti riciclati che essi riutilizzano e che, a loro volta, finiranno per diventare, avvicinandoci così alla natura intrinsecamente entropica della civiltà.
Curatori : Octavio Zaya
Autori : Lara Almarcegui
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