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Spanish Pavilion
Biennale Arte 2015 Venezia
Spanish Pavilion  Curator: Marti Manen
Los sujetos [The Subjects]

 

Los Sujetos presenta tre proposte artistiche —Cabello/Carceller, Francesc Ruiz e Pepo Salazar—, e un alito: Salvador Dalí.

Dalí diventa un punto di partenza e una serie di domande in Los Sujetos. Salvador Dalí genera un personaggio pubblico che consente l’esistenza di un altro privato, ha il controllo sui media e sa cosa deve offrire per essere accolto come vuole. Dalí è complesso, non è un personaggio cortese. Dalí è difficile e il suo soggetto include elementi avanzati in termini di identità sessuale, desiderio, costruzione linguistica e distruzione contestuale. Salvador Dalí sa utilizzare la sensualità come strato per riformulare il rapporto con i contenuti, capisce la necessità dell’esplosione e del simulacro. Al contempo è molto consapevole del ruolo della storia e sa come legarsi alla stessa. Un soggetto complesso, un soggetto che adesso possiamo comprendere accettando che la complessità è la nostra attualità.

Los Sujetos (I Soggetti) inizia con una revisione di Salvador Dalí dall’ottica del XXI secolo, senza la volontà di seguire un avvicinamento storico della sua figura. Dalí si potrà percepire all’entrata del Padiglione della Spagna come se si trattasse di un profumo, un fantasma o una visione perchè sarà presente nell’atmosfera ma non si vedrà nessuna delle sue opere. Nel progetto di Martí Manen si sentirà il Dalí più performativo, un Dalí con una vita privata libera, un Dalí che gestisce e sfrutta il funzionamento dei mezzi di comunicazione e del mercato dell’arte. Poi arriva la trattativa di tutti questi contenuti che appariranno nelle opere di Cabello/Carceller, Francesc Ruiz e Pepo Salazar.

Cabello/Carceller hanno utilizzato i mesi precedenti all’inaugurazione per filmare una situazione performativa in un Padiglione della Spagna vuoto. L’opera tratta l’imposizione sociale, la volontà di modifica, la lotta personale come cambiamento, il recupero di miti e la necessità di una rivoluzione dall’indefinitezza. Un progetto filmico-performativo e con elementi di impianto che consentirà un avvicinamento a temi presentati attraverso la figura di Dalí nel padiglione.

L’opera di Francesc Ruiz occuperà tutti i Giardini della Biennale di Venezia nella prima settimana, offrendo ai visitatori un’opera sotto forma di fumetto in cui verranno recuperati alcuni personaggi persi, come alcune figure gay nei media popolari. Ruiz completa la sua narrativa surreale e sensuale con la costruzione di due edicole all’interno del padiglione che diventeranno due mondi in cui la carta rende possibile trame linguistiche, connessioni fortuite, il desiderio e la carica sessuale della sfida. La sua proposta si collega con l’importanza che hanno avuto nella vita di Dalí i mezzi scritti, come il Dalí News, e la sua collaborazione con importanti riviste.

Pepo Salazar creerà una difficoltà di accesso evidente al Padiglione della Spagna mettendo in dubbio ciò che è opera e ciò che va al di fuori della stessa, riempiendo lo spazio di contenuto di carattere linguistico. Analogamente a Dalí, Pepo Salazar amplia la capacità di azione artistica dal superamento delle norme e da una profonda conoscenza di ciò che significa l’arte.

La lettura di Dalí nel Padiglione della Spagna verrá completata da una serie di interviste come, ad esempio, a Montserrat Aguer (direttrice del Centro di Studi Daliniani della Fundació Gala-Salvador Dalí), Manuel Borja-Villel (direttore del Museo Nazionale Centro d’Arte Reina Sofía) e Vicente Todolí (direttore della Tate Modern quando si presentò l’esposizione Dalí & Film) che offriranno una visione poliedrica dell’artista dal presente, ma prendendo come punto di partenza critico, tra gli altri, i suoi viaggi negli Stati Uniti e il suo contatto con lo strumento di propaganda del franchismo.



Salvador Dalí, Figueres, 2015 Salvador Dalí, Figueres, 2015.

Martí Manen

Il Padiglione tratterà il tema della performatività di diversi soggetti. E stiamo parlando di alcuni soggetti, al plurale. Più che un tema, quel che indagheremo sarà una struttura e un punto di partenza che si apre a discussioni multiple attorno alla questione della definizione di identità, al bisogno di un ruolo pubblico per definirsi, alla negoziazione fra la nostra presenza pubblica e quella privata, nonché la usability tra narrazione e finzione quando si parla di soggetti.

Sono molto incuriosito dal concetto di soggetto letterario. Se il progetto riguardasse la scrittura di un romanzo, potremmo realizzare un libro con un titolo abbastanza interessante: I soggetti. Io lo comprerei. Mi piace l’idea che il progetto si focalizzi su qualcuno e che non ruoti attorno a un mero concetto o a un tema, mettendo in gioco la presenza di alcune identità. Questo punto d’origine per me è importante. I soggetti, come i soli componenti deputati all’azione, gli unici a dover portare e sopportare questa responsabilità. Nella prassi politica è abbastanza usuale dimenticarsi di chi risiede e vive la società. E i soggetti, i cluster realizzati su di essi, le categorie provocano errori, restituendo solo casi da analizzare, come elementi da laboratorio sotto osservazione, anche se agiscono in modi inaspettati.

Provocando una sorta di sovrapposizione tra William Gaddis e Ballard, si avrà una sorta di parallelismo possibile tra il sistema strutturale e quello tematico di cui vorremmo raccontare, attraverso i soggetti. A seguito di questo verrà trovato il soggetto di un tema, una chiave di lettura e il cuore di entrambe le questioni. Come tutto questo verrà rappresentato? A partire da Salvador Dalí, ci concentreremo su un focus dedicato alla soggettività, su uno specifico soggetto, un pensiero.

Ovviamente è possibile intravedere diversi legami con il percorso di Enwezor. In Soggetti riportiamo in vita una figura dal passato per leggerlo attraverso il tempo presente. Sussiste una certa asincronia con Dalí. Solo oggi infatti possiamo capire come alcuni aspetti della sua personalità siano interessanti se connessi alla nostra realtà. L’idea è di approcciare Salvador Dalí dopo Judith Butler, ponendolo la sua presenza fuori dal tempo, nel nostro futuro, più che nel suo. Alle volte risulta inspiegabilmente necessario ripercorrere una sorta di viaggio nel tempo per comprendere l’attualità, così come passato e futuro ad essa legati. Non si deve dimenticare che sussiste un’idea politica riguardo al fatto che stiamo parlando di soggetti coinvolti in un costante processo di definizione. L’instabilità, e non una definizione permanente, rappresenta la performatività di ogni atto, a partire dai piccoli fino al confronto con più grandi gesta e parole plateali.

Commissioner: Ministerio Asuntos Exteriores. Gobierno de España
The artists Cabello/Carceller, Francesc Ruiz and Pepo Salazar, under the guiding light of Salvador Dalí
Pavilion at Giardini