Uscite di casa di buon mattino.
Recatevi con un contenitore e una paletta
nel luogo prescelto.
Scavate un po’ di terra e portatela via.
Arrivati a casa, purificatela da sassolini,
vegetali o altro.
Aggiungete acqua se necessario.
Impastatela con le mani fino a raggiungere
una buona consistenza.
Deve essere morbida ma non appiccicosa.
Ora avete un panetto di terra, potete procedere.
Modellate il corpo.
Aggiungete 4 zampe.
Il collo e la testa.
Le orecchie.
Con la punta di una matita fate sul muso gli occhi.
Mettete la coda.
Può stare dritta o abbassata.
Oppure scodinzolare.
(Chiara Camoni, Esercizio di self-learning per Maria Rosa, giugno 2016)
Chiara Camoni spia il rapporto che l’opera intrattiene con la realtà. I lavori di questa mostra raccontano anche ciò che avviene prima di loro e ciò che ne segue, ovvero il processo creativo e la storia che poi ne scaturisce.
Il prima e il dopo: due zone che forse non competono l’opera – che si basta da sé – ma che sembrano continuamente affacciarsi nel lavoro di Chiara Camoni, con ironia e apprensione.
Nell’installazione video Una storia, seguiamo le fasi di realizzazione di una scultura che non compare in mostra. Ai passaggi tecnici e artigianali, si sovrappongono i suoni e i pensieri della vita di tutti i giorni, che insieme creano un basso continuo. Si va verso l’opera, ma anche verso una riflessione esistenziale.
Le sculture-fischietto dichiarano un’ambiguità esplicita: stanno, come devono stare le sculture sul proprio basamento, ma allo stesso tempo chiedono di essere prese e suonate. La loro presenza nello spazio si compie nel momento in cui una persona si relaziona ad esse, assume una posizione in conseguenza alla loro forma, immette aria, ottiene una nota.
Dell’agglomerato Senza Titolo, la grande madre astratta, vediamo solo una delle possibilli sue forme. Creatura morbida e tagliente allo stesso tempo, può cambiare continuamente; seguendo il disegno delle sue spirali seguiamo la narrazione di una delle tante storie.
E la narrazione si sa, avviene sempre dopo, quando la notte se n’è andata.