Arte Continua presenta la prima mostra personale di Anish Kapoor a Cuba. Kapoor è riconosciuto a livello mondiale come uno tra i più significativi artisti contemporanei. A caratterizzare i suoi lavori sono l’infinita capacità di reinvenzione del linguaggio artistico, nella sua dimensione monumentale come in quella più intima. Dal 26 novembre 2016 al 26 marzo 2017 nel Barrio Chino de
L’Avana gli spazi di ARTE CONTINUA, l’ex cinema Águila de Oro, si trasformano in un percorso di
suggestioni capaci di mettere in discussione la nostra percezione dello spazio.
Nel maggio del 2015 a L’Avana Anish Kapoor nel contesto della XII Biennale e in collaborazione con
Galleria Continua aveva presentato l’installazione site-specific Wounds and absent objects, realizzata nel cinema Payret. A novembre, alla mostra Follia Continua! 25 años de Galleria Continua, una collaborazione fra Galleria Continua e il Centro de Arte Contemporáneo Wifredo Lam,
aveva esposto l’opera Endless Column (1992). In occasione della sua mostra personale a ARTE CONTINUA l’artista esibisce ora quattro lavori che ridefiniscono e ampliano il concetto di scultura nell’arte.
Per Kapoor uno spazio negativo non genera un vuoto assoluto. Infatti l’artista dichiara1: “Il vuoto non esiste proprio perché lo riempiamo costantemente con le nostre aspettative e paure. Le mie sculture chiamate oggetti vuoti contengono quindi una possibilità. Esse stimolano un pensiero filosofico, ma non rispondono a niente; presentano semplicemente una condizione. Tu devi fare il resto”. Alla base della sua ricerca Kapoor situa l’interesse per i non-oggetti e le forme autogenerate, l’uomo e la consapevolezza di sé, la mente e l’esperienza delle cose, e
l’universalità di tempo e spazio.
Il ritmo del presente percorso espositivo, concepito appositamente per gli spazi di ARTE CONTINUA, è scandito da cinque sculture che indagano la relazione fra pieno e vuoto. Consistenza e dimensione di queste opere si nascondono dietro l’uso che Kapoor fa del colore. Sondare la loro profondità produce una vertigine poiché secondo l’artista (2) : “Il vuoto (...) come paura si relaziona con la perdita dell’io, da un non-oggetto a un non-io.”
1 In un’intervista di Beatrice Zamponi pubblicata su Editoriale Domus il 5 giugno 2015.
2 In conversazione con Homi K. Bhabha il primo giugno 1993.