… o il rumore dello sguardo
Ermanno Cristini
'Scorgete qualcosa?', chiese Poussin a Porbus.
'No. E voi?'
'Nulla'
Così Balzac ne Il capolavoro sconosciuto, quasi a conferma delle parole di Celan, per il quale "dice verità chi dice ombra". Il pittore e la modella è un topos del fare artistico; la sua verità sta nella vertigine di un corpo, quello della modella, che incontra un altro corpo, quello del pittore.
Così, ad ispirare questa mostra è la ricerca di “quell’altra” nudità che sta sempre oltre ogni nudità; una dimensione quasi segreta, una questione di bordi porosi e sfuocati, di limiti fraintesi, percorsi in un dialogo tra artisti impegnati a incrociare i propri sguardi attorno alla domanda: il corpo? Dov’è il corpo?
In origine v’è una residenza/mostra realizzata lo scorso anno ad Aveiro, in Portogallo, su invito di un gruppo di artisti portoghesi e per iniziativa mia, di Cesare Biratoni e di Luca Scarabelli.
A seguito di qualche conversazione che ho avuto con Simona Squadrito, un giovane critico milanese con esperienza anche di modella vivente, la mostra portoghese ha voluto affrontare un topos della pittura concentrando l’attenzione prevalentemente sulla natura “relazionale” che esso implica.
L’attuale progetto milanese, sviluppato in collaborazione con Marta Dell’Angelo, Luca Pancrazzi e Elena Quarestani ripropone il nucleo della mostra portoghese ma lo amplia con l’intervento di altri artisti e con l’intenzione di “problematizzare” il tema, irraggiando visioni e questioni in esso contenute, fino a toccare quegli aspetti, come il suono, apparentemente lontani dalla “scena” del ritratto. Il ritrovare in un’esperienza eminentemente visiva anche un'essenza sonora significa indagare il fruscio della pittura quando il corpo diventa immagine o più in generale scandagliare il rumore dello sguardo, forse perché in questa “paralisi temporanea” del vedere può manifestarsi il tocco, espressione del corpo a corpo e condizione del corpo dell'immagine in quanto rivelazione della nudità.
L’enigma della rappresentazione
Rossella Moratto
Nel 1914 Picasso dipinge un quadro intitolato Il pittore e la modella. Su questo tema, tra i più frequentati nella storia dell’arte occidentale dal Rinascimento in avanti, ne realizzerà molti altri, oltre a numerosi disegni e incisioni. La tela del 1914 è un’opera figurativa, non finita: il pittore è lasciato a uno stadio di abbozzo mentre la modella, parte del quadro sul cavalletto alle sue spalle e della parete dello studio sulla quale il nudo si staglia, sono conclusi. Il pittore, la testa appoggiata a una mano, è assorto, seduto davanti alla tela e al cavalletto, mentre la modella è in piedi al centro della composizione, avvolta da un lenzuolo che lascia vedere la sua nudità; sulla destra un tavolo con un piatto di frutta, anch’essi solo disegnate.
A differenza di altre versioni, gli strumenti di lavoro – tela e cavalletto – sono in secondo piano: l’atto del dipingere, di cui questo topos è la raffigurazione simbolica qui non è centrale. Lo sono invece l’uomo e soprattutto la donna, a sottolineare la loro relazione concreta e quotidiana di amore e di sessualità. La modella, musa la cui identità reale non è importante al fine della creazione alla quale è totalmente subordinata, è nella vita una donna – amante, moglie, figlia, madre, sorella, prostituta e perfino, anche se raramente, una collega artista. La sua è una natura duplice: corpo vivente e corpo che si fa oggetto e si rivela idealmente sulla tela e nella materia.
Oltre al luogo comune che vede la relazione tra artista e modella come autoritaria – al punto da sconfinare nel sadismo da parte del pittore-Narciso spinto dal desiderio di rispecchiare se stesso nella sua opera e autorizzato a manipolare quel corpo, perfino a deformarlo – c’è un una dinamica complessa e altalenante: la modella è l’alterità necessaria all’opera, si impone come presenza, diventando protagonista e icona eternata. Alterità complice che può però diventare pericolosa acquisendo, in un rovesciamento dei ruoli, una posizione dominante, come raccontano i fratelli Goncourt nel loro celebre romanzo Manette Salomon del 1867, in cui la protagonista è il prototipo della moderna modella distruttrice dell’idea romantica della musa.
Negato l’ideale, il corpo, un tempo passivo, guadagna il centro della scena, declinandosi in molteplici incarnazioni sulle quali riflettono gli artisti invitati a questa esperienza collettiva che non si limita alla pittura e all’arte figurativa ma include interventi sonori, performace, installazioni, incontri per configurarsi come un laboratorio che va oltre la forma consueta della mostra.
La modella, corpo che guarda – come recita il titolo – attraverso le opere diventa il perno di un dialogo duplice, quello con l’artista che resta segreto e quello scoperto con lo spettatore, con cui intrattiene un faccia a faccia immobile e muto, denso di ambiguità e portatore dell’enigma della rappresentazione.
Comunicato stampa
IL PITTORE E LA MODELLA.
Il rumore dello sguardo o il corpo che guarda
dal 3 ottobre al 24 novembre
dal martedì al venerdì,
dalle 15:00 alle 18:30 e su appuntamento
Opening con 5 performance
domenica 1 ottobre 2017, dalle 17:00 alle 21:00
35 artisti indagano uno dei territori più esplorati del fare artistico.
Ciascuno di essi lo interpreta con il linguaggio che gli è proprio, partecipando a un’esperienza di mostra-laboratorio in uno spazio libero di confronto e di discussione.
La mostra si articola su tre piani nei vasti spazi di Assab One con dipinti, disegni, fotografie, video, installazioni, lavori acustici e performance e prevede un calendario di incontri correlati all’esposizione che saranno segnalati durante e nei giorni successivi l’inaugurazione.
Il pittore e la modella sviluppa l’esperienza di un gruppo di artisti italiani (Ermanno Cristini, Luca Scarabelli, Cesare Biratoni, Armida Gandini, Federica Pamio) che l’anno scorso hanno partecipato a una residenza ad Aveiro, in Portogallo, su iniziativa di un gruppo di artisti portoghesi che lavorano prevalentemente con la pittura. E’ stato in seguito a una conversazione tra Ermanno Cristini e Simona Squadrito, giovane critica milanese con esperienza anche di modella, che l’esperienza portoghese ha centrato l’attenzione su una pratica, quella del ritratto, apparentemente poco attuale.
Gli incontri preliminari ad Assab One con Luca Pancrazzi, Marta Dell’Angelo e Elena Quarestani, la rara disponibilità di spazi vasti e articolati, la libertà consentita dal particolare contesto hanno aperto la possibilità di ampliare il campo di riflessione a una grande varietà di pratiche artistiche e di estendere l’invito ai numerosi artisti che partecipano alla mostra, facendone un lavoro corale che resterà aperto a successivi interventi.
*La mostra accoglierà nel corso dei giorni e per poche ore alcuni lavori storici sul tema del ritratto. Le date verranno segnalate sui canali social di Assab One (Facebook e Instagram).
Con: Pedro Andrade, Simona Barbera, Cesare Biratoni, Vincenzo Cabiati, Gianluca Codeghini, Ermanno Cristini, Leonel Cunha, Mario Dellavedova, Marta Dell’Angelo, Flavio de Marco, Alessio de Girolamo (collaborazione di Elisa Mossa), Gabriele Di Matteo, Ivana Fall, Matteo Fato, João Fonte, Pino Guidolotti, Armida Gandini, Giovanni Hänninen, Sebastiano Impellizzeri, Francesco Lauretta, Jorge Leal, Corrado Levi, Andrea Mastrovito, Concetta Modica, Angelo Mosca, Giancarlo Norese, Federica Pamio, Giustina Pancrazzi, Luca Pancrazzi, Pedro Pascoinho, Stefano Peroli, Steve Piccolo, Federico Pietrella, Luca Scarabelli, Carlos Seabra.
Testi di: Ermanno Cristini, Rosella Moratto, Simona Squadrito.
Mario Dellavedova, Coltivare il talento per poi buttarlo nella fogna delle apparenze, 2000/2001 © Eleonora Angiolini