Gallery0

Magazine

News Rebecca Digne
Eduardo Secci Contemporary
That Feeling
a  cura  di Domenico de Chirico

 

Il critico d’arte Clement Greenberg (1909-1994), sostenitore della tendenza Color Field, a partire dal 1959 formulò un nuovo astrattismo che denominò Post-painterly abstraction, fatto essenzialmente di colore steso su ampie campiture, aderente al supporto e con minime variazioni cromatiche. La forma diventa protagonista, soggetto e contenuto gradualmente scompaiono. Ars est artem demonstrare è, secondo Greenberg, il principio che ispira gli artisti, dall’Impressionismo in poi, a eleggere il loro medium a unico contenuto dell’arte con una rafforzata attenzione alla bidimensionalità del dipinto. Per di più, egli fu molto attratto dagli scritti di Benedetto Croce (1866-1952) del quale cita più volte l’Estetica (1902), testo in cui il neoidealista italiano considera l’intuizione come prima forma di vita dello spirito. L’arte viene definita come intuizione-espressione, due termini inscindibili secondo cui non sarebbe possibile intuire senza esprimere e viceversa. Questa dialettica fa sì che ciò che l’artista intuisce sia la stessa immagine che egli per ispirazione crea da una considerazione del reale, nel senso che l’opera d’arte è l’unità indifferenziata della percezione del reale e della semplice immagine del possibile.

Affezionata a quel concetto di inscindibilità, That Feeling può essere considerata come una nuova e provocatoria condizione di apertura nei confronti delle più diverse forme di espressione, la cui bellezza non sarebbe altro che ‘l’adeguatezza dell’espressione’ nelle forme, nei segni e nei colori, i.e.: gli spazi pittorici aperti, nudi e astratti di Tamina Amadyar; il colore, la consistenza e il volume immersi in una dimensione di mondanità emotiva per Alice Browne; le superfici incontaminate e magicamente digitalizzate di Joshua Citarella; gli spazi per visioni alternative di Michael Debatty; le linee arrotondate, i colori tenui e le forme estremamente semplificate per Stephen Felton; gli spazi astratti e i caratteri, prima inventati poi narrati, per Heather Guertin; le curve e le tracce che emergono fluidamente dalle tele di Hanna Hur, mediante l’utilizzo di strumenti di disegno e materiali tradizionali; i segni e gli impulsi legati alla grafologia e alla psicometria che si esibiscono in coreografie improvvisate nei dipinti di Sofia Leiby; le gesta emotive e interrotte nei quadri astratti di Alexander Lieck; l’interesse di Matthew Musgrave nel pensare attraverso la pittura, considerandone la natura mutevole ed espansiva; un alfabeto inventato, algoritmi e figure ibride nei dipinti geometrici di Hayal Pozanti; le meditazioni intime e le distorsioni sensuali, tagliate, sbiadite, sottolineate e fantasticate sulle tele di Zoé de Soumagnat.

HOËL DURET
Sofia Leiby, ‘Thinking Creatively With Pictures,’ 2016, installation view.


Eduardo Secci Contemporary
That Feeling a cura di Domenico de Chirico.
Firenze 8.09.2016_12.11.2016